Commissione Ue su infrastrutture verdi: manca approccio strategico
Territorio (Documentazione Complementare)
Nella relazione sull'attuazione della Strategia sulle infrastrutture verdi diffusa il 24/5/2019, la Commissione Ue segnala la mancanza di approccio strategico e una diffusione quasi solo su piccola scala.
La comunicazione della Commissione 24 maggio 2019 fa il punto sui progressi compiuti nell'attuazione della "Strategia dell'Ue per le infrastrutture verdi — Rafforzare il capitale naturale in Europa" (comunicazione Commissione Ue 6 maggio 2013). Le infrastrutture verdi sono una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici. Nell'Ue le infrastrutture verdi includono la rete Natura 2000, quale struttura portante, nonché spazi naturali e seminaturali al di fuori di Natura 2000, come parchi, giardini privati, siepi, fasce tampone vegetate lungo i fiumi o paesaggi rurali ricchi di strutture con determinate caratteristiche e pratiche, ed elementi artificiali come giardini pensili, muri verdi, oppure ponti ecologici e scale di risalita per pesci.
Secondo la Commissione non è ancora stato attuato un approccio strategico per le infrastrutture verdi a livello di Ue; si dovrebbe inoltre considerare un quadro di sostegno più solido a loro favore. La diffusione delle infrastrutture verdi avviene sovente solo su piccola scala, senza riconoscere i potenziali benefici economici e sociali derivanti dal loro utilizzo. La Commissione chiede agli Stati membri maggiori sforzi per sviluppare ed attuare Strategie nazionali in materia di infrastrutture verdi e dare quadri nazionali per la classificazione delle priorità di ripristino degli ecosistemi degradati.
Riesame dei progressi compiuti nell'attuazione della Strategia dell'Ue per le infrastrutture verdi
Infrastrutture verdi - Rafforzare il capitale naturale in Europa
© Copyright riservato - riproduzione vietata - ReteAmbiente Srl, Milano - La pirateria editoriale è reato ai sensi della legge 633/1941