Servizi locali, la manovra estiva "bypassa" il referendum
Appalti e acquisti verdi
Privatizzazione, gestione in esclusiva solo con gara, affidamento "in house" ridotto e cessazione gestioni contra legem. Sembra aggirare le intenzioni del referendum la riforma dei servizi locali prevista dal Dl 138/2011, dopo l'abrogazione dell'articolo 23-bis del Dl 112/2008.
Dal 21 luglio 2011 il referendum di giugno ha abrogato l'articolo 23-bis, Dl 112/2008. Nel vuoto normativo creatosi trovavano spazio le regole europee, meno rigide dell'abrogata norma italiana sull'affidamento dei servizi locali di rilevanza economica: all'Ente locale era in pratica affidata la scelta sui criteri di gestione (gara pubblica o affidamento cosiddetto "in house").
L'articolo 4 del Dl 138/2011, invece, in sostanza "riscrive" l'articolo 23-bis appena abrogato, scegliendo la strada, più rigida rispetto alle norme Ue, della privatizzazione. Gestione in esclusiva con gara, affidamento "in house" solo per servizi sotto i 900mila euro annui, cessazione delle gestioni contra legem secondo un rigido calendario.
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