Rifiuti radioattivi, ultimo censimento registra aumento produzione

Rifiuti (Documentazione Complementare)

Parole chiave: Rifiuti | Discariche / Smaltimento | Controlli | Informazione | Nucleare / Radiazioni

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Secondo l'ultimo inventario nazionale dei rifiuti radioattivi, nel corso del 2018 nel nostro Paese sono stati prodotti nuovi rifiuti radioattivi, in particolare a seguito di attività di bonifica e/o di smantellamento.

Lo studio aggiornato al 31 dicembre 2018 e pubblicato sul sito on line dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin), contiene informazioni relative a volumi, masse, stato fisico, attività specifica, contenuto di radioattività e condizioni di stoccaggio dei rifiuti, compresi il combustibile esaurito e le sorgenti dismesse. Il documento presenta la situazione di questa tipologia di rifiuti in Italia, con il Lazio in testa per il maggior volume di rifiuti con 9.311 m³, pari al 30,13% del totale; a seguire, la Lombardia (19,61%), il Piemonte (17,82%), l'Emilia Romagna (9,71%), la Basilicata (10,4%), la Campania (9,59%) e la Puglia (2,75%).

Per quel che concerne il materiale ad alta attività, va premesso che il 99% del combustibile irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse non si trova più in Italia: è stato inviato in Francia e in Gran Bretagna, dove è stato sottoposto a riprocessamento. I rifiuti radioattivi generati faranno rientro in Italia.

È in particolare il settore della sanità, nel quale vengono impiegati radiofarmaci a fini diagnostici e terapeutici, a produrre una quantità limitata ma non trascurabile di rifiuti radioattivi; mentre i rifiuti origine energetica, cioè quelli originati dalle centrali nucleari e dalle installazioni correlate al ciclo del combustibile, attualmente sono immagazzinati nei siti in cui sono stati prodotti.