Poligoni di tiro e rifiuti, "abbandonare" i piattelli dopo l’uso è reato
Rifiuti (Giurisprudenza)
Parole chiave:
Rifiuti |
Associazioni / Ong / Onlus |
Abbandono |
Sanzioni |
Danno ambientale e bonifiche
La incongruità tra le quantità di piattelli acquistati e smaltiti costa la condanna in via definitiva, per abbandono di rifiuti ex Dlgs 152/2006, del rappresentante di un'associazione dilettantistica di tiro a volo.
La Corte di Cassazione (sentenza 29616/2018), nel respingere il ricorso contro una condanna per abbandono di rifiuti (e non per discarica abusiva, considerata la "assenza di attività prodromiche o successive") inflitta dal Tribunale di Udine ai sensi dell'articolo 256, comma 2, Dlgs 152/2006, richiama, preliminarmente, la “pacifica” qualifica di rifiuti speciali per i piattelli in terracotta (in parte integri in parte rotti), le borre (i tappi in cartone espulsi al momento dello sparo) e i pallini di piombo rinvenuti nelle aree circostanti i poligoni di tiro.
Ha quindi ben agito il Tribunale friulano che, dopo aver rilevato "incongruità" tra i quantitativi dei piattelli smaltiti dall'associazione (risultanti dai formulari rifiuti in possesso della stessa) e i quantitativi di piattelli acquistati, ha deciso di qualificare come irrilevante l'attività di smaltimento dei residui depositatisi nell'area, periodicamente effettuata almeno secondo il ricorrente in giudizio. La contaminazione da piombo riscontrata nell’area, come avvenuto nel caso specifico, può rilevare quale ulteriore elemento di riscontro del prolungato abbandono dei pallini.
Rifiuti - Attività di tiro al volo - Piattelli, borre e pallini di piombo rinvenuti nelle aree circostanti - Qualificabilità come rifiuti speciali - Configurabilità del reato di abbandono - Articolo 256, comma 2, Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Inconfigurabilità del reato di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Sussistenza
Norme in materia ambientale - Stralcio - Parte IV - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
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