Trattamento acque reflue urbane, ultimatum per l’Italia
Acque
La Commissione chiede informazioni al nostro Paese in relazione al mancato trattamento delle acque prodotte da agglomerati superiori ai 10mila abitanti e scaricate in aree sensibili, obbligatorio a livello comunitario dal 1998.
A tredici anni di distanza da tale termine l’Italia ha compiuto dei progressi, si legge nel comunicato stampa pubblicato dalla Commissione Ue il 19 maggio 2011, ma rimangono almeno 143 città sfornite di un collegamento ad un impianto fognario adeguato, di impianti per il trattamento secondario e/o della capacità di gestire le variazioni di carico.
L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere al parere motivato, ultimo passo prima del deferimento alla Corte di Giustizia Ue.
La Commissione ricorda che l’Italia è già in attesa di giudizio della Cge per il mancato adeguamento degli agglomerati con più di 15mila abitanti che non scaricano in aree sensibili, che sarebbe dovuto avvenire entro il 2000. Sono inoltre in corso le indagini per valutare la situazione degli agglomerati minori.
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