Emission trading, nuovo elenco attività in deroga

Cambiamenti climatici (Normativa Vigente)

Parole chiave: Cambiamenti climatici | Energia | CO2 / Anidride Carbonica | Aria | Emission Trading | Deroghe | Industria

Altri documenti con le stesse parole chiave

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• Decisione Commissione Ue 2014/746/Ue (30/10/2014)
• Emission trading, Parlamento Ue boccia "backloading" (18/04/2013)
• Dlgs 13 marzo 2013, n. 30 (02/01/2020)
• Direttiva Parlamento europeo e Consiglio Ue 2003/87/Ce (27/10/2003)
• Emission trading, Ue disciplina adeguamenti delle emissioni gratuite (05/11/2019)
• Regolamento Commissione Ue 2019/1842/Ue (05/11/2019)
• Emission trading, emissioni da combustione residui liquidi si pagano (24/01/2018)

L'Ue ha definito l'elenco dei settori che beneficiano di quote di emissione gratuite nel periodo  2021-2030, in quanto esposti a un rischio elevato di delocalizzazione delle attività a seguito del coinvolgimento nell'Eu Ets.

L'elenco allegato alla decisione 2019/708/Ue della Commissione europea è composto complessivamente da 63 settori produttivi, individuati applicando i criteri per la valutazione del rischio cd. di "carbon leakage" stabiliti dall'articolo 10-ter della direttiva 2003/87/Ce istitutiva del mercato europeo delle quote di emissione di CO2 (cd. "Emission trading" o "Eu Ets").

L'Esecutivo Ue ha valutato la rilocalizzazione delle emissioni di CO₂ in due fasi: una valutazione quantitativa di primo livello basata su un "indicatore di rilocalizzazione delle emissioni di CO₂", calcolato moltiplicando l'intensità degli scambi di un determinato settore con paesi terzi per l'intensità delle sue emissioni, seguita, in un numero limitato di casi, da una "valutazione di secondo livello" effettuata attraverso una valutazione qualitativa con criteri specifici o una valutazione quantitativa a livello disaggregato. Con riferimento alle voci "Attività estrattive" e "Attività manifatturiere", la Commissione ha valutato complessivamente 245 tipologie di attività.

Il provvedimento si inserisce in scia alla decisione 2014/746/Ue, che ha determinato l’elenco dei settori a rischio di rilocalizzazione per il periodo 2015-2020, e alla decisione 2010/2/Ue con la quale erano state individuate le attività in deroga per il biennio 2013-2014.