Rifiuti

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Milano, 15 luglio 2004

Dalla gestione delle discariche all'inquinamento di aria ed acque, procedure d'infrazione comunitarie a 360 gradi per il Governo italiano

(Vincenzo Dragani)

Parole chiave Parole chiave: Rifiuti | Acque | Via (Pua-Paur) / Vas | Ippc/Aia | Ozono | CO2 / Anidride Carbonica | Petrolio | Automobili / Veicoli | Scarichi | Discariche / Smaltimento

Rifiuti, discariche, veicoli fuori uso, valutazione di impatto ambientale, conservazione della natura, inquinamento di acqua ed aria, protezione ozono e mercato dei gas serra. L'Ue punta il dito sul Governo italiano.

La Commissione Ue ha annunciato oggi la partenza di nuove procedure ed il proseguimento di quelle già avviate nei confronti del Governo italiano per inadempimenti che abbracciano varie e differenti normative comunitarie a difesa dell'ambiente.

 

"Devo purtroppo constatare — ha sottolineato la Commissaria per l'Ambiente, Margot Wallström nel commentare queste decisioni — che il Governo italiano ignora l'esistenza di norme concordate da tutti gli Stati membri o disattende la loro applicazione. Questa situazione deve cessare: i cittadini italiani meritano un trattamento migliore."

 

Discariche. Secondo il Corpo forestale dello Stato, sottolinea l'Ue nel comunicato diffuso, nel 2002 esistevano 5mila discariche illegali o incontrollate, 700 delle quali contenenti probabilmente rifiuti pericolosi. Non risultando che in questi siti siano state prese le iniziative necessarie per prevenire l'inquinamento del suolo, l'Italia si è resa secondo l'Ue inadempiente in relazione alle direttive 75/442/Cee, 91/689/Cee e 99/31/Ce. La Commissione, dopo aver diffidato l'Italia per due volte, ha deciso di deferirla alla Corte europea di Giustizia.

 

Veicoli fuori uso. L'accusa è quella di non aver recepito correttamente la direttiva comunitaria sui veicoli fuori uso. Per l'Ue la legge italiana non è completa per vari aspetti. La Commissione invierà sulla questione un parere motivato.

 

Valutazioni di impatto ambientale. La Commissione deferirà l'Italia alla Corte di Giustizia e invierà al Governo italiano diversi pareri motivati e un parere motivato complementare per violazioni della direttiva 85/337/Cee sulla valutazione dell'impatto ambientale. L'accusa è di consentire ad alcuni tipi di impianti di recupero dei rifiuti di non effettuare la procedura di Via. La Commissione invierà all'Italia anche due pareri motivati relativi a due specifici impianti di recupero dei rifiuti. Un altro parere motivato riguarda la normativa italiana sulla Via, con riferimento alle "infrastrutture e gli insediamenti produttivi strategici e di interesse nazionale", per le quali la normativa nazionale prevede una procedura per la valutazione di impatto che si discosta da quella standard, in quanto è effettuata sul progetto preliminare dell'opera e non sul definitivo. Altro parere riguarderà la modalità della verifica di screening (assoggettabilità a Via). La normativa italiana prevede che il progetto per il quale si chiede lo screening sia escluso dalla valutazione d'impatto ambientale se le autorità non rispondono entro 60 giorni, laddove la direttiva stabilisce che la decisione di non effettuare la Via deve essere esplicita.

 

Conservazione della natura. Quattro pareri motivati arriveranno per la violazione delle direttive 92/43/Cee ("Habitat") e 79/409/Cee ("Uccelli") avvenuta tramite l'omissione della valutazione di impatto potenziale di una serie di progetti di costruzione all'interno di siti protetti.

 

Inquinamento dei fiumi e qualità dell'aria. Le accuse riguardano la violazione della direttiva 91/271/Cee sul trattamento delle acque reflue urbane. Ad attivare invece la procedura di infrazione relativa alla qualità dell'aria è la mancata attuazione entro lo scorso giugno 2003 della direttiva 2003/17/Ce sulle norme di qualità dei carburanti.

 

Protezione dello strato di ozono. La contestazione riguarda la violazione del regolamento n. 2037/2000 che limita l'uso di sostanze che riducono lo strato di ozono. In particolare L'Italia non avrebbe indicato in quali zone e in che modo le sostanze Cfc, Hcfc, halon e bromuro di metile sono impiegati e quali provvedimenti siano stati presi per ridurre il loro impiego.

 

Ippc. L'accusa è di aver omesso di dare attuazione alle norme della direttiva 96/61/Ce sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (direttiva Ippc) in relazione ai nuovi impianti attivati dopo il 30 ottobre 1999.

 

Quote di emissione dei gas a effetto serra. La procedura d'infrazione riguarda la mancata attuazione della direttiva 2003/87/Ce per lo scambio delle quote di emissione dei gas a effetto serra entro il previsto termine del 31 dicembre 2003 e l'omessa presentazione entro il 31 marzo 2004 del piano nazionale sul numero delle quote di emissione di gas a effetto serra da assegnare alle proprie industrie.

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