Acque

Documentazione Complementare

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Risposte della Commissione Ce alle Interrogazioni parlamentari Ue P-2459/02, E-2460/02, E-2461/02, E-2462/02

Purezza delle acque - Spiaggie pulite - Effluenti non trattati - Inquinamento delle navi

Parlamento europeo

Risposta della Commissione Ue alle Interrogazioni parlamentari Ue P-2459/02, E-2460/02, E-2461/02, E-2462/02

(Guue 6 marzo 2003 n. C 52 E)

 

(2003/C 52 E/190)

Interrogazione scritta P-2459/02di Christopher Huhne (ELDR) alla Commissione

(28 agosto 2002)

 

Oggetto: Purezza delle acque

Può dire la Commissione se è convinta che le norme applicate per analizzare la pulizia delle acque di balneazione siano sufficientemente rigorose alla luce delle recenti constatazioni?

 

(2003/C 52 E/191)

Interrogazione scritta E-2460/02di Christopher Huhne (ELDR) alla Commissione

(4 settembre 2002)

 

Oggetto: Spiagge pulite

Può la Commissione valutare la percentuale di spiagge UE approvate in quanto in linea con gli standard minimi di pulizia delle acque per ciascun anno durante gli ultimi cinque anni?

 

Risposta comune data dal sig.ra Wallström a nome della Commissione alle interrogazioni scritte P-2459/02 e E-2460/02

(30 settembre 2002)

 

La direttiva del 1976 sulle acque di balneazione (direttiva 76/160/Cee del Consiglio, dell'8 dicembre 1975, concernente la qualità delle acque di balneazione1 ) rispecchia lo stato delle conoscenze e l'esperienza dell'inizio degli anni '70, in relazione alle basi tecnico-scientifiche, all'approccio manageriale e al coinvolgimento del pubblico. Questo è uno dei motivi per i quali è stata prevista una revisione della direttiva.

La nuova direttiva presenterà standard di qualità dell'acqua basati sui più recenti studi dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e rappresentanti le più aggiornate conoscenze tecnico-scientifiche.

Ogni anno, prima dell'inizio della stagione balneare, la Commissione pubblica un rapporto sulla qualità delle acque in 19 000 località balneari nell'Ue. Il rapporto rende pubblico il grado di conformità delle acque di balneazione rispetto a due valori: il valore imperativo e vincolante e il più severo valore guida, entrambi definiti dalla suddetta direttiva del 1976 sulle acque di balneazione. Il rapporto è pubblicato sia sotto forma cartacea 2 sia su Internet 3 .

Negli ultimi cinque anni, i dati sulla conformità delle acque costiere e delle acque dolci sono stati i seguenti:

Risultati dal 1997 al 2001

Stati membri nell'insieme (1)

Anno

Numero totale delle zone di balneazione

C (I) (%) (2)

C (G) (%) (3)

Zone costiere

1997

13 129

93,3

82,8

1998

13 218

94,6

83,8

1999

11 435

95,6

87,3

2000

11 502

96,5

88,4

2001

13 429

95,8

86,7

Zone di acqua dolce

1997

6 180

79,8

63,5

1998

6 004

86,5

63,6

1999

4 376

90,2

63,6

2000

4 338

93,6

70,4

2001

5 783

91,2

66,9

(1) I dati precisi per ogni Stato membro sono inclusi nel rapporto completo.

(2) Percentuale di acque di balneazione conformi ai valori imperativi.

(3) Percentuale di acque di balneazione conformi ai valori guida.

La Commissione rimanda al rapporto per dati più dettagliati e per una spiegazione tecnica dei valori imperativi e dei valori guida.

 

(2003/C 52 E/192)

Interrogazione scritta E-2461/02di Christopher Huhne (ELDR) alla Commissione

(4 settembre 2002)

 

Oggetto: Effluenti non trattati

Può la Commissione valutare la quantità di effluenti non trattati che viene scaricata nei mari e nei fiumi dell'UE sulla base dei recenti dati disponibili rispetto a cinque e dieci anni fa?

 

Risposta data dalla sig.ra Wallström a nome della Commissione

(3 ottobre 2002)

 

I dati relativi agli effluenti non trattati su scala europea sono attualmente oggetto di una valutazione basata, tra l'altro, sul questionario congiunto 2002 elaborato dall'Eurostat e dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Grazie a tale valutazione sarà possibile, da un lato, stimare gli scarichi di acque reflue non trattate attualmente esistenti e, dall'altro, confrontare i dati più recenti con le informazioni risalenti a dieci anni fa o più.

Inoltre, la Commissione sta elaborando un rapporto basato sulla direttiva 91/271/CEE del Consiglio del 21 maggio 1991 concernente il trattamento delle acque reflue urbane modificata dalla direttiva 98/15/CE della Commissione del 27 febbraio 1998; il rapporto fornirà informazioni sullo stato attuale del trattamento delle acque reflue urbane rispetto agli anni passati, tenendo conto anche delle stime approssimative riguardanti gli effluenti non ancora trattati.

L'attuazione della direttiva quadro sulle acque prevede un'analisi delle pressioni e dell'impatto delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sotterranee, da effettuare per ciascun bacino idrografico entro il 2004. L'analisi, che dovrà essere condotta dai singoli Stati membri, dovrebbe fornire in futuro ulteriori informazioni sugli scarichi di di acque reflue non trattate.

Per quanto concerne, invece, la Commissione Oslo-Parigi (OSPAR), la Commissione di Helsinki (Helcom) e le altre convenzioni per la protezione dell'ambiente marino, per il momento non sono previste attività di valutazione.

 

(2003/C 52 E/193)

Interrogazione scritta E-2462/02di Christopher Huhne (ELDR) alla Commissione

(4 settembre 2002)

Oggetto: Inquinamento causato dalle navi

Può la Commissione stimare la percentuale di effluenti non trattati scaricati nei mari e nei fiumi dell'UE da barche e navi, e può indicare se propone misure volte a ridurre tale quantità?

 

Risposta data dalla sig.ra Wallström a nome della Commissione

(9 ottobre 2002)

La Commissione informa l'onorevole parlamentare che, in genere, gli scarichi di idrocarburi da navi d'alto mare sono frutto della scelta deliberata di lavare le cisterne o di scaricare le acque di sentina o di zavorra in mare. Alcune organizzazioni internazionali si occupano della prevenzione di questo tipo di inquinamento marino (p.es.: la convenzione di Helsinki, l'accordo di Bonn e la convenzione di Barcellona). Anche se non esistono stime attendibili della quantità totale di idrocarburi scaricati dalle navi d'alto mare, i controlli aerei (coordinati dalle suddette organizzazioni) mostrano chiaramente che le violazioni delle normative esistenti (Allegato I della Convenzione per il controllo dell'inquinamento marino, Marpol 73/784 ) sono frequenti in tutti i mari europei e sono all'origine della contaminazione degli uccelli marini, dei molluschi e di altri organismi, nonché dell'inquinamento delle coste. Per ora non si registrano segni chiari di un'inversione di tendenza.

Nella Comunicazione "Verso una strategia per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino", la Commissione ha intrapreso azioni intese a eliminare al più presto, anche se in modo graduale, tutti gli scarichi illegali.

Gli scarichi di acque usate dalle navi d'alto mare sono oggetto dell'Allegato IV della convenzione Marpol 73/785 . Benché l'allegato non sia per ora entrato in vigore perché non ha ancora ottenuto un numero sufficiente di ratifiche, la Commissione si adopererà per ottenerne una rapida applicazione nell'ambito della strategia marina.

Il principale atto normativo comunitario relativo a questo tipo di inquinamento marino è la direttiva sul controllo dello Stato di approdo e sugli impianti portuali di raccolta 6 che detta disposizioni su vari rifiuti prodotti dalle navi, compresi gli idrocarburi e le acque usate. Inoltre, nel 2000 è stata emanata una disciplina intesa a sostenere, tra l'altro, gli sforzi degli Stati membri per promulgare leggi in tema di inquinamento marino.

Non sono disponibili stime attendibili degli scarichi riversati nei fiumi europei dalle navi. Attualmente tali scarichi sono disciplinati dalle legislazioni regionali e nazionali, ma la situazione dovrebbe cambiare nel prossimo futuro dal momento che l'argomento rifiuti è stato incluso nella direttiva quadro in materia di acque7 .

Note ufficiali

1. Gu L 31 del 5.2.1976.
2. Disponibile presso l'OPOCE (ISBN 92-894-3193-8).
3. http://www.europa.eu.int/water/cgi-bin/bw.pl e http://www.europa.eu.int/water/water-bathing/report/eu.html.
4. Convenzione internazionale sulla prevenzione dell'inquinamento proveniente dalle navi, del 1973, modificata dal relativo Protocollo del 1978 (Marpol 73/78), Allegato 1: norme relative alla prevenzione dell'inquinamento da idrocarburi.
5. Convenzione internazionale sulla prevenzione dell'inquinamento proveniente dalle navi, del 1973, modificata dal relativo Protocollo del 1978 (Marpol 73/78), Allegato IV: norme relative alla prevenzione dell'inquinamento da acque di scarico delle navi.
6. Direttiva 2000/59/CE del Parlamento e del Consiglio del 27 Novembre 2000 relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico GU L 332 del 28.12.2000.
7. Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque, GU L 327 del 22.12.2000.
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