Fanghi di depurazione, riforma norme spinge per allontanamento da discarica
Rifiuti (Normativa in Cantiere)
È al vaglio delle Istituzioni uno schema di Dlgs che riscrive la disciplina di gestione dei fanghi di depurazione con l'obiettivo di un collocamento in discarica come opzione residuale.
Lo schema di Dlgs, che è destinato a sostituire lo "storico" Dlgs 99/1992 – oramai superato – disciplina le varie modalità di utilizzo dei fanghi posto che lo scopo è minimizzare lo smaltimento in discarica e allo stesso tempo evitare effetti nocivi su suolo, sottosuolo, acque, vegetazione, animali e uomo. La delega al recepimento è contenuta nella legge di delegazione Ue 117/2019 ma non è stata ancora esercitata dal Governo che non ha licenziato ufficialmente lo schema di Dlgs. L'utilizzo agronomico dei fanghi disciplinato dallo schema di Dlgs è un'operazione di recupero che va autorizzata ex articolo 208, Dlgs 152/2006 ovvero, se ne ricorrono le condizioni ex disciplina dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) o dell'autorizzazione unica ambientale (Aua) ex Dpr 59/2013.
Il provvedimento individua puntualmente i limiti per le sostanze pericolose da non superare, gli obblighi dei produttori e le sanzioni. Infine, lo schema di Dlgs introduce anche le disposizioni per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) per i composti a base di fosforo, per gli ammendanti e per i correttivi ottenuti dai fanghi, nel rispetto in linea generale di quanto disposto dall'articolo 184-ter del Dlgs 152/2006.
Utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura - Attuazione della direttiva 86/278/Cee
Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 - Stralcio - Recepimento delle direttive su rifiuti, discariche, imballaggi, veicoli fuori uso, pile e rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), della direttiva 2018/844/Ue sulla prestazione energetica in edilizia e 2018/2002/Ue sull'efficienza energetica
Elaborato da Gruppo di lavoro MinAmbiente/Ispra e diramato dallo stesso Dicastero nel febbraio 2020
A cura di Vincenzo Dragani e della Redazione Reteambiente
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