Veicoli fuori uso, macchie olio testimoniano gestione illecita
Rifiuti (Giurisprudenza)
La presenza di macchie d'olio sul terreno dove sono accatastati gli autoveicoli unita alla verifica "a campione" circa la mancata rimozione di batterie e liquidi sono sufficienti a desumere la mancata bonifica di tutte le auto.
Secondo la Corte di Cassazione (sentenza 23200/2018), sia la circostanza che l'agente accertatore non avesse visto materialmente colare liquidi dai veicoli fuori uso accatastati, sia la mancata ispezione di tutte le carcasse presenti, non rappresentano elementi sufficienti a inficiare la correttezza di una sentenza di condanna per violazione delle prescrizioni stabilite dall'autorizzazione (articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006), quando l'illecito sia stato ritenuto provato dal Giudice di merito sulla base di conclusioni fondate sull'id quod plerumque accidit.
La Suprema Corte di Cassazione ha così confermato una sentenza con cui il Tribunale di Mantova ha inflitto 12mila euro di ammenda al titolare di un’impresa autorizzata al recupero di veicoli fuori uso, condannato per aver accatastato numerose autovetture, ancora dotate di batterie e liquidi, in luogo aperto e non impermeabilizzato, come invece prescritto dall'autorizzazione.
Codice penale - Stralcio - Norme attinenti agli illeciti ambientali e alla sicurezza sul lavoro
Norme in materia ambientale - Stralcio - Parte IV - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
Veicoli fuori uso – Accatastamento in area aperta e non impermeabilizzata – Violazione prescrizioni autorizzazione – Reato – Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 – Circostanze da cui desumere la mancata bonifica di tutte le auto – Macchie d'olio sul terreno sottostante – Verifica a campione circa la presenza di batterie e liquidi – Ragionevolezza – Pluralità di carcasse abbandonate – Reiterazione nel tempo della condotta - Non punibilità per tenuità del fatto – Articolo 131-bis, C.p. – Inapplicabilità
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