News - Editoriali

Roma, 4 gennaio 2016

Riciclo e riutilizzo potenziati per fondare l'economia circolare formato Ue

Rifiuti

(Paola Ficco)

Presentiamo l'editoriale di Paola Ficco pubblicato sul numero 235 di gennaio 2016 della Rivista Rifiuti — Bollettino di informazione normativa

 

 

"L'anello mancante: la Commissione adotta un nuovo e ambizioso pacchetto di misure sull'economia circolare per rafforzare la competitività, creare posti di lavoro e generare una crescita sostenibile".

Era questo l'"incipit" del Comunicato stampa diramato lo scorso 2 dicembre dalla Commissione Ue per informare dell'adozione da parte sua di una lunga serie di misure che, nella vision comunitaria, condurranno a quegli obiettivi.

Il pacchetto comunitario contiene gli schemi delle modifiche di sei importanti direttive, e precisamente: rifiuti, imballaggi, discariche, Raee, veicoli a fine vita, batterie e accumulatori.

Le misure contenute in questi schemi (ora avviati al processo formativo degli atti legislativi comunitari) si fondano sul concetto di economia circolare per aiutare imprese e consumatori europei a impegnarsi in una transizione verso un'economia più circolare e forte, dove le risorse vengono utilizzate in modo più sostenibile. Dove da un "prendere-produrre-consumare-smaltire" si passa a un "riutilizzare-riparare-restaurare e riciclare".

Le proposte della Commissione riguardano l'intero ciclo di vita: dalla produzione e dal consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato per le materie prime secondarie. La transizione sarà finanziata dai fondi strutturali e di investimento (Sie), da 650 milioni di euro provenienti da "Horizon 2020" (il programma di finanziamento Ue per la ricerca e l'innovazione) e da 5,5 miliardi di euro provenienti dai fondi strutturali per la gestione dei rifiuti. Si aggiungono gli investimenti nell'economia circolare a livello nazionale.

Il pacchetto sull'economia circolare non si limita ad allungare il ciclo di vita dei prodotti ma rappresenta un disegno politico di ampio respiro che affronta le problematiche dei cambiamenti climatici e ambientali e stimola la creazione di posti di lavoro, la crescita economica, gli investimenti e l'equità sociale.

A tal fine, le misure proposte danno il massimo valore all'uso delle  materie prime, prodotti e rifiuti, promuovendo risparmi di energia e riducendo le emissioni di gas a effetto serra.

Le nuove proposte legislative sui rifiuti definiscono obiettivi chiari in materia di riduzione dei rifiuti e stabiliscono un percorso a lungo termine ambizioso e credibile per la loro gestione e riciclaggio. Per garantire un'attuazione efficace, gli obiettivi di riduzione dei rifiuti presenti nelle nuove proposte sono accompagnati da misure concrete volte ad affrontare gli ostacoli pratici e le diverse situazioni nei vari Stati membri. Gli elementi chiave di queste nuove proposte comprendono:

  • riciclaggio del 65% dei rifiuti urbani entro il 2030;
  • riciclaggio del 75% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030;
  • ridurre al massimo al 10% il collocamento in discarica per tutti i rifiuti entro il 2030;
  • divieto del collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata;
  • promozione di strumenti economici per scoraggiare il collocamento in discarica;
  • definizioni più semplici e adeguate nonché metodi armonizzati per il calcolo dei tassi di riciclaggio in tutta l'Ue;
  • misure concrete per promuovere il riutilizzo e stimolare la simbiosi industriale trasformando i prodotti di scarto di un'industria in materie prime destinate ad un'altra;
  • incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato e un sostegno ai sistemi di recupero e riciclaggio (es. per imballaggi, batterie, Aee, veicoli).

La proposta di norma Ue non cambia la definizione di "rifiuto" ma introduce quella di "prevenzione" che è intesa come le "misure, prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto, che riducono:

a) la quantità dei rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l'estensione del loro ciclo di vita;

b) gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull'ambiente e la salute umana; oppure

c) il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti".

Per questo motivo è fin troppo facile prevedere che il confine tra rifiuto e non rifiuto diventerà talmente sottile da smarrirsi definitivamente tra le pieghe di convincimenti personali. E qui, ancora una volta, ci saranno molti pesi e molte misure.

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