End of waste, anche il controllo va “autorizzato”

Rifiuti

Parole chiave: Rifiuti | Recupero / Riciclo | End of waste / Mps | Sanzioni | Acciaio e metalli ferrosi | Raccolta / Trasporto

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L'operazione di controllo dei rifiuti tesa a verificare se questi soddisfano i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto rientra tra le operazioni di recupero, ed è quindi necessario che venga effettuata da un soggetto autorizzato.

A dirlo è la Corte di Cassazione (sentenza 16423/2014), che ha rigettato il ricorso contro il sequestro preventivo di un autocarro sorpreso a trasportare rifiuti ferrosi e non ferrosi (rame) senza autorizzazione, escludendo che gli stessi potessero costituire “materie prime seconde”.

La nozione di Mps all'interno del Dlgs 152/2006, ricorda la Corte, è stata sostituita nel 2010 con quella di “cessazione della qualifica di rifiuto” (o “end of waste”), la quale precisa che l'operazione di recupero può consistere nel mero controllo dei rifiuti finalizzato a verificare se questi soddisfano le condizioni previste dalla stessa norma.

La necessità che il rifiuto venga sottoposto a recupero prima di essere sottratto alla disciplina ambientale, quindi, rappresenta una costante e non è mai venuta meno. E l'operazione di recupero, ai sensi degli articoli 208, 214 e 216 del Dlgs 152/2006, non può che essere posta in essere da un soggetto appositamente autorizzato.