Ambiente marino, Ue chiede maggiore coordinamento
Acque
Il percorso tracciato dagli Stati membri per realizzare il “buono stato ecologico” dei mari riflette un’ambizione generale limitata, spesso non tiene conto degli obblighi esistenti e manca di coerenza a livello di Unione.
Il giudizio è contenuto nella relazione della Commissione Ue sulla prima fase di attuazione della strategia per l’ambiente marino (direttiva 2008/56/Ce), durante la quale sono stati raccolti e analizzati i dati comunicati dagli Stati membri, comprensivi di una valutazione iniziale sullo stato dei loro mari e della road-map che li dovrebbe portare, entro il 2020, a raggiungere il “buono stato ecologico”.
Tra le problematiche principali evidenziate nel documento, che sottolinea come l’Ue sia “ancora ben lungi dall’avere mari e oceani sani”, spicca lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, l’inquinamento da sostanze pericolose e nutrienti e la crescita esponenziale dei rifiuti marini in plastica.
Oltre a un maggior coordinamento dei programmi, la Commissione raccomanda una migliore comprensione dei ruoli e una cooperazione regionale più ambiziosa (e coerente, soprattutto tra Paesi che condividono la stessa regione marina).
Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino
Prima fase di attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (2008/56/Ce)
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