Classificazione rifiuti a specchio, per Ue deve essere "ragionevole"
Rifiuti (Giurisprudenza)
Il detentore di un rifiuto con codici speculari (pericoloso e non pericoloso) la cui composizione non è nota deve ai fini della classificazione ricercare le sostanze pericolose "che possano ragionevolmente trovarvisi".
A tal fine, prosegue la Corte di Giustizia Ue nella sentenza del 28 marzo 2019 (cause riunite da C-487/17 a C-489/17) con cui risponde a quattro questioni pregiudiziali presentate dalla Corte di Cassazione, il detentore può utilizzare campionamenti, analisi chimiche e prove previsti dal regolamento 440/2008 (ai fini della disciplina “Reach”) o comunque riconosciuti a livello internazionale.
Secondo il Giudice Ue, la direttiva 2008/98/Ce non può essere interpretata nel senso che l'oggetto di tale analisi consista nel verificare l'assenza di qualsiasi sostanza pericolosa nel rifiuto: il detentore, invece, è obbligato a ricercare solo le sostanze che possono "ragionevolmente" trovarsi nel rifiuto.
Qualora dopo una valutazione dei rischi quanto più possibile completa il detentore si trovi però nella "impossibilità pratica" di determinare la presenza di sostanze pericolose o di valutare le caratteristiche di pericolo del rifiuto, il principio di precauzione impone di classificarlo come rifiuto pericoloso.
Rifiuti - Classificazione - Voci speculari - Decisione 2014/955/Ue e regolamento 1357/2014/Ue - Interpretazione - Ambito di operatività - Ragionevole dubbio - Rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Ue
Rinvio pregiudiziale - Domanda di pronuncia proposta dalla Corte suprema di Cassazione (Italia) - Direttiva 2008/98/Ce - Decisione 2000/532/Ce - Classificazione rifiuti - Codici specchio - Rifiuti ai quali possono essere assegnati codici corrispondenti a rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi
Norme in materia ambientale - Stralcio - Parte IV - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
Direttiva relativa ai rifiuti - Abrogazione direttive 75/439/Cee, 91/689/Cee e 2006/12/Ce
Rifiuti - Classificazione - Caratteristiche di pericolo dei rifiuti - Articolo 3 e allegato 3, direttiva 2008/98/Ce - Allegato della decisione 2000/532/Ce - Rifiuti ai quali possono essere assegnati codici corrispondenti a rifiuti pericolosi e a rifiuti non pericolosi (cd. rifiuti con codici a specchio) - Composizione non nota - Presunzione di pericolosità - Insussistenza - Obbligo del detentore di raccogliere informazioni per acquisire una conoscenza sufficiente della composizione - Sussistenza - Metodi - Ricorso a metodi riconosciuti a livello internazionale - Sussistenza - Analisi chimica - Obbligo di verificare l'assenza nel rifiuto di qualsiasi sostanza pericolosa - Insussistenza - Obbligo di ricercare solo le sostanze che possono ragionevolmente trovarsi nel rifiuto - Sussistenza - Impossibilità pratica di determinare la presenza di sostanze pericolose o di valutare caratteristiche di pericolo - Principio di precauzione - Obbligo conseguente di classificazione del rifiuto come pericoloso - Sussistenza
A cura di Vincenzo Dragani e della Redazione Reteambiente
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