Emissioni industriali ed energie rinnovabili, procedura infrazione Ue per Italia
Ippc/Aia
La Commissione Ue contesta al nostro Paese tre nuove procedure di infrazione per violazione delle normative ambientali. L’Italia ha 2 mesi di tempo per rispondere in maniera soddisfacente, ed evitare la citazione davanti alla Corte di Giustizia.
Per quanto riguarda le emissioni industriali, all’Italia viene contestato il mancato recepimento della nuova direttiva 2010/75/Ue (nuova disciplina Ippc potenziata), che sarebbe dovuto avvenire entro il 7 gennaio 2013. Sulla questione la Commissione aveva già costituito in mora il nostro Paese alla fine di marzo (1° passo della procedura di infrazione), e il 26 settembre 2013 ha reso noto di aver inviato un parere motivato (2° e ultimo passo prima del ricorso alla Cge).
Un altro parere motivato è arrivato con riferimento alla direttiva 2009/28/Ce sulle energie rinnovabili, recepita nell'ordinamento interno – ma in maniera incompleta — attraverso il Dlgs 28/2011.
Di rilievo infine la costituzione in mora della Commissione per le questioni legate all’Ilva di Taranto, in relazione alle quali viene contestato sia la violazione delle prescrizioni Ue in materia di emissioni industriali (in particolare quelle non controllate), sia la mancata adozione delle misure correttive – e dei relativi costi – da parte dell’operatore responsabile dell’acciaieria, in aperta violazione del principio “chi inquina paga” sancito dalla direttiva 2004/35/Ce sulla responsabilità ambientale.
Responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale
Attuazione della direttiva 2009/28/Ce sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili
Promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili
Emissioni industriali (Ippc - Integrated Pollution Prevention and Control - Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento - Rifusione)
© Copyright riservato - riproduzione vietata - ReteAmbiente Srl, Milano - La pirateria editoriale è reato ai sensi della legge 633/1941