Ilva, warning Ue a Italia per rispetto direttiva emissioni
Ippc/Aia
Nuovo "avvertimento" Ue all'Italia sul mancato rispetto della direttiva emissioni industriali (2010/75/Ue) da parte dell'Ilva di Taranto. Lo ha comunicato la Commissione europea il 16 ottobre 2014; poi scatterà il deferimento alla Corte di Giustizia.
Secondo la Commissione l'Italia non garantisce che il funzionamento dell'Ilva rispetti la normativa europea sulle emissioni industriali (recepita dal Dlgs 46/2014). Per la Commissione Ue non c'è conformità con le condizioni stabilite nelle autorizzazioni ambientali, si è in presenza di una gestione inadeguata dei sottoprodotti e dei rifiuti e risultano insufficienti protezione e monitoraggio di suolo e acque. Il "parere motivato" segue due lettere di costituzione in mora inviate a settembre 2013 e aprile 2014. L'Italia ha tempo due mesi per rispondere, poi scatterà il deferimento alla Corte di Giustizia europea.
La Commissione ha anche inviato un parere motivato per il mancato rispetto della disciplina appalti Ue, in particolare per il persistere di affidamenti – specie del servizio rifiuti – senza gara a società privatizzate, in contrasto con le norme Ue.
Emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento) - Attuazione direttiva 2010/75/Ue - Modifiche alle Parti II, III, IV e V del Dlgs 152/2006 ("Codice ambientale")
Emissioni industriali (Ippc - Integrated Pollution Prevention and Control - Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento - Rifusione)
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