Trattamento acque reflue urbane, nuova condanna per l'Italia
Acque
La Corte di Giustizia ha condannato il nostro Paese per la mancata realizzazione delle reti fognarie in 8 agglomerati lombardi, e il mancato trattamento delle acque reflue urbane in altri 33 agglomerati sparsi in 11 Regioni italiane.
A quasi 25 anni dalla pubblicazione in Guue, l'Italia continua a ricevere nuove condanne dalla Corte di Giustizia per la mancata applicazione della direttiva 91/271/Cee sul trattamento delle acque reflue urbane.
A meno di due anni dalla sentenza 19 luglio 2012 (causa C-565/10) con cui l'Italia era stata condannata per il mancato trattamento degli scarichi provenienti da decine di agglomerati con più di 15mila abitanti equivalenti, il nostro Paese riceve una nuova sentenza sfavorevole (sentenza 10 aprile 2014, causa C-85/13), in questo caso relativa a 41 agglomerati con più di 10mila abitanti equivalenti, per mancata realizzazione delle reti fognarie e mancato trattamento preventivo prima dello scarico (“secondario” o “più spinto”, nel caso di scarico in aree sensibili). Le violazioni riguardano tutte adempimenti scaduti tra il 1998 e il 2005.
L'Italia è stata condannata anche per non aver progettato, costruito e gestito gli impianti in maniera tale da garantire prestazioni sufficienti.
Direttiva 91/271/Cee – Trattamento delle acque reflue urbane – Articoli da 3 a 5 e 10 – Allegato I, sezioni A e B - Inadempimento dell'Italia - Sussiste
Inadempimento di uno Stato – Direttiva 91/271/Cee – Trattamento delle acque reflue urbane – Articoli 3, 4 e 10 – Rete fognaria – Trattamento secondario o equivalente – Impianti di trattamento – Campioni rappresentativi
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