Rifiuti

Documentazione Complementare

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Risposta della Commissione Ce alle Interrogazioni parlamentari Ue E-2170/02 e E-2195/02

Scadenzario per chiarire la definizione di rifiuto - Chiarimento della definizione di rifiuto

Parlamento europeo

Risposta della Commissione Ue alle Interrogazioni parlamentari Ue E-2170/02 e E-2195/02

(Guce 6 febbraio 2003 n. C 28 E)

 

(2003/C 28 E/223)

Interrogazione scritta E-2170/02 di Marjo Matikainen-Kallström (PPE-DE) alla Commissione

(18 luglio 2002)

 

Oggetto: Scadenzario per chiarire la definizione di rifiuto

In risposta all'interrogazione scritta E-0885/02, la Commissario Margot Wallström ha affermato che il Sesto programma d'azione per l'ambiente esorta a chiarire la differenza giuridica fra il rifiuto e ciò che non lo è. La Commissario ha sostenuto che, nell'ambito del programma, la Commissione intende esaminare le modalità per svolgere tale compito nel modo migliore.

La definizione di rifiuto deve essere chiarita quanto prima, affinché le imprese che utilizzano le scorie dei processi di lavorazione non risentano più dell'attuale situazione, economicamente sfavorevole. Tra l'altro l'UNICE (Union of Industrial and Employers' Confederations of Europe) ha sollevato il problema e preso l'iniziativa al riguardo.

Quando intende la Commissione adottare delle misure per chiarire la definizione di rifiuto?

 

(2003/C 28 E/224)

Interrogazione scritta E-2195/02 di Marjo Matikainen-Kallström (PPE-DE) alla Commissione

(19 luglio 2002)

 

Oggetto: Chiarimento della definizione di rifiuto

Nell'interrogazione scritta E-0885/02 la scrivente ha chiesto alla Commissione di chiarire la definizione di rifiuto, affinché gli imprenditori che utilizzano le scorie dei processi di lavorazione siano esonerati dalla doppia tassazione. Nella risposta all'interrogazione la Commissario Margöt Wallström fa riferimento alla richiesta di sentenza anticipata relativa alle scorie di ferrocromo, attualmente all'esame della Corte di giustizia delle Comunità europee.

La richiesta di sentenza anticipata all'esame della Corte di giustizia delle Comunità europee comporterà, così si auspica, un chiarimento della posizione dei materiali di metallo rottamato nella direttiva e, di conseguenza, una situazione più adeguata per quanto li riguarda. La richiesta di sentenza anticipata riguarda tuttavia i rottami, ma non le scorie di cui tratta l'interrogazione e pertanto non agevola la situazione degli imprenditori che utilizzano le scorie dei processi di lavorazione.

Come intende la Commissione risolvere i problemi relativi allo sviluppo di prodotti per i quali vengono utilizzate scorie, in modo che non siano oggetto di una doppia tassazione?

 

Risposta comune data dal sigra Wallström in nome della Commissione alle interrogazioni scritte E-2170/02 e E-2195/02

(5 settembre 2002)

 

Secondo la decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente, adottata dal Consiglio l'11 giugno 2002, una delle azioni prioritarie in materia di uso e gestione sostenibili delle risorse naturali e dei rifiuti consiste nel precisare ciò che rientra nella nozione di rifiuto e ciò che invece deve considerarsi escluso.

La definizione di rifiuto di cui all'articolo 1, lettera a) della direttiva 75/442/Cee del Consiglio relativa ai rifiuti, nella versione modificata, costituisce uno degli elementi fondamentali della normativa comunitaria in materia di gestione dei rifiuti. Sin dalle prime fasi di attuazione del Sesto programma di azione, la Commissione esaminerà i criteri più adatti per operare la distinzione, valutando la necessità e l'opportunità di basarsi sui criteri già esistenti nella normativa comunitaria e nella giurisprudenza della Corte di giustizia.

La decisione di introdurre un'imposta sui rifiuti è una questione di esclusiva competenza dei singoli Stati membri, in quanto la normativa comunitaria non stabilisce alcun obbligo in tal senso. Pertanto sono i singoli Stati membri interessati (e non la Comunità) a dover eventualmente affrontare il problema della doppia imposizione posto dall'onorevole parlamentare.

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