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Comunicato Presidenza del Consiglio dei Ministri 22 settembre 2003

Indirizzi operativi per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Comunicato 22 settembre 2003

(Gu 22 settembre 2003 n. 220)

Indirizzi operativi per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici

 

 

Ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano

All'Anci

All'Upi

All'Uncem

e, per conoscenza:

Al Ministro per gli affari regionali

Al capo del Dipartimento della protezione civile

 

In considerazione della particolare stagione estiva che si avvia a conclusione, caratterizzata da elevate temperature e scarse precipitazioni, è lecito ipotizzare, per questo mese e per l'autunno, frequenti fenomeni di precipitazioni particolarmente intensi e diffusi che, nella situazione di grave dissesto idrogeologico che interessa alcune zone del nostro Paese, peraltro accentuata negli ultimi mesi dal fenomeno degli incendi boschivi, potrebbero causare eventi idrogeologici severi con gravi conseguenze per la popolazione ed il territorio.

In relazione allo scenario delineato, nell'ambito delle iniziative che le SS.LL. vorranno assumere per migliorare la capacità previsionale dei fenomeni alluvionali e franosi su scala locale, per impedire o mitigare gli effetti dannosi di tali eventi sul territorio e per ottimizzare la risposta di protezione civile in fase di emergenza, si sottolineano, di seguito, le problematiche più delicate ed urgenti che andranno necessariamente affrontate per ridurre, quanto più è possibile, il rischio per la popolazione.

In primo luogo è necessario che ciascuna Regione e Provincia autonoma, anche nell'eventualità del mancato esercizio delle prerogative di cui all'articolo 108 del decreto legislativo n. 112/1998, attribuisca le responsabilità in materia di pianificazione di emergenza e di attuazione degli interventi e definisca con urgenza, in relazione anche al temuto manifestarsi di un evento di natura idrogeologica, le procedure per l'attivazione del sistema di protezione civile su scala territoriale in modo da garantire il necessario raccordo, sia in fase previsionale, sia in fase di emergenza, tra il livello nazionale e quello locale. Tali procedure dovranno innanzitutto assicurare un costante collegamento tra il centro situazioni del Dipartimento della protezione civile, le sale operative regionali e quelle degli uffici territoriali di governo, attive 24 ore su 24, e, quindi, garantire che l'allertamento venga tempestivamente trasmesso ai Sindaci, in modo che ciascuno di essi, in qualità di autorità di protezione civile, possa provvedere all'attivazione dei primi servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione sul proprio territorio, coerentemente con quanto previsto dall'articolo 108, comma 1, lettera c), del decreto legislativo n. 112/1998. Qualora le condizioni lo richiedano, le suddette attività saranno svolte con il supporto delle autorità provinciali e regionali e di concerto con gli uffici territoriali di governo che, coerentemente con quanto pianificato in sede locale dai competenti enti territoriali assicurerà, agli stessi, il concorso dello Stato e delle relative strutture periferiche per l'attuazione agli ulteriori interventi.

In tal senso è utile che le SS.LL. provvedano, quanto prima, ad un censimento delle risorse pubbliche e private, in termini di uomini, mezzi, materiali e tecnologie, presenti sul proprio territorio, avendo cura di verificarne la dislocazione, l'efficienza, i tempi e le modalità di attivazione, in modo da contare su un quadro puntuale ed aggiornato dell'effettiva disponibilità in uso di emergenza.

In questo contesto si inserisce la necessità di promuovere, anche attraverso gli uffici territoriali di governo e le amministrazioni provinciali, tavoli tecnico-operativi con gli enti e le aziende che gestiscono i servizi essenziali e la viabilità, affinché vengano predisposte pianificazioni speditive atte a garantire la continuità dei servizi in caso di emergenza.

Un'attenzione particolare andrà riservata ai servizi sanitari, che, come è noto, in occasione di un evento calamitoso possono rappresentare tanto una risorsa quanto un elemento vulnerabile; sarà quindi necessario definire, insieme con i responsabili delle strutture sanitarie, le misure preventive da adottare per garantire la sicurezza e la funzionalità dei servizi in emergenza.

Nell'ambito dell'attività di prevenzione ritengo doveroso che le SS.LL. si facciano parte diligente al fine di promuovere e definire, nel dettaglio, le azioni del servizio di piena e di pronto intervento idraulico. In tal senso, altresì, programmeranno con i gestori degli invasi, in stretta collaborazione con il Registro italiano dighe e le autorità di bacino, per quanto possibile, la massima disponibilità di volumi destinabili ai fini della laminazione delle eventuali piene.

Si chiede poi alla SS.LL. di voler accertare, in tempi brevi, con le modalità ritenute più opportune, l'avvenuta predisposizione dei piani di emergenza per rischio idrogeologico a livello provinciale e comunale e di verificarne l'effettiva attuabilità in caso di evento.

In particolare, soprattutto per le aree ad elevato e molto elevato rischio idrogeologico (individuate e perimetrate sulla base del decreto-legge n. 180/1998 convertito nella legge n. 267/1998), anche in assenza di una pianificazione di emergenza, è necessario assicurarsi che, sulla base della definizione di scenari di massima, sia stato previsto un piano di viabilità alternativa a scala locale e siano state individuate in zone sicure:

sedi, anche provvisorie, per l'istituzione dei centri operativi e di coordinamento;

strutture che possano ospitare la popolazione preventivamente evacuata o senza tetto in seguito all'evento;

aree di emergenza per l'ammassamento dei soccorritori e delle risorse.

È opportuno, inoltre, verificare che nelle aree maggiormente a rischio, laddove non esistano adeguati sistemi di monitoraggio, vengano attivati, in situazioni di allerta, presidi territoriali composti da tecnici e volontari (usufruendo anche dei benefici previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 194/2001, laddove gli oneri risultino adeguatamente giustificati e documentati dalle Regioni) per il controllo a vista del territorio, in modo da garantire il necessario supporto ai Sindaci che hanno la responsabilità di adottare misure di salvaguardia della popolazione.

I Sindaci dovranno essere sollecitati a prevedere sistemi di allertamento rapido che consentano alla popolazione di essere tempestivamente informata in caso di pericolo incombente, e quindi, di adottare i comportamenti più adeguati.

In tale contesto è opportuno che, a livello comunale, venga avviata quanto prima, nelle forme e nei modi ritenuti più adeguati e con il supporto delle strutture regionali e provinciali, un'attività di informazione alla popolazione che riguardi, in particolare, le norme di comportamento da seguire in situazione di emergenza.

I Sindaci infine, sia durante le fasi che precedono il manifestarsi di un evento, sia durante l'evento stesso, dovranno essere altresì sollecitati a tenere costantemente aggiornate le sale operative provinciali e regionali e gli uffici territoriali di governo sull'evolversi della situazione e sulle misure adottate o che si intende adottare, affinché il sistema di protezione civile sovracomunale possa tempestivamente intervenire in caso di necessità. Sarà cura delle sale operative regionali e di quelle degli uffici territoriali di governo mantenere costantemente informato il Dipartimento della protezione civile.

Contestualmente ai presenti indirizzi operativi è stata avviata un'azione di sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni ed enti dello Stato affinché provvedano a raccordarsi con le SS.LL. nell'attività di pianificazione dell'emergenza e siano pronti ad affrontare, con tutte le risorse a disposizione, eventuali situazioni di crisi.

Sono certo che tutte le diverse componenti istituzionali che concorrono all'attività di protezione civile vorranno attuare gli indirizzi operativi proposti per il conseguimento del fondamentale, comune, obiettivo di aumentare la capacità di risposta operativa del sistema e, quindi, ridurre i possibili danni connessi a eventi idrogeologici.

Il Dipartimento della protezione civile assicurerà ogni dovuta collaborazione ed assistenza nelle forme ritenute più opportune per garantire la compiuta applicazione di quanto contenuto nella presente direttiva promuovendo e partecipando a riunioni di coordinamento e di verifica a livello nazionale e regionale finalizzate all'esame ed alla soluzione di qualsiasi problematica che possa compromettere le attività di competenza di ogni amministrazione interessata.

Roma, 8 settembre 2003

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