Consulta su abbruciamento residui vegetali, la materia è "agricoltura"

Rifiuti

Parole chiave: Rifiuti | Sanzioni | Boschi / Foreste | Agricoltura / Allevamento | Recupero energetico / Incenerimento

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Le Regioni possono legiferare in materia di abbruciamento residui vegetali naturali in quanto la questione rientra nella materia "agricoltura" di competenza residuale regionale. Così la Corte Costituzionale nella sentenza 16 aprile 2015, n. 60.

La Corte conferma il proprio orientamento (vedi sentenze 16/2015 e 38/2015) statuendo che è attività esclusa dall'ambito di applicazione della normativa sui rifiuti l'abbruciamento in loco dei residui vegetali, in quanto pratica ordinariamente applicata in agricoltura e nella selvicoltura, e la Regione può legittimamente legiferare. In particolare è legittima la legge 30 aprile 2014, n. 7 della Basilicata che consente la bruciatura dei residui della potatura delle coltivazioni legnose e dei complessi boscati a certe condizioni per esigenze di carattere fitosanitario per eliminare fonti di diffusione di organismi nocivi.

L'Avvocatura dello Stato aveva ricordato che perno della "esclusione dai rifiuti" per i residui vegetali è il concetto di riutilizzo in agricoltura (o per produrre energia) come previsto dal Codice ambientale sia all'articolo 184, sia all'articolo 185, comma 1, lettera f) (e si vedano i correlati articolo 256-bis, comma 6 sul reato di combustione illecita e l'articolo 182, comma 6-bis, Dlgs 152/2006). La Corte è stata di diverso avviso dichiarando non fondata la questione di legittimità costituzionale della norma lucana.