Rifiuti, deroga italiana a "sfalci e potature" sotto il mirino Ue
Rifiuti (Documentazione Complementare)
La deroga alla disciplina dei rifiuti prevista dalla legge italiana per gli "sfalci e potature" di giardini e parchi potrebbe contrastare con le norme Ue e la Commissione ne chiederà conto all'Italia.
La legge 154/2016 con decorrenza 25 agosto 2016 ha esteso l'applicazione della deroga alla disciplina sui rifiuti ex articolo 185, comma 1, leggera f) del Dlgs 152/2006 anche al materiale verde naturale non pericoloso ("sfalci e potature") derivante da parchi, giardini e aree cimiteriali. Alcuni parlamentari europei hanno chiesto alla Commissione europea in una interrogazione dell'11 novembre 2016 se quanto previsto dalla legge italiana sia in contrasto con la direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti.
Nella risposta del 21 dicembre 2016 la Commissione precisa che la direttiva 2008/98/Ce include tra i "rifiuti organici" i rifiuti biodegradabili di giardini e parchi. Gli sfalci e potature rientrano in tale definizione di rifiuto organico e l'assenza di un adeguato ed efficace controllo su questo tipo di rifiuti sarebbe in contrasto con la direttiva. La Commissione europea solleverà la questione con le Autorità italiane competenti.
Legge 154/2016 - Modifiche al Dlgs 152/2006 relativamente ai rifiuti biodegradabili di giardini e parchi ("sfalci e potature") e compatibilità con la direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti
Deleghe per la semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo e agroalimentare - Stralcio - Semplificazioni per iscrizione a consorzi per la raccolta rifiuti, contributo al Conoe e deroghe al regime dei rifiuti per i residui vegetali naturali - Modifiche al Dlgs 152/2006
Norme in materia ambientale - Stralcio - Parte IV - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
di Paola Ficco - Tratto dal numero 244-245 del 2016 della Rivista Rifiuti - Bollettino di informazione normativa
© Copyright riservato - riproduzione vietata - ReteAmbiente Srl, Milano - La pirateria editoriale è reato ai sensi della legge 633/1941