Inventario dei rifiuti nucleari, il 30% è nel Lazio
Rifiuti (Documentazione Complementare)
L'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) ha diffuso il 4 aprile 2019 l'edizione 2019 dell'Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi, il 30% dei rifiuti è nel Lazio.
Questa edizione dell'Inventario è la prima predisposta dall'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin), operativo dal 2018 e che svolge, ai sensi del Dlgs 45/2014 le funzioni di Autorità di regolamentazione competente per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (funzioni prima svolte da Ispra). Nel documento si ricorda che comunque più del 90% del combustibile irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse non si trova più in Italia, ma è stato inviato in Francia e Gran Bretagna, dove è stato riprocessato. Una quota è diventata materiale riutilizzabile, la parte residua, considerata rifiuto radioattivo, è stata stoccata in contenitori che faranno rientro nel nostro Paese. Il restante combustibile esaurito, non inviato all'estero e che ammonta oggi a sole 16 tonnellate.
La Regione con la maggiore quantità di rifiuti radioattivi è il Lazio (30,30% del totale), seguita da Lombardia (19,26%) e Piemonte (16,73%) L'inventario è predisposto sulla base dei dati trasmessi annualmente dai diversi operatori, ai quali compete la responsabilità primaria della detenzione e gestione in sicurezza dei rifiuti stessi. L'Inventario è aggiornato al 31 dicembre 2017. Infine sono inseriti nell'inventario anche i "materiali e rifiuti radioattivi derivanti da attività di bonifica".
Quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi - Attuazione della direttiva 2011/70/Euratom
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