Territorio

Documentazione Complementare

print

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Comunicato 13 giugno 2012

(Gu 14 giugno 2012 n. 137)

Atto di indirizzo recante «Indirizzi operativi per fronteggiare gli incendi boschivi, di interfaccia ed i rischi conseguenti per la stagione estiva 2012

 

Al Presidente della Regione Abruzzo

Al Presidente della Regione Basilicata

Al Presidente della Regione Calabria

Al Presidente della Regione Campania

Al Presidente della Regione Emilia-Romagna

Al Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia

Al Presidente della Regione Lazio

Al Presidente della Regione Liguria

Al Presidente della Regione Lombardia

Al Presidente della Regione Marche

Al Presidente della Regione Molise

Al Presidente della Regione Piemonte

Al Presidente della Regione Puglia

Al Presidente della Regione Sardegna

Al Presidente della Regione Siciliana

Al Presidente della Regione Toscana

Al Presidente della Regione Umbria

Al Presidente della Regione Valle d'Aosta

Al Presidente della Regione Veneto

Al Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano

Al Presidente della Provincia Autonoma di Trento

e, p.c. Al Ministro per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport

Indirizzi operativi per fronteggiare gli incendi boschivi, di interfaccia ed i rischi conseguenti per la stagione estiva 2012.

In vista della prossima stagione estiva, ritengo utile ed opportuno condividere alcune riflessioni con le SS.LL. affinchè, in linea con i presenti "indirizzi operativi", predisposti ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito dalla legge 9 novembre 2001, n. 401 e alla luce della disamina del fenomeno incendi in Italia negli ultimi anni, si possano promuovere ed adottare tutte le azioni e le iniziative utili a prevenire ed a fronteggiare gli incendi boschivi e di interfaccia, oltre che ogni situazione di emergenza conseguente, soprattutto nell'ottica della salvaguardia delle persone e dei beni.

Sotto il profilo del numero di incendi occorsi in Italia, dopo quelli gravi e devastanti del 2007, si stava registrando una diminuzione, che tuttavia nel 2011 ha visto un'inversione di tendenza, con un incremento percentuale molto significativo, anche dovuto ad una stagione invernale particolarmente impegnativa rispetto al passato ed al protrarsi di quella estiva fino ad autunno inoltrato.

Al contempo si è rilevata, positivamente, una diminuzione della superficie media percorsa dal fuoco per singolo incendio, attribuibile presumibilmente ad interventi efficaci di spegnimento delle fiamme operati con rapidità dalle squadre a terra, anche con il concorso, sovente risolutivo, delle risorse aeree regionali e statali. Tali risorse aree, le prime a livello tattico e le seconde di portata strategica, sono peraltro in grado di portarsi con immediatezza su incendi in località impervie e poco raggiungibili da terra, evitando di lasciarli trasformare in incendi di interfaccia.

Resta comunque il fatto che l'aumento del numero di incendi segnala la necessità di incrementare ulteriormente le attività di monitoraggio del territorio e di prevenzione, che possono essere attuate anche mettendo a fattor comune mezzi e risorse dei diversi Enti, a vario titolo coinvolti nella gestione degli incendi boschivi e di interfaccia. L'anno in corso evidenzia ancora una forte recrudescenza del fenomeno sia in termini di numero di incendi che di superficie complessiva percorsa dal fuoco, anche dovuta alle condizioni meteo climatiche favorevoli.

Ritengo dunque che il sistema Paese, a tutti i livelli di responsabilità, non possa permettersi di non affrontare, con la dovuta attenzione, il fenomeno incendi che continua ad interessare vaste aree del territorio, con significative perdite di carattere ambientale ed economico, e mettendo peraltro in pericolo le infrastrutture e gli insediamenti urbani, data l'elevata antropizzazione del nostro territorio.

Pertanto, auspico che si prosegua nel consolidare e potenziare gli sforzi fin qui ottenuti, con un'adeguata ed efficiente risposta in termini di sorveglianza, avvistamento e lotta attiva, una puntuale attività di prevenzione e di pianificazione anche di protezione civile, nonchè attraverso il coordinamento del flusso delle informazioni tra i diversi soggetti competenti per garantirne la corretta circuitazione. Nell'attuale contesto di particolare congiuntura economica, appare doveroso richiamare l'attenzione sull'opportunità che le risorse e gli strumenti siano condivisi, ad esempio tra i territori confinanti, nelle forme e nelle modalità che le SS.LL. riterranno più opportune e proficue.

Le esperienze degli anni precedenti inoltre dimostrano che un efficace coordinamento tra i settori che si occupano di incendi boschivi e quelli che hanno la responsabilità della protezione civile, consente di avere tempestive azioni di contrasto agli incendi, specialmente quando questi coinvolgono le aree di interfaccia e, in tal senso, ritengo necessario che, nelle diverse organizzazioni regionali, i due settori siano tra loro ben coordinati, laddove non integrati.

Ciò premesso, nell'indicare, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto legge 31 maggio 2005, n.90, convertito dalla legge 26 luglio 2005, n.152, l'inizio della prossima campagna estiva al 15 giugno 2012 ed il termine al 30 settembre 2012, al fine di garantire una risposta tempestiva ed efficace sia di contrasto agli incendi boschivi e di interfaccia, sia, eventualmente, di protezione civile, vogliano le SS.LL., fatto salvo quanto già previsto dalla normativa nazionale e regionale vigente, organizzare le proprie attività secondo le seguenti indicazioni:

a) Attività di previsione e prevenzione favorire, laddove non già predisposta, l'attivazione dei Centri Funzionali Decentrati, di cui alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004, anche integrandoli, ove possibile, con i diversi settori di rischio. Nello specifico, curare quello preposto alle attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza delle condizioni di rischio connesse agli incendi boschivi e di interfaccia, anche al fine di assicurare, secondo le indicazioni delle linee guida di cui al D.M. 20 dicembre 2001, Parte II, Punto 12, la predisposizione di bollettini regionali per il sistema d'allertamento ai fini di protezione civile, ai diversi livelli territoriali e per l'organizzazione di quello di lotta attiva. Il modello previsionale delle condizioni di suscettività all'innesco ed alla propagazione degli incendi boschivi, in uso presso il Dipartimento della Protezione Civile e reso disponibile ai Centri Funzionali Decentrati dal 2011, può essere utilizzato, laddove non ve ne siano altri di dettaglio, a supporto dell'organizzazione dei predetti sistemi;

attivare ogni possibile forma di sensibilizzazione e di stimolo nei confronti di Enti e Società che gestiscono le infrastrutture, nonchè degli Enti locali competenti, affinchè provvedano alle necessarie attività di manutenzione mirate alla riduzione delle condizioni favorevoli all'innesco ed alla propagazione degli incendi, in particolare nelle fasce perimetrali delle zone antropizzate, delle infrastrutture strategiche e della rete viaria e ferroviaria, anche attraverso la riduzione della massa combustibile e la realizzazione di fasce di salvaguardia.

Parallelamente si sollecitano gli Enti competenti ad attivare tutte le opportune forme di vigilanza del territorio atte a verificare le eventuali inadempienze;

promuovere ogni possibile azione di impulso verso le Amministrazioni comunali affinchè adempiano a quanto previsto dall'articolo 10, comma 2 della legge n.353 del 2000, relativamente all'istituzione ed all'aggiornamento del catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco, disponibili presso i sistemi regionali, o avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato e fruibili presso il Sistema Informativo della Montagna. Il catasto rappresenta la condizione indispensabile per rendere cogenti i vincoli e le prescrizioni di cui al comma 1 del predetto articolo 10;

favorire e promuovere ogni azione necessaria a potenziare ed ottimizzare l'organizzazione ed il coordinamento del personale appartenente alle organizzazioni di volontariato, riconosciute secondo la vigente normativa, ed impiegate, ai diversi livelli territoriali, nelle attività di sorveglianza, vigilanza e presidio del territorio, nelle aree e nei periodi di maggior rischio;

stabilire, ai sensi dell'articolo 7, comma 6, della legge n.353 del 2000, anche sulla scorta delle positive esperienze in tal senso adottate in alcune realtà italiane, forme di incentivazione per il personale stagionale utilizzato, strettamente correlate ai risultati ottenuti in termini di riduzione delle aree percorse dal fuoco.

b) Attività di pianificazione ai sensi della legge quadro sugli incendi boschivi definire la delimitazione delle aree e dei periodi a rischio, prevedendo anche opportune iniziative finalizzate ad inibire ogni azione, anche solo potenziale, che determini l'innesco di incendio, definendo, con le Prefetture — Uffici Territoriali di Governo ed i Comuni a maggior rischio, l'eventuale attività di controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine, anche attraverso la definizione di specifiche procedure di comunicazione tra le Sala Operative;

provvedere alla revisione annuale del Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, di cui all'articolo 3, comma 3, della legge n.353 del 2000, redatto secondo le linee guida di cui al Dm 20 dicembre 2001, evidenziando gli obiettivi prioritari da difendere, nonchè il modello di intervento che riporti le attività necessarie ad una efficace gestione dell' emergenza;

assicurare il fondamentale raccordo tra il suddetto Piano regionale ed i Piani per i Parchi e le Riserve Naturali dello Stato, predisposti dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ai sensi dall'articolo 8, della legge n. 353 del 2000;

garantire, anche tramite le intese eventualmente sottoscritte a livello regionale previste dall'articolo 7, della legge n. 353 del 2000, l'uniformità delle procedure operative di intervento nelle attività di contrasto degli incendi a terra, specificando le competenze nel caso di soprassuoli prevalentemente forestali oppure prevalentemente antropizzati;

assicurare che il modello organizzativo per lo spegnimento a terra preveda un congruo quantitativo di squadre di intervento, debitamente addestrate ed equipaggiate, dislocate per ambito territoriale di pertinenza e in considerazione degli obiettivi prioritari da salvaguardare; provvedere, altresì, all'indispensabile presenza, per ognuno dei suddetti ambiti territoriali, di almeno un direttore/responsabile delle operazioni di spegnimento — dotato di professionalità e profilo di responsabilità tali da consentire l'ottimale coordinamento delle attività delle squadre medesime con quelle dei mezzi aerei — anche appartenente, previa specifica intesa, alle strutture operative del Corpo Forestale dello Stato e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

c) Attività di pianificazione di protezione civile sollecitare e sostenere i Sindaci nella predisposizione e nell'aggiornamento dei piani comunali o intercomunali di protezione civile, anche di carattere speditivo, con particolare riferimento al rischio di incendi di interfaccia, oltrechè nella definizione delle procedure di allertamento del sistema locale di protezione civile, nella mappatura del territorio secondo i diversi livelli di rischio di incendi di interfaccia e nelle attività di informazione alla popolazione. Stante la peculiarità del periodo estivo, si raccomanda altresì la promozione dell'elaborazione di specifici piani di emergenza per gli insediamenti, le infrastrutture e gli impianti turistici, anche temporanei, prossimi ad aree boscate;

provvedere, ove possibile, alla definizione di specifiche intese ed accordi tra Regioni e Province Autonome, anche limitrofe, nell'ambito delle quali trovare un'appropriata e coordinata sintesi delle iniziative volte ad assicurare una pronta ed efficace cooperazione e condivisione di uomini e mezzi, in particolare del volontariato, nonchè di mezzi aerei da destinare ad attività di vigilanza e di lotta attiva agli incendi boschivi, sia in caso di eventi particolarmente intensi sia durante i periodi ritenuti a maggior rischio;

rendere disponibile al Dipartimento della protezione civile i prodotti informativi e formativi realizzati a livello regionale e locale, al fine di condividere le diverse iniziative ed ottimizzare le risorse, anche economiche, disponibili.

d) Attività di lotta attiva agli incendi boschivi e di interfaccia e di gestione dell'emergenza assicurare la piena integrazione procedurale e operativa con le amministrazioni statali, centrali e periferiche, in relazione all'impiego sia di risorse strumentali sia di conoscenze specialistiche, valutando, altresì, il ricorso ad accordi per l'utilizzo di figure professionali adeguate alle esigenze operative, ove non presenti nella struttura regionale o provinciale;

garantire un costante collegamento tra le Sale Operative Unificate Permanenti (Soup), di cui all'articolo 7, della legge n.353 del 2000, e le Sale operative regionali di protezione civile, laddove non già integrate, nonchè il necessario e permanente raccordo con il Centro Operativo Aereo Unificato (Coau) e la Sala Situazione Italia del Dipartimento della protezione civile, ai fini, rispettivamente, della richiesta di concorso aereo e del costante aggiornamento sulla situazione a livello regionale delle emergenze derivanti dagli incendi di interfaccia. In proposito è indispensabile che il Coau abbia immediata, piena e costante visibilità dell'impiego tattico degli assetti regionali al fine di poter far intervenire le risorse strategiche aeree statali ove più necessario in ogni momento. Ciò evitando diseconomie in continui spostamenti attraverso la Penisola e moltiplicando, nella brevità dei tempi di intervento, l'efficacia;

assicurare, così come previsto dall'articolo 7 comma 3, della legge n. 353 del 2000, un adeguato assetto della propria Soup ovvero, per quanto concerne le Regioni a statuto speciale e le Province Autonome, dell'eventuale analoga struttura di coordinamento, prevedendone un'operatività di tipo continuativo nei periodi di maggior rischio di incendio boschivo, ed integrando le proprie strutture con quelle del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale dello Stato e dei Corpi Forestali Regionali e/o Provinciali, nonchè, ove necessario, con personale delle organizzazioni di volontariato riconosciute, delle Forze Armate, delle Forze dell'ordine e delle altre componenti e strutture operative di cui alla legge n. 225 del 1992;

valutare la possibilità di definire gemellaggi tra Regioni, e tra Regioni e Province Autonome, per l'attività di lotta attiva agli incendi boschivi, intesi non solo come scambio di esperienze e conoscenze tra strutture ed operatori ma, soprattutto, come strumento di potenziamento del dispositivo di intervento. Il Dipartimento della protezione civile assicurerà il proprio supporto alle iniziative di gemellaggi tra le Regioni che coinvolgono le organizzazione di volontariato, nei limiti dei fondi disponibili;

comunicare al Dipartimento della protezione civile i numeri telefonici attivati a livello regionale per la segnalazione degli incendi boschivi e di interfaccia e per l'informazione alla popolazione sul tema, al fine di coordinare più efficacemente la risposta del Dipartimento stesso nell'ambito delle attività del proprio contact center a servizio del cittadino;

assicurare la diffusione e la puntuale attuazione delle "Disposizioni e procedure per il concorso della flotta aerea della Stato nella lotta attiva agli incendi boschivi", emanate dal Dipartimento della protezione civile, onde garantire la prontezza, l'efficacia e la tempestività degli interventi, nonchè l'impiego ottimale dei mezzi aerei rispetto alle tipologie di evento;

fornire al Coau del Dipartimento della protezione civile la piena e costante visibilità dello schieramento degli assetti regionali, in modo da rendere più sinergico, efficiente ed economico possibile quello di base aereo statale che, quando opportunamente rimodulato insieme al regionale, può svolgere un ruolo, anche solutorio, sia a livello regionale che a quello interregionale;

provvedere alla razionalizzazione delle richieste di spegnimento indirizzate al Coau del Dipartimento della protezione civile, per situazioni di reale necessità rispetto all'attività di contrasto a terra;

promuovere un'attività di sensibilizzazione presso gli aeroclub presenti sul territorio affinchè, nell'ambito delle normali attività di volo e di addestramento, i piloti svolgano anche attività di avvistamento, segnalando prontamente eventuali principi di incendio boschivo all'Ente preposto alla gestione del traffico aereo;

adottare tutte le misure necessarie, compresa l'attività di segnalazione all'Ente nazionale per l' aviazione civile ai sensi dell' art. 712 del Codice della Navigazione, affinchè impianti, costruzioni ed opere che possono costituire ostacolo per il volo degli aeromobili antincendio ed intralcio alle loro attività, siano provvisti di segnali, incrementando in tal modo la sicurezza dei voli della flotta aerea antincendio;

ampliare per quanto possibile l'individuazione di fonti idriche e realizzarne di nuove idonee al prelievo di acqua da parte degli aeromobili impiegati in Aib;

fornire il continuo aggiornamento delle informazioni relative alle fonti di approvvigionamento idrico, con particolare riferimento alla presenza anche temporanea di ostacoli e pericoli per la navigazione aerea ed al carico d'acqua;

definire opportune intese con le Capitanerie di Porto sia per identificare e garantire aree a ridosso delle coste idonee per il pescaggio dell'acqua a mare da parte dei mezzi aerei e sicure anche per le attività di pesca e balneazione, sia per assicurare l'eventuale intervento da mare per il soccorso alle popolazioni qualora minacciate da incendi prossimi alla linea di costa.

Inoltre, consapevole del valore dell'educazione e della formazione del senso civico quale forma indiretta di una efficace prevenzione, si chiede di proseguire nella promozione di iniziative volte alla diffusione della cultura di protezione civile tra i cittadini, coinvolgendo le Amministrazioni comunali, per illustrare in particolare le corrette norme di comportamento da adottare per salvaguardare l'ambiente e mettere in evidenza le gravi conseguenze derivanti dagli incendi boschivi e di interfaccia.

Si coglie l'occasione per ribadire che oggi più che mai è indispensabile garantire la trasparenza dell'azione delle pubbliche amministrazioni per i cittadini e pertanto, in tale ottica si informa che da quest'anno, sul sito istituzionale del Dipartimento della protezione civile, verrà reso disponibile un riepilogo degli assetti regionali e statali dedicati all'AIB. Si invitano quindi le SS.LL. a volere verificare che le proprie strutture abbiano già provveduto all'invio delle informazioni richieste, secondo le modalità già comunicate dal Dipartimento della protezione civile.

Confido vivamente nella tempestiva e puntuale attuazione dei presenti indirizzi operativi, anche con il concorso di tutte le diverse componenti istituzionali chiamate ad operare a diverso titolo, al fine di garantire il coordinamento della risposta organizzativa ed operativa nell'imminente stagione estiva 2012.

Roma, 13 giugno 2012

Annunci Google
  • ReteAmbiente s.r.l.
  • via privata Giovanni Bensi 12/5,
    20152 Milano

    Tel. 02 45487277
    Fax 0245487333

    R.E.A. MI - 2569357
    Registro Imprese di Milano - Codice Fiscale e Partita IVA 10966180969

Reteambiente.it - Testata registrata presso il Tribunale di Milano (20 settembre 2002 n. 494) - ISSN 2465-2598