Mafia & Rifiuti, Relazione Dia: filiera lunga rifiuti aiuta criminalità

Rifiuti (Documentazione Complementare)

Parole chiave: Rifiuti | Discariche / Smaltimento | Sanzioni | Rifiuti urbani | Raccolta / Trasporto

Altri documenti con le stesse parole chiave

• Opp Trento 10 aprile 2020, n. 207099/1 (18/04/2020)
• Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 (26/11/2006)
• Opgr Basilicata 21 marzo 2020, n. 8 (26/03/2020)
• Opgr Sardegna 3 aprile 2020, n. 16 (04/04/2020)
• Rapporto Istituto superiore della Sanità 31 marzo 2020, n. 3 (31/03/2020)
• Nota Regione Lazio 17 marzo 2020, n. 229413 (20/03/2020)
• Opgr Lazio 1 aprile 2020, n. Z00022 (02/04/2020)
• Opgr Sicilia 14 gennaio 2016, n. 1 (08/06/2016)

Secondo il Focus "Mafia & Rifiuti" della Relazione della Direzione antimafia diffusa il 22/1/2020, le criticità gestionali del rifiuto e la lunghezza della filiera legale aiutano la criminalità organizzata.

La Relazione del Ministero dell'interno al Parlamento sull'attività semestrale 2019 (gennaio-giugno) svolta dalla Direzione antimafia dedica un apposito Focus al rapporto tra mafia e rifiuti, dando un resoconto dettagliato delle attività criminali, non solo di stampo mafioso, legate agli ecoreati. Secondo gli organi inquirenti la filiera legale dei rifiuti (disciplinata dal Dlgs 152/2006) appare troppo lunga negli aspetti spazio-temporali e costringe il rifiuto, dalla produzione allo smaltimento, ad una forte mobilità sul territorio (altre Regioni o estero), dando modo alla criminalità di infiltrarsi maggiormente. Come sottolineato nella relazione "I trafficanti lo sanno bene: più rifiuti, più passaggi, più chilometri, più affari in vista".

Ad allungare la filiera concorrono la mancata realizzazione di impianti di smaltimento tecnologicamente avanzati, il mancato potenziamento di ulteriori infrastrutture necessarie, a monte per il riciclo di materia e la stabilizzazione della trattazione organica. Questo ha portato a demandare lo smaltimento di quasi tutti i rifiuti urbani al conferimento in discarica, che spesso avviene dopo un farraginoso e dispendioso iter di trattamento e trasporto. Indispensabile ridurre la filiera legale applicando pienamente il Codice ambientale (in particolare i principi di autosufficienza e prossimità ex articolo 182-bis del Dlgs 152/2006) e fare in modo, così, che la chiusura del ciclo possa avvenire in prossimità del luogo di produzione del rifiuto, al di là della sola logica del conferimento in discarica.

Per maggiori informazioni: Relazione Direzione investigativa antimafia 2020 "Mafia & Rifiuti"