Traffico illecito di rifiuti, Cassazione fissa competenze
Rifiuti
La competenza sul reato di traffico illecito spetta al Giudice del territorio dove i rifiuti sono stati smaltiti, anche quando la base logistica dell'organizzazione illecita viene localizzata in una città diversa.
Se pure è vero che ai fini della configurabilità del delitto sanzionato dall'articolo 260 del Dlgs 152/2006 risulta senz'altro rilevante la predisposizione di una struttura operativa “organizzata”, argomenta la Corte di Cassazione nella sentenza 19509/2014, questa assume rilevanza e diventa punibile ai sensi della norma solo quando alla stessa segua, effettivamente, una protratta e consistente attività di smaltimento dei rifiuti, condizione necessaria per la configurabilità del delitto.
La Suprema ha così risolto un conflitto di competenza tra il Tribunale di Trieste, città dove aveva sede la società incaricata della gestione dei rifiuti, e quello di Trento, nel cui territorio è sita la discarica oggetto dello smaltimento abusivo, ordinando la trasmissione degli atti del procedimento in Trentino Alto-Adige.
Attivtà organizzate di traffico illecito di rifiuti - Dlgs 152/2006 - Reato abituale di condotta - Competenza territoriale - Giudice del luogo in cui le varie frazioni della condotta, per la loro reiterazione, hanno determinato il comportamento punibile
Norme in materia ambientale - Stralcio - Parte IV - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
Rifiuti - Attività organizzate per il traffico illecito - Articolo 260, Dlgs 152/2006 - Competenza - Luogo di smaltimento - Condizione necessaria per la configurabilità del delitto - Prevale
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