Rifiuti

Giurisprudenza

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Sentenza Corte di Cassazione 21 novembre 2018, n. 52405

Rifiuti - Impianto di recupero - Superamento del quantitativo massimo di rifiuti recuperabili stabilito dall'autorizzazione - Reato - Attività svolta in difformità rispetto alle prescrizioni autorizzative - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Natura di materia prima secondaria del rifiuto post recupero - Irrilevanza

La presente pronuncia è correlata ai seguenti provvedimenti

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    Rifiuti - Impianto autorizzato al recupero in procedura semplificata - Inosservanza delle prescrizioni autorizzative - Reato - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Delega di funzioni per il settore rifiuti - Obbligo di vigilanza sull'operato del delegato da parte dei vertici aziendali deleganti - Articolo 16, comma 3, Dlgs 81/2008 - Sussistenza - Violazioni immediatamente ed evidentemente percepibili delle prescrizioni autorizzative - Responsabilità per omesso impedimento di reato - Articolo 40, comma 2, C.p. - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 21 ottobre 2019, n. 43118

    Rifiuti - Impianto di trattamento rifiuti speciali non pericolosi - Violazione delle prescrizioni autorizzazione sul recupero ambientale e omessa recinzione su due lati del sito - Reato di inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate nelle autorizzazioni ex articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Reato formale di pericolo - Sussistenza - Accertamento con controllo amministrativo - Sufficienza - Idoneità della condotta a ledere il bene tutelato o a recarvi pregiudizio - Non necessaria - Puntuale indagine tra il contenuto dell’autorizzazione rilasciata e ciò che non è stato ottemperato - Non necessaria - Abbandono rifiuti - Articolo 256, comma 1, Dlgs 152/2006 - Accertamento con ispezione nella ex cava - Legittimità

  • Sentenza Corte di Cassazione 26 agosto 2019, n. 36405

    Illeciti ambientali - Inosservanza delle prescrizioni dell'autorizzazione - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Disciplina sanzionatoria - Articoli 318-bis e seguenti, Dlgs 152/2006 - Procedimento di estinzione dell'illecito ambientale - Condizioni - Applicabilità alle condotte esaurite prive di conseguenze dannose per le quali è inutile o impossibile impartire prescrizioni al contravventore - Possibilità - Sussistenza - Regolarizzazione spontanea e volontaria dell'illecito da parte del contravventore prima dell'emanazione della prescrizione da parte dell'Autorità - Applicazione della procedura estintiva del reato Possibilità - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 10 luglio 2019, n. 30397

    Rifiuti - Utilizzo non autorizzato di rifiuti in attività di recupero ambientale di discarica - Reato di gestione non autorizzata di rifiuti non pericolosi ex articolo 256 comma 1, lettera a), Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Applicabilità - Lungaggini procedurali e difficoltà pratiche per ubicazione del sito in zona di montagna - Cause di giustificazione non codificate - Rilevanza - Esclusione - Ricorrenza della scriminante dello stato di necessità - Insussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 22 maggio 2019, n. 22451

     

    Rifiuti – Reato di deposito incontrollato ai sensi dell'articolo 256, comma 2, Dlgs 152/2006 – Configurabilità – Soggetti che abbandonano rifiuti nell'esercizio di un’attività economia di qualunque natura – Sussistenza – Reato di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie – Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 – Coesistenza delle due ipotesi accusatorie - Sussistenza

     

  • Sentenza Corte di Cassazione 14 marzo 2019, n. 11452

    Rifiuti - Fresato di asfalto - Qualifica come sottoprodotto - Articolo 184-bis, Dlgs 152/2006 - Condizioni - Inserimento e utilizzo senza alcun trattamento in un ciclo produttivo - Assenza di stoccaggi a tempo indefinito - Recupero di rifiuti in procedura semplificata - Mancata separazione tra aree rifiuti e aree materie prime - Violazione delle condizioni stabilite dal Dm 5 febbraio 1998 - Reato - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Emissioni in atmosfera - Modifica sostanziale non autorizzata - Reato - Articolo 279, comma 1, Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Messa in esercizio dell'impianto - Irrilevanza

  • Sentenza Corte di Cassazione 13 marzo 2019, n. 10933

    Rifiuti - Impianti - Reato di inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate dalle autorizzazioni - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Natura del reato - Possibile configurazione come reato istantaneo, abituale o permanente in dipendenza della fattispecie concreta - Sussistenza - Non punibilità della condotta per tenuità del fatto - Articolo 131-bis, C.p. - Reiterazione della condotta - Rilevanza ai fini della abitualità della condotta - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 12 febbraio 2019, n. 6717

    Rifiuti - Impianto di gestione - Comunicazione ex articolo 216, Dlgs 152/2006 - Sforamento della quantità autorizzata di rifiuti - Condotta che incide sui requisiti richiesti per il rilascio del titolo abilitativo - Reato di inosservanza delle prescrizioni autorizzative - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Non sussistenza - Reato di gestione non autorizzata di rifiuti - Articolo 256, comma 1, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 11 febbraio 2019, n. 6364

    Rifiuti - Impianto di trattamento veicoli fuori uso - Prescrizioni contenute nella "Parte integrante" e nella planimetria allegata alla disposizione provinciale di autorizzazione - Contenuto essenzialmente precettivo - Reato di inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate nelle autorizzazioni - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 6 febbraio 2019, n. 5817

    Rifiuti - Procedura semplificata di recupero - Articolo 216, Dlgs 152/2006 - Messa in riserva di rifiuti non indicati nella comunicazione alla Provincia - Reato di gestione illecita - Articolo 256, comma 1, Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Configurabilità dell'ipotesi attenuata di carenza dei requisiti o delle condizioni richieste per l'iscrizione - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Applicabilità limitata ai soli casi in cui la carenza attiene alle modalità di esercizio dell'attività - Insussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 13 novembre 2018, n. 51378

    Rifiuti – Raee e Pfu - Reato di gestione non autorizzata – Articolo 256, comma 1, Dlgs 152/2006 – Reato di violazione delle prescrizioni autorizzatorie – Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 – Condotte riferite a oggetti radicalmente diversi - Concorso formale tra i due reati – Impossibilità – Esecuzione di un medesimo disegno criminoso – Conseguenze sul calcolo della pena – Rilevanza – Conseguenze sulla causa di non punibilità per tenuità del fatto – Articolo 131-bis, C.p. - Irrilevanza

  • Sentenza Corte di Cassazione 1 ottobre 2018, n. 43174

    Rifiuti – Procedure semplificate per gli impianti di recupero (articolo 214, Dlgs 152/2006) – Violazione delle prescrizioni relative alla sistemazione delle materie prime secondarie – Reato di inosservanza delle prescrizioni autorizzative – Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 – Finalità – Assicurazione del controllo amministrativo - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 22 agosto 2018, n. 38787

    Rifiuti - Gestione illecita di veicoli fuori uso - Qualificazione del reato - Disciplina applicabile - Articolo 13 del Dlgs 209/2003 - Applicazione - Legittimità - Sussistenza - Normativa speciale prevalente rispetto alla gestione illecita di rifiuti ai sensi dell'articolo 256, Dlgs 152/2006

  • Sentenza Corte di Cassazione 20 giugno 2018, n. 28493

    Rifiuti – Autorizzazione semplificata alla gestione di rifiuti - Articolo 216, Dlgs 152/2006 - Inosservanza prescrizioni contenute nell'autorizzazione - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Natura dell’illecito - Reato formale di pericolo - Sussistenza - Integrazione anche in assenza di una lesione del bene giuridico tutelato - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 23 maggio 2018, n. 23200

    Veicoli fuori uso – Accatastamento in area aperta e non impermeabilizzata – Violazione prescrizioni autorizzazione – Reato – Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 – Circostanze da cui desumere la mancata bonifica di tutte le auto – Macchie d'olio sul terreno sottostante – Verifica a campione circa la presenza di batterie e liquidi – Ragionevolezza – Pluralità di carcasse abbandonate – Reiterazione nel tempo della condotta - Non punibilità per tenuità del fatto – Articolo 131-bis, C.p. – Inapplicabilità

  • Sentenza Corte di Cassazione 23 marzo 2018, n. 13733

    Rifiuti - Trasporto autorizzato - Obbligo iscrizione Albo gestori ex articolo 212, Dlgs 152/2006 - Mancanza - Trasporto illecito ex articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Confisca veicolo ex articolo 259, comma 2, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 12 febbraio 2018, n. 6739

    Rifiuti - Raccolta e trasporto - Albo gestori ambientali - Domanda di iscrizione - Documentazione - Articolo 15, Dm 120/2014 - Variazioni - Articolo 18, Dm 120/2014 - Impresa iscritta - Utilizzo di semirimorchio non comunicato - Reato - Carenza delle condizioni richieste per le iscrizioni - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Applicabilità

  • Sentenza Corte di Cassazione 17 novembre 2017, n. 52608

    Aia - Violazione prescrizioni - Reato - Articolo 29-quattuordecies, Dlgs 152/2006 - Violazione prescrizioni autorizzazioni rifiuti - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Reato formale di pericolo - Non punibilità per tenuità del fatto - Articolo 131-bis, C.p. - Adesione dell'imputato alla richiesta di applicazione del Pm del Tribunale - Valutazione del Giudice - Affermazione della responsabilità - Questioni successive - Preclusione

  • Sentenza Corte di Cassazione 14 luglio 2017, n. 34543

    Rifiuti - Attività di recupero in procedura semplificata - Comunicazione - Articolo 216, Dlgs 152/2006 - Inosservanza prescrizioni - Reato - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 14 luglio 2017, n. 34522

    Rifiuti - Impianti di trattamento - Avvio attività prima dell'accettazione garanzie finanziarie - Violazione prescrizione autorizzativa relativa alla fase pre-operativa -  Reato - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 8 maggio 2017, n. 22156

    Rifiuti - Autorizzazioni - Inosservanza prescrizioni - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Reato formale di pericolo - Sanzionabilità - Idoneità della condotta a ledere l'ambiente - Non richiesta

  • Sentenza Corte di Cassazione 10 aprile 2017, n. 17903

    Rifiuti - Discarica gestita dal Comune - Obblighi del Sindaco ex articolo 10, Dlgs 36/2003 - Relazione annuale alla Regione - Mancanza - Gestione illecita ex articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 24 febbraio 2017, n. 9132

    Rifiuti - Registro di carico e scarico - Tenuta presso luogo diverso dall'impianto di gestione dei rifiuti - Sanzione "diretta" - Articolo 258, comma 2, Dlgs 152/2006 - Non applicabile - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Inosservanza delle prescrizioni autorizzative - Applicabilità - Responsabilità amministrativa dell'organizzazione ex Dlgs 231/2001 - Articolo 25-undecies - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 28 settembre 2016, n. 40318

    Discariche di rifiuti - Inosservanza prescrizioni autorizzazione - Gestione post operativa - Articolo 13, Dlgs 36/2003 - Reato - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Curatore fallimentare - Mancata autorizzazione all'esercizio provvisorio d'impresa - Responsabilità - Non sussiste

  • Sentenza Corte di Cassazione 20 settembre 2016, n. 38826

    Rifiuti - Sottoprodotti - Articolo 184-bis, Dlgs 152/2006 - Certezza del riutilizzo - Necessità - Stoccaggio in aree differenti da quelle previste dall'autorizzazione - Gestione non autorizzata di rifiuti - Violazione prescrizioni impartite dalla P.a. - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 7 settembre 2016, n. 37168

    Rifiuti - Fresato d'asfalto - Applicazione del regime delle terre e rocce da scavo ex Dm 161/2012 - Esclusione - Nozione di sottoprodotto - Articolo 184-bis, Dlgs 152/2006 - Applicabilità

  • Sentenza Corte di Cassazione 24 giugno 2016, n. 26434

    Rifiuti - Violazione delle prescrizioni dell'autorizzazione alla gestione rifiuti - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Soggetto del reato - Società privata - Responsabilità dell'amministratore delegato - Presupposti - Delega di funzioni - Obbligo di forma scritta - Esclusione - Delega in forma espressa e di contenuto chiaro - Sufficienza

  • Sentenza Corte di Cassazione 16 maggio 2016, n. 20150

    Rifiuti - Gestione illecita ex articolo 256, Dlgs 152/2006 - Danno ambientale - Legittimazione attiva- Ministero dell’Ambiente ex articolo 310 Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Provincia - Negazione

  • Sentenza Corte di Cassazione 20 aprile 2016, n. 16162

    Rifiuti - Acque di scarico - Rifiuti liquidi - Esclusione dalla disciplina dei rifiuti - Articolo 74, Dlgs 152/2006 - Condizioni - Limiti - Gestione illecita di rifiuti - Articolo 256, Dlgs 152/2006 - Configurabilità - Inosservanza delle prescrizioni dell'autorizzazione - Sussistenza

  • Sentenza Cassazione 27 gennaio 2016, n. 16162 (data udienza)

    Rifiuti - Impianto di recupero - Malfunzionamento - Obbligo tempestiva comunicazione - Omissione - Gestione illecita  ex articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 6 ottobre 2015, n. 40109

    Rifiuti - Sottoprodotti - Articolo 184-bis, Dlgs 152/2006 - Normale pratica industriale - Operazioni che non fanno perdere identità e caratteristiche - Rientrano - Operazioni di recupero completo - Non rientrano - Rifiuto classificato dal produttore - Natura di sottoprodotto - Esclusa

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    Rifiuti - Gestione illecita - Inosservanza prescrizioni contenute nell'autorizzazione - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Non punibilità per la particolare tenuità del fatto ex articolo 131-bis, Codice penale - Proponibilità - Anche nel giudizio di Cassazione - Possibilità

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    Rifiuti - Impianti di recupero - Inosservanza prescrizioni autorizzazione - Articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006 - Reato formale di pericolo - Danno concreto all'ambiente - Non richiesto - Funzioni di controllo della P.a. - Pregiudizio - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 17 ottobre 2014, n. 43429

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  • Sentenza Corte di Cassazione 9 ottobre 2014, n. 42021

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  • Sentenza Corte di Cassazione 16 giugno 2014, n. 25716

    Rifiuti -  Soggetti autorizzati al trasporto dei propri rifiuti  - Articolo 212, comma 8, Dlgs 152/2006) - Minori oneri - Trasporti di rifiuti prodotti da terzi - Gestione illecita - Articolo 256, comma 1 - Sussiste - Articolo 256, comma 4 - Inosservanza delle prescrizioni - Non applicabile

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Corte di Cassazione

Sentenza 21 novembre 2018, n. 52405

(omissis)

 

Sentenza

sul ricorso proposto da:

D.R.C. nato a (omissis)

avverso la sentenza del 13/03/2017 del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere (omissis);

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore (omissis)

che ha concluso chiedendo: "Annullamento con rinvio limitatamente alla particolare tenuità del fatto"

udito il difensore, Avv. (omissis), che conclude: "Accoglimento del ricorso"

 

Ritenuto in fatto

1. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato D.R.C., legale rappresentante della ditta L. Srl, alla pena di euro 3.000,00 di ammenda, con il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, relativamente al reato di cui all'articolo 256, comma 1 e 4, Dlgs 152/2006 perché effettuava l'attività di recupero di rifiuti in difformità delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni. In particolare recuperava una quantità di rifiuti pari a tonnellate 20 a fronte delle tonnellate 10 autorizzate. Accertato il 25 settembre 2014.

2. L'imputato ha proposto ricorso, tramite difensore, per i motivi di seguito enunciati, nei limiti strettamente necessari per la motivazione, come disposto dall'articolo 173, comma 1, disp. att., C.p.p.

2.1. Violazione di legge, articolo 256, comma 1 e 4, Dlgs 152/2006; mancanza della motivazione.

La L. Srl era stata autorizzata a recuperare 10 tonnellate di rifiuti per anno, relativamente alla tipologia 7.1 cod. Cer 170802, materiali da costruzione a base di gesso, non contaminato da sostanze pericolose; a conclusione del ciclo di recupero le sostanze diventano materia prima secondaria, che può essere rivenduta e riutilizzata. La materia prima secondaria non può essere annoverata tra i rifiuti, articolo 184-bis, Dlgs 152/2006. Del resto la ditta L. aveva dichiarato un'attività di recupero di 20 tonnellate, con la nota del 19/06/2014, per il Codice R13. La messa in riserva dei rifiuti per 20 tonnellate non significa equipollenza di recupero per una pari quantità di rifiuti. Non si è accertata, quindi, la quantità dei rifiuti per il superamento della soglia consentita.

2.2. Mancanza di motivazione sull'omessa dichiarazione di particolare tenuità del fatto, articolo 131-bis, C.p.

Nessuna motivazione del Tribunale sulla richiesta di riconoscere la particolare tenuità del fatto; il trattamento dei rifiuti in oggetto comunque non ha cagionato inquinamento, o altri effetti negativi e quindi doveva trovare applicazione la disciplina del'articolo 131-bis, C.p.

Ha chiesto quindi l'annullamento della sentenza impugnata.

 

Considerato in diritto

3. Il ricorso è inammissibile, per manifesta infondatezza dei motivi, genericità e perché articolato in fatto, senza critiche specifiche di legittimità alla motivazione della decisione impugnata.

Ai fini della configurabilità del reato di cui dell'articolo 256, comma primo e quarto, Dlgs 3 aprile 2006, n. 152, è sufficiente l'accertamento della violazione delle prescrizioni dell'autorizzazione, nel caso il superamento della quantità consentita di 10 tonnellate, con la lavorazione di 20 tonnellate, il doppio. La sentenza impugnata adeguatamente motiva sulla violazione delle prescrizioni richiamando la testimonianza di A.C., della Polizia provinciale di Caserta, che ha accertato, dal registro di carico e scarico, la lavorazione di 20 tonnellate: come dichiarato dalla stessa ditta con la comunicazione annuale. Il ricorso non contesta la circostanza ma prospetta una liceità in relazione alla natura del prodotto (materia prima secondaria) dopo il recupero. Ciò oltre ad essere non provato risulta comunque ininfluente, poiché rileva la lavorazione per il recupero, in violazione delle prescrizioni, e non il prodotto post recupero.

4. La sentenza impugnata, inoltre, irroga una pena superiore al minimo edittale di euro 3.000,00 con pena base di 9.000,00 euro e quindi ben al di sopra del limite edittale di euro 2.600,00, con la conseguenza che può ritenersi implicitamente esclusa la particolare tenuità del fatto: "L'esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'articolo 131-bis C.p. non può essere dichiarata in presenza di una sentenza di condanna che abbia ritenuto pienamente giustificati, specificamente motivando, la determinazione della pena in misura superiore al minimo edittale ed il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, configurandosi, in tal caso, l'esclusione di ogni possibile valutazione successiva in termini di particolare tenuità del fatto" (Sezione 5, n. 39806 del 24/06/2015 — dep. 01/10/2015, Lembo, Rv. 26531701).

Alla dichiarazione di inammissibilità consegue il pagamento in favore della cassa delle ammende della somma di C 2.000,00, e delle spese del procedimento, ex art 616 C.p.p.

 

PQM

 

Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di C 2.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

Così deciso il 19/06/2018

Depositata in Cancelleria il 21 novembre 2018

 

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