Discariche, Italia condannata per mancato trattamento rifiuti
Rifiuti
L’Italia non ha adottato le misure necessarie al fine di evitare che parte dei rifiuti urbani, conferiti nelle discariche laziali, non venga sottoposto al “trattamento adeguato” richiesto a tutela della salute e dell’ambiente.
Così facendo, secondo la Corte di Giustizia (sentenza 15 ottobre 2014, causa C-323/13), l’Italia ha violato la direttiva discariche (1999/31/Ce) e la direttiva rifiuti (2008/98/Ce), che obbligano gli Stati membri a mettere in atto il trattamento “più idoneo” sui rifiuti, al fine di ridurre le ripercussioni negative delle discariche sull’ambiente e sulla salute umana.
Tale trattamento, che comunque comprende la stabilizzazione organica, non è stato invece applicato nel Lazio, dove i rifiuti indifferenziati venivano conferiti previa una mera triturazione e/o compressione, senza alcuna attività di selezione e stabilizzazione.
L ’Italia è stata condannata anche per il deficit di trattamento meccanico-biologico (Tmb) registrato nella stessa Regione Lazio, confermato anche dagli accordi formalizzati nel corso del 2013 al fine di portare i rifiuti fuori Regione.
Rifiuti - Discariche - Direttive 1999/31/Ce e 2008/98/Ce - Piano di gestione - Obbligo di istituire un trattamento dei rifiuti che assicuri il miglior risultato per la salute umana e la protezione dell'ambiente - Inadempimento dell'Italia - Condanna
Direttiva relativa ai rifiuti - Abrogazione direttive 75/439/Cee, 91/689/Cee e 2006/12/Ce
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