Trattamento acque reflue urbane, Italia condannata
Acque


La Corte di Giustizia ha condannato il nostro Paese per l’assenza di reti fognarie, il mancato trattamento delle acque reflue urbane e le prestazioni insufficienti degli impianti di trattamento.
La Corte di Giustizia (sentenza 19 luglio 2012, causa C-565/10) ha infatti accertato che in Italia sono ancora numerosi gli agglomerati con più di 15mila abitanti equivalenti in cui non viene effettuato un trattamento conforme delle acque confluite nelle reti fognarie, o addirittura sprovvisti di quest’ultime. In base alla direttiva 91/271/Cee, tali situazioni avrebbero dovuto essere state risolte entro la fine del 2000, quasi 12 anni fa.
Non poteva quindi che concludersi con una condanna per violazione della direttiva 91/271 sul trattamento delle acque reflue urbane la procedura di infrazione avviata contro il nostro Paese dalla Commissione Ue, nel dicembre 2010, in relazione a decine di agglomerati sparsi tra Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia e Sicilia.
Inadempimento di uno Stato – Direttiva 91/271/Cee – Trattamento delle acque reflue urbane – Articoli 3, 4 e 10 – Rete fognaria – Trattamento secondario o equivalente – Impianti di trattamento – Campioni rappresentativi
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