Anac su servizio idrico "in house", controllo Comuni non deve essere solo nominale

Acque (Documentazione Complementare)

Parole chiave: Acque | Appalti e acquisti verdi | Risorse idriche | Servizi pubblici locali | Servizio idrico

Altri documenti con le stesse parole chiave

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• Delibera Autorità anticorruzione 27 settembre 2017, n. 976 (20/10/2017)
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L'Authority anticorruzione ricorda che perché sia legittimo l'affidamento diretto "in house" del servizio idrico i Comuni facenti parte dell'Ente d'ambito devono esercitare pieno controllo sulla società affidataria.

Stretta della Autorità anticorruzione (Anac) sulle modalità di svolgimento del servizio idrico integrato in Sardegna. Nella delibera numero 27 settembre 2017, n. 976 l'Authority ha ritenuto in contrasto con le norme Ue e col Dlgs 50/2016 (codice appalti) le modalità di affidamento del servizio che in Sardegna (Lr 4/2015) si regge su uno schema trilatero che comprende Regione, Ente di governo dell'ambito e società affidataria "in house". Di fatto, ha rilevato l'Authority, il controllo analogo "congiunto" (Regione + Ente d'ambito) non è in linea con le norme Ue e nazionali.

Da un lato la legge sarda 4/2015 – in linea con le norme nazionali — affida i poteri di regolazione e affidamento del servizio al nuovo Ente di governo dell'ambito (di cui fanno parte i Comuni), dall'altra però il potere è solo formale perché è la Regione che ha la maggioranza delle azioni della società affidataria del servizio e di fatto ha potere di nomina e revoca degli amministratori. Manca così quel "controllo analogo" richiesto dall'articolo 5 del Dlgs 50/2016 e dalla costante giurisprudenza comunitaria relativamente al periodo precedente la vigenza del nuovo Codice appalti. L'Authority ha invitato la Regione ha porre fine alla situazione anomala, segnalando tale situazione anche alla Autorità Antitrust per quanto di competenza.