News - Editoriali

Roma, 11 maggio 2010

I rifiuti in Italia sono come Gurdulù: si trasformano ed imitano altro (a tutto svantaggio di quanto - veramente - rifiuto non è)

Rifiuti

(Paola Ficco)

 

"Playlist" ovvero smembramento dell’unità artistica. Così, oggi, tutti possiamo scaricare un brano da iTunes ed inserirlo nella nostra “playlist”. Bello il brano, ma l’emozione dell’opera nella sua interezza l’abbiamo persa. Sulla base di questa perdita, la High Court britannica ha riconosciuto il diritto dei Pink Floyd a non consentire alla propria casa discografica (Emi) lo smembramento dei propri album e la cessione ad iTunes dei diritti di riproduzione dei singoli brani. Quindi, nessuna “atomizzazione”.

 

A parte i Pink Floyd, iTunes continuerà a vivere perché ciascuno di noi vuole ascoltare solo quello che vuole e che gli piace, creando le proprie “playlist”.

 

Credo che tale concetto sia ascrivibile anche al variegato mondo dei rifiuti, dove ciascuno scrive e legge solo quello che vuole scrivere e leggere smembrando l’unità di fondo della costruzione logica. Le emergenze rifiuti, in fondo, sono “playlist”; come, a volte, lo sono le autorizzazioni e, non di rado, le condotte dei singoli.

 

Condotte personali, sempre meno ispirate al senso del reale e all’osservanza delle regole della legislazione, improntate al perseguimento del possibile (per sé), e armate di volontà ferrea ma lontana dall’educazione ad un apprendimento attivo (unico antidoto alla passività cui ci inducono i sistemi di “intrattenimento”). Il tutto alimentato da un’allarmante incapacità di dettare norme chiare e semplici da parte dei sistemi a ciò deputati.

 

Ne deriva un novello Ser Agilulfo, il “Cavaliere inesistente” di Italo Calvino. Puro spirito che vive grazie alla sua forza di volontà, votato a Carlo Magno, privo di corpo ma dotato di un’armatura che si muove come se davvero l’eroe l’abitasse. Pensato per non esistere, come la gestione dei rifiuti in Italia.

 

L’armatura è l’imponente sistema normativo, l’ubiquitario Sistri, l’immenso repertorio giurisprudenziale, l’infinità di competenze e funzioni amministrative. Lo spirito è la forza di volontà nel voler continuare a dettare regole (simili ma sempre diverse), salvo averne la reale capacità.

 

E così i rifiuti si trasformano, come il pazzo Gurdulù che (ancora nel “Cavaliere inesistente”), non sapendo di esistere, imita quello che incontra (anatre, meli e zuppe). Anche i rifiuti, spesso, non sanno di esistere, imitano altro: materie prime secondarie e sottoprodotti nel tentativo di sottrarsi alla volontà del puro spirito e alla sua armatura cercando di trasformarsi nella bella Bradamante (con l’armatura sempre bianca e lucente). In questo disordine, l’economia di scala che sottende alle vere materie prime secondarie ed ai veri sottoprodotti, incarnando l’intelligenza di un sistema evoluto, cade sotto i colpi della casualità, dell’istinto e della confusione. Il risultato è semplice: disaffezione, distrazione e “incattivimento” a vario titolo declinato.

 

 

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