Corte Ue su accesso giustizia: illecite discriminazioni tra associazioni ambientali
Disposizioni trasversali/Aua
Incompatibili con il diritto comunitario le norme nazionali che limitano l’accesso alla giustizia alle sole associazioni ambientali con un numero minimo di aderenti.
Confermando le conclusioni dell’Avvocatura generale del luglio 2009, la Corte Ue di Giustizia ha con sentenza 15ottobre 2009 (causa C-263/08) stabilito che uno Stato membro non può limitare la legittimazione processuale alle sole associazioni ambientaliste con un numero minimo di 2mila soci.
Per la Corte, espressasi in merito alla domanda pregiudiziale presentata dalla Magistratura svedese, la discrezionalità lasciata dalle norme Ue (in particolare la direttiva 85/337/Ce sulla valutazione d’impatto ambientale) agli Stati membri di determinare i requisiti cui le associazioni ambientali devono rispondere deve essere circoscritta alle sole modalità di costituzione e di funzionamento degli Enti in parola e non può andare contro la ratio della tutela del diritto collettivo all’ambiente.
Valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati
Direttiva 85/337/Cee - Partecipazione del pubblico al processo decisionale in materia ambientale - Diritto di intentare un ricorso contro le decisioni di autorizzazione di progetti che possono avere un notevole impatto sull'ambiente
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