Direttiva acque reflue, arrivano sanzioni per Italia

Acque (Giurisprudenza)

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Dopo la condanna del 2012 per lo scorretto recepimento della direttiva 91/271/Cee sulle acque reflue il 31 maggio 2018 la Corte di Giustizia Ue ha sanzionato l'Italia che in 6 anni non ha dato esecuzione alla sentenza.

Con la sentenza 31 maggio 2018, causa C-251/17 la Corte di Giustizia ha condannato l'Italia per non avere dato esecuzione alla sentenza 19 luglio 2012, causa C-565/10 che aveva condannato in nostro Paese per lo scorretto recepimento della direttiva 91/271/Cee recepita col Dlgs 152/1999 poi confluito nel Dlgs 152/2006, in quanto aveva ritenuto che in Italia fossero presenti agglomerati con più di 15.000 abitanti in cui non viene effettuato un trattamento conforme delle acque confluite nelle reti fognarie in contrasto con le prescrizioni e i tempi stabiliti dalla direttiva 91/271/Cee.

Non avendo l'Italia ancora adempiuto alle disposizioni della sentenza del 2012 che le imponevano di adeguare il diritto interno a quello Ue, è stata condannata dalla Corte a una sanzione pecuniaria di 25 milioni di euro nonché a una sanzione semestrale di 30.112.500 euro che si applicherà fino all'esecuzione integrale della sentenza del 19 luglio 2012. Occorre ricordare che l'Italia era stata condannata anche per incompleto recepimento direttiva 91/271/Cee relativa alle reti fognarie nelle aree sensibili con più di 10.000 abitanti (sentenza 10 aprile 2014, causa C-85/13, in merito alla quale il 17 maggio 2018 la Commissione ha minacciato la richiesta di sanzioni alla Corte Ue se la sentenza del 2014 non verrà eseguita).