Scarico illecito reflui industriali, sanzione anche se impianto non in funzione

Acque (Giurisprudenza)

Parole chiave: Acque | Rifiuti | Sanzioni | Autorizzazioni | Scarichi | Industria | Abbandono | Deposito / Deposito temporaneo

Altri documenti con le stesse parole chiave

• Ordinanza Corte di Cassazione 2 ottobre 2019, n. 40236 (18/10/2019)
• Sentenza Corte di Cassazione 16 gennaio 2018, n. 1572 (26/02/2018)
• Legge 20 novembre 2017, n. 167 (28/11/2017)
• Sentenza Corte di Cassazione 13 ottobre 2011, n. 36979 (16/11/2011)
• Sentenza Corte di Cassazione 8 febbraio 2019, n. 6260 (11/02/2019)
• Sentenza Corte di Cassazione 17 ottobre 2019, n. 42556 (18/10/2019)
• Scarico reflui, autorizzazione provvisoria non si converte in definitiva (21/10/2019)
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Lo scarico di reflui industriali in fognatura se non autorizzato è illecito penale a prescindere dalla circostanza che l'impianto al momento dell'ispezione non fosse in funzione.

Lo ha ricordato la Cassazione nella ordinanza 2 ottobre 2019, n. 40236 di conferma della condanna del titolare di un'azienda della Sicilia per i reati di cui agli articoli 137 e 256, 2 comma Dlgs 152/2006 per aver scaricato nella rete fognaria comunale, in assenza di autorizzazione, i reflui dell'attività di lavorazione degli agrumi e depositato in modo incontrollato i rifiuti provenienti dalla medesima attività (pastazzo di agrumi) svolta a livello industriale. In particolare la Suprema Corte ha precisato che l'illecito ex articolo 137, Dlgs 152/2006 si configura per il solo fatto di non avere l'autorizzazione allo scarico in relazione a un'attività come quella di specie, che genera reflui potenzialmente pericolosi per l'ambiente e le risorse idriche a prescindere dal fatto che al momento dell'ispezione l'impianto non fosse in funzione.

Analogamente l'illecito ex articolo 256, comma 2, Dlgs 152/2006 (deposito incontrollato di rifiuti) si configurava stante lo stato di avanzata decomposizione dei fusti e dell'ammuffimento del pastazzo di agrumi (derivante dalla lavorazione degli stessi) riverso direttamente sul terreno nudo senza che possano trovare accoglimento le contestazioni, svolte in sede di legittimità, in ordine al fatto che il pastazzo riverso sul suolo fungesse da concime.