News - Editoriali

Roma, 22 ottobre 2010

Sistri: decreti e non parole

Rifiuti

(Paola Ficco)

 

Pesantissimo il giudizio che, lo scorso 12 ottobre, la Commissione Giustizia del Senato ha espresso sull’apparato sanzionatorio predisposto dal Governo sullo schema di Dlgs di recepimento della direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti e relativo anche al Sistri. Infatti, non solo in relazione all’articolo 3 della Comunitaria 2009, la Commissione lamenta l’eccesso di delega (poiché alcune violazioni risultano punite più gravemente rispetto a quanto non sia già previsto); ma anche, nero su bianco, verbalizza che “Il sistema sanzionatorio appare … nel suo complesso viziato da un difetto di sistematicità che raggiunge a volte l'irragionevolezza”, motivandolo con una serie di ragioni.

Spetta ora al Ministero dell’Ambiente valutare come adeguarsi al suo contenuto. Un contenuto più tecnico che politico e che, come tale, induce a riflettere sulla capacità compilatoria dei testi normativi da parte del Ministero. Non è un bel giudizio e allarma chi opera.

Nel frattempo, con il Dm 28 settembre 2010, è partita la “sperimentazione” del Sistri. Il Dm è breve e chiaro ma subito dopo, tanto per omaggiare la tradizionale problematicità del Sistri, su www.sistri.it è stata pubblicata una nota esplicativa del decreto.

La nota (come sempre non firmata e che non è fonte di diritto), dal 1° ottobre 2010, “impone” l’uso del Sistri per la tracciabilità, mentre il Dm (firmato dal Ministro e che è fonte di diritto) separa la tracciabilità dei rifiuti (garantita da registri e formulari) dalla verifica di funzionalità del Sistri (perseguita con le prove dei dispositivi per imparare ad usarli).

È una sfumatura, ma per l’applicazione delle sanzioni è un’affermazione gravissima. Siffatta struttura della nota, infatti, dal 1° gennaio 2011, espone a sanzione chi oggi sbaglia o non usa il Sistri perché le operazioni non possono chiudersi in modo regolare. A meno che il sistema non assicuri la cancellazione delle registrazioni al 31 dicembre 2010 e consenta il recupero dei dati ottobre-dicembre 2010 anche nel 2011 (cosa che non fa).

Per il resto, la nota contiene “amenità” varie: si pensi ai carichi ante e post 1° ottobre e al relativo scarico, dove si traccia un ingestibile “loop” tra chi ha e chi non ha le chiavette. Il Dm è chiaro: registri e formulari sono obbligatori per tutti; il Sistri è in prova. Mentre la nota dice altro.

 

Basta con il “Sistri creativo”: è nato con una norma, si disciplini con una norma o con gli strumenti consueti della P.a. (Circolari firmate e Gazzetta ufficiale) e non con un sito di cui il Ministero dell’ambiente (per primo) non si assume la responsabilità di quanto ivi affermato. Nello spazio “Responsabilità” della home page del sito si legge, infatti, che “I soggetti privati e pubblici preposti e coinvolti nella gestione operativa e di controllo del sistema SISTRI non si assumono alcuna responsabilità per quanto riguarda le informazioni contenute nel sito o generate da esso” e che tali informazioni “non sempre sono necessariamente esaurienti, complete, precise o aggiornate”. Non solo dematerializzazione di registri e formulari, ma anche di responsabilità e riferibilità dei contenuti. Come dire: quando l’informazione diventa disinformazione.

 

 

 

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