Rifiuti

Giurisprudenza

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Sentenza Corte di Cassazione 12 marzo 2019, n. 10873

Rifiuti - Gestione di una discarica non autorizzata di rifiuti speciali - Responsabilità penale - Articolo 256, comma 2, Dlgs 152/2006 - Estinzione del reato per prescrizione - Effetti - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Cessazione della confisca - Legittimità - Sussistenza

La dichiarazione di estinzione del reato fa venir meno la confisca, poiché vige il principio secondo il quale non può essere disposta la confisca dell'area adibita a discarica abusiva in caso di estinzione del reato.
Così si è espressa la quarta Sezione della Cassazione nella sentenza 12 marzo 2019, n. 10873 revocando una precedente pronuncia di Cassazione, accogliendo la doglianza dell'imputato che assumeva che la precedente pronuncia di legittimità era incorsa in un errore di fatto per non avere colto l'intervenuta prescrizione del reato di gestione di una discarica non autorizzata di rifiuti speciali in Lombardia. Dall'esame della documentazione era emerso un errore nella individuazione della consumazione del reato e quindi di riflesso un errore nel computo della prescrizione.
Una volta rideterminati i termini e dichiarata la prescrizione del reato, essa ha riflessi sulla confisca, poiché la dichiarazione di estinzione del reato fa venir meno la confisca in quanto vige il principio secondo il quale non può essere disposta la confisca dell'area adibita a discarica abusiva in caso di estinzione del reato né a norma dell'articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006, né a norma dell'articolo 240, comma 2, Codice penale.

La presente pronuncia è correlata ai seguenti provvedimenti

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  • Sentenza Corte di Cassazione 21 gennaio 2020, n. 2199

    Rifiuti - Abbandono o deposito in modo incontrollato - Articolo 255, Dlgs 152/2006 - Ordinanza sindacale di rimozione - Articolo 192, Dlgs 152/2006 - Inottemperanza all'ordine - Responsabilità penale - Sussistenza - Proscioglimento dal reato di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Effetti sulla contravvenzione per inottemperanza all'ordinanza di rimozione rifiuti - Insussistenza

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    Appalti – Appaltatore che mantiene il controllo dei lavori -  Qualifica come "produttore giuridico" dei rifiuti prodotti – (N.d.R.: articolo 183, comma 1, lettera f, Dlgs 152/2006)  - Sussistenza - Funzione di garanzia sulla corretta gestione dei rifiuti - Sussistenza - Dovere di impedire illeciti ai sensi dell'articolo 40, C.p. – Sussistenza – Articolo 256, comma 2, Dlgs 152/2006 - Reato di abbandono di rifiuti - Occasionalità quale aspetto distintivo rispetto al reato di discarica non autorizzata di rifiuti - Reato di deposito incontrollato - Deposito "controllabile" cui segue l'omessa rimozione nei tempi e modi previsti per il deposito "temporaneo" - Articolo 183, comma 1, lettera bb), Dlgs 152/2006 - Nozione di discarica - Articolo 2, Dlgs 36/2003 - Realizzazione di una discarica non autorizzata - Reato ai sensi dell'articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006  -  Proprietario dell'area su cui terzi abbandonano rifiuti – Comportamento omissivo – Consapevolezza di collaborare al fatto illecito – Concorso nel reato – Articolo 110, C.p. – Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 11 novembre 2019, n. 45706

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  • Sentenza Corte di Cassazione 21 giugno 2019, n. 27692

    Rifiuti - Reato di gestione di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 -  Elementi e differenze con il reato di abbandono di rifiuti - Accumulo di rilevante quantitativo di rifiuti di varia specie - Condotta perpetrata nel tempo - Carattere di definitività - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 15 maggio 2019, n. 21080

    Rifiuti - Reato di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Mancata rimozione da parte del proprietario del terreno sul quale terzi hanno depositato rifiuti - Responsabilità - Insussistenza - Proprietario che compie atti di gestione o di movimentazione dei rifiuti abbandonati da terzi - Obbligo giuridico di impedire la realizzazione o il mantenimento dell'evento lesivo - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 14 gennaio 2019, n. 1517

    Rifiuti - Abbandono - Proprietario del terreno - Responsabilità penale - Articolo 256, Dlgs 152/2006 - Obbligo di rimozione dei rifiuti abbandonati - Insussistenza - Configurabilità della responsabilità penale - Comportamento omissivo o commissivo che configuri una attività di "gestione" dei rifiuti abbandonati - Necessità - Sussistenza - Sequestro del terreno - In caso di reato di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Legittimità - Insussistenza

  • Ordinanza Corte di Cassazione 28 novembre 2018, n. 53278
  • Sentenza Corte di Cassazione 9 novembre 2018, n. 51019

     

    Rifiuti - Gestione non autorizzata - Reato ex articolo 256 commi 1 e 3, Dlgs 152/2006 - Contestazione dell’illecito per concorso mediante omissione - In caso di obbligo giuridico di impedire la commissione del reato - Sussistenza

     

  • Sentenza Corte di Cassazione 1 ottobre 2018, n. 43172

    Rifiuti - Discarica - Nozione - Articolo 2, Dlgs 36/2003 - Inquadramento agli effetti del reato ex articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Differenze con la nozione di smaltimento - Natura della discarica - Scaricamento di rifiuti in un'area con tendenziale carattere di definitività - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 28 agosto 2018, n. 39027

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Configurabilità del reato (ex articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006) - Elementi (articolo 2, Dlgs 36/2003) - Accumulo di rifiuti per effetto di una condotta ripetuta in determinata area trasformata in deposito con tendenziale carattere di definitività in considerazione di quantità considerevoli e spazio occupato - Sussistenza - Mancanza di attività di trasformazione, recupero o riciclo dei rifiuti - Irrilevanza

  • Sentenza Corte di Cassazione 4 luglio 2018, n. 30018

    Rifiuti pericolosi - Discarica abusiva - Reato - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Prova relativa al conferimento di rifiuti difformi da quelli autorizzati - In caso di rifiuti che possiedono carattere della pericolosità su piano oggettivo - Utilizzabilità da parte del Giudice di qualsiasi elemento disponibile per la valutazione - Sussistenza - Analisi preventive da parte dell’Arpa - Necessità - Insussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 2 luglio 2018, n. 29616

    Rifiuti - Attività di tiro al volo - Piattelli, borre e pallini di piombo rinvenuti nelle aree circostanti - Qualificabilità come rifiuti speciali - Configurabilità del reato di abbandono - Articolo 256, comma 2, Dlgs 152/2006 - Sussistenza - Inconfigurabilità del reato di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 21 giugno 2018, n. 28751

    Rifiuti - Discarica abusiva - Confisca dell'area su cui è ubicata la discarica - Articolo 256, comma 3 del Dlgs 152/2006 - Applicazione - Modalità - Presenza di più comproprietari dell'area - Applicazione della confisca all'intera area solo in caso di responsabilità penale di tutti i comproprietari - Comproprietario non responsabile del reato - Diritto a ottenere la restituzione della quota parte dell'area - Legittimità - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 21 giugno 2018, n. 28725

    Rifiuti - Gestione illecita di rifiuti - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Deposito di veicoli - Discarica abusiva - Configurabilità - Sussistenza - Acque meteoriche - Differenza con i reflui industriali - configurabilità - Assenza di contaminazioni da materiali inquinanti o rifiuti - Necessità - Scarico di acque contaminate senza autorizzazione - Articolo 137, Dlgs 152/2006 - Responsabilità penale - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 23 marzo 2018, n. 13734

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Ex articolo 51, comma 3, Dlgs 22/1997 (in continuità normativa con articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006) - Raccolta e stoccaggio di rifiuti di varia natura - Cessione della ditta - Sequestro area - Gestione post chiusura - Bonifica - Responsabilità in capo al cedente - Sussistenza

  • Ordinanza Corte di Cassazione 13 marzo 2018, n. 11255

    Rifiuti - Reato di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Non punibilità per speciale tenuità del fatto - Articolo 131-bis, Codice penale - Applicabilità - Esclusione

  • Sentenza Corte di Cassazione 5 marzo 2018, n. 9879

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Reato - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Interpretazione - Senso ampio - Contributo al mantenimento del reato nel tempo - Sanzionabilità

  • Sentenza Corte di Cassazione 8 agosto 2017, n. 38980

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Reato - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Unica azione comunque strutturata al fine della definitiva collocazione dei rifiuti in loco - Rientra

  • Sentenza Corte di Cassazione 21 luglio 2017, n. 36197

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Reato - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Confisca area di proprietà di più soggetti - Responsabilità quantomeno a titolo di concorso - Necessità

  • Sentenza Corte di Cassazione 5 luglio 2017, n. 32365

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Articolo 452-bis, Codice penale - Ordine di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi - Competenza - Articolo 452-quodecies, Codice penale - Pubblico Ministero - Esclusione - Emanazione durante le indagini preliminari - Non consentita

  • Sentenza Corte di Cassazione 11 aprile 2017, n. 18399

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Reato - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Evoluzione giurisprudenziale - Realizzazione di opere funzionali - Condizione non assolutamente necessaria - Differenza con abbandono di rifiuti - Condotta abituale - Unica azione ma strutturata - Sanzionabilità

  • Sentenza Corte di Cassazione 14 marzo 2017, n. 12159

    Rifiuti - Discarica abusiva - Nozione di "gestione" - Articolo 6, comma 1, lettera e), Dl 172/2008 - Interpretazione in senso ampio - Contributo a titolo attivo o passivo - Inclusione - Tolleranza o mantenimento del reato - Punibilità

  • Sentenza Corte di Cassazione 9 febbraio 2017, n. 6027

    Sito inquinato - Effettuata attività di bonifica - Articolo 257, comma 4, Dlgs 152/2006 - Effetti - Condizione di non punibilità di contravvenzioni ambientali - Applicabilità all'illecito di discarica non autorizzata - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Esclusione

  • Sentenza Corte di Cassazione 26 settembre 2016, n. 39781

    Rifiuti - Deposito incontrollato - Articolo 256, comma 2, Dlgs 152/2006 - Discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Natura giuridica - Momento di consumazione del reato - Rinvio al Dlgs 36/2003 - Fase post operativa - Permanenza del reato - Causa naturalistica o giudiziale - Cessazione permanenza - Necessità

  • Sentenza Corte di Cassazione 29 agosto 2016, n. 35610

    Rifiuti - Raccolta di rifiuti pericolosi senza autorizzazione - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Danno ambientale - Risarcimento - Articolo 311, Dlgs 152/2006 - Titolare dell'azione risarcitoria - Ente territoriale - Esclusione - Titolarità in capo al Ministero dell'ambiente - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 13 luglio 2016, n. 29627

    Bonifiche di siti inquinati - Omissione - Reato - Superamento Csc - Elemento strutturale - Obbligo di verifica - Amministratore subentrante - Obbligo di verificare realtà gestionale - Concorso del soggetto terzo - Discarica non autorizzato -  Caratterizzazione sito - Reato - Permane

  • Sentenza Corte di Cassazione 28 giugno 2016, n. 39816 (data udienza)

    Sito contaminato - Sequestro preventivo terreno - Finalità - Procedura di bonifica - Compatibilità - Obbligo di bonifica e di ripristino ambientale - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Sentenza di condanna - Necessità

  • Sentenza Corte di Cassazione 11 novembre 2015, n. 45145

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Nozione di discarica - Articolo 2, Dlgs 36/2003 - Caratteristiche - Rifiuti conferiti da terzi previo accordo con proprietario dell'area - Diretta partecipazione - Responsabilità - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 23 ottobre 2015, n. 42719

    Rifiuti - Abbandono di ingenti quantità di rifiuti - Abitualità condotta - Nozione di discarica ex articolo 2, comma 1, lettera g)  del Dlgs 36/2003  - Applicabilità - Integrazione del reato di discarica abusiva ex articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 8 luglio 2015, n. 29084

    Rifiuti -  Discarica abusiva ex articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 – Terre e rocce da scavo di cui all’articolo 184, comma 3, Dlgs 152/2006 – Prova -  Espletamento Consulenza tecnica – Non necessaria

  • Sentenza Corte di Cassazione 26 marzo 2015, n. 12970

    Rifiuti – Discarica – Nozione ex articolo 2, Dlgs 36/2003 – Abusività ai sensi dell’articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 – Reato permanente - Sussistenza

     

  • Sentenza Corte di Cassazione 28 gennaio 2015, n. 3943

    Rifiuti - Alghe miste ad altri rifiuti non organici - Spostamento dalla battigia - Interramento - Regime di deroga - Articolo 39, comma 11, Dlgs 205/2010 - Non rientra - Discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Sussiste

  • Sentenza Corte di Cassazione 6 novembre 2014, n. 45931

    Rifiuti - Discarica non autorizzata - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Gestione post-operativa - Rientra - Mancata vigilanza e controllo - Permanenza del reato - Fino al venire meno della situazione di antigiuridicità - Sussiste

  • Sentenza Corte di Cassazione 22 luglio 2014, n. 32369

    Rifiuti - Reato di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3 - Giacenza per oltre un anno - Mancata prova - Non decisività - Degrado dell'area - Richiesto

  • Sentenza Corte di Cassazione 11 luglio 2014, n. 30583

    Rifiuti - Discarica abusiva - Abbandono reiterato e prolungato - Degrado dell'area - Deposito durata inferiore a un anno - Definizione di discarica - Articolo 2, Dlgs 36/2003 - Non rileva

  • Sentenza Corte di Cassazione 3 luglio 2014, n. 28577

    Rifiuti - Abbandono - Sequestro area - Assenza condizioni di legge - Restituzione condizionata alla bonifica - Illegittimità - Dlgs 152/2006, articolo 192 - Potere di ordinanza - Competenza amministrativa - Esclusiva

  • Sentenza Corte di Cassazione 9 maggio 2014, n. 19129

    Rifiuti - Abbandono di pneumatici usati e cerchioni - Sequestro area - Fumus del reato di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Condizioni - Nozione di rifiuto - Presenza di fatture di acquisto e vendita - Non rileva

  • Sentenza Corte di Cassazione 18 aprile 2014, n. 17289

    Discarica abusiva - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Requisiti - Destinazione a smaltimento permanente - Rileva - Predisposizione di uomini e mezzi - Non richiesta - Sequestro preventivo area di proprietà di terzi - Articolo 321, C.p.p. - Legittima

  • Sentenza Corte di Cassazione 13 febbraio 2014, n. 6985

    Rifiuti - Abbandono di rifiuti "alla rinfusa" e non per categorie omogenee - Articolo 183, Dlgs 152/2006 - Deposito temporaneo - Escluso

  • Sentenza Corte di Cassazione 29 novembre 2013, n. 47501

    Rifiuti - Nozione di discarica abusiva - Caratteristiche - Dlgs 36/2003, articolo 2 - Volontà che sottende all'abbandono - Sanzioni - Dlgs 152/2006 - Articolo 256, comma 3

  • Sentenza Corte di Cassazione 13 settembre 2013, n. 37548

    Gestione dei rifiuti - Esclusioni dalla disciplina - Materie fecali - Articolo 185, Dlgs 152/2006 - Provenienza agricola - Allevamento - Non rientra - Discarica non autorizzata  - Prescrizione - Confisca dell'area -Esclusa

  • Sentenza Corte di Cassazione 29 maggio 2013, n. 23091

    Rifiuti - Ordine di rimozione - Inosservanza del proprietario del terreno - Reato di discarica abusiva - Sussistenza

  • Sentenza Corte di Cassazione 9 aprile 2013, n. 16186

    Accumulo di materiale non omogeneo proveniente da demolizione - Assimilazione a regime delle terre e rocce da scavo - Insussistenza - Assenza requisiti per essere esonerati dalla normativa sui rifiuti - Reato di discarica abusiva - Articolo 256, comma 3 - Requisiti

  • Sentenza Corte di Cassazione 5 aprile 2013, n. 15782

    Rifiuti - Discariche - Autorizzazione scaduta - Reato configurabile - Discarica abusiva - Smaltimento abusivo rifiuti (articolo 256, Dlgs 152/2006) - Non sussiste

  • Sentenza Corte di Cassazione 26 febbraio 2013, n. 9213

    Rifiuti - Abbandono - Responsabilità proprietario area - Colpa in vigilando - Sussiste

  • Sentenza Corte di Cassazione 23 gennaio 2013, n. 3430

    Rifiuti - Discarica - Elemento soggettivo - Colpa - Omissione di vigilanza - Sufficienza

  • Sentenza Corte di Cassazione 25 settembre 2012, n. 36771

    Rifiuti - Discarica abusiva - Confisca del terreno - Comproprietà - Confisca pro-quota - Legittimità

  • Sentenza Corte di Cassazione 19 marzo 2012, n. 10518

    Discarica - Autorizzazione scaduta - Conferimento rifiuti - Reato di illecita gestione - Articolo 256 del Dlgs 152/2006 -  Concorso - Sussiste

  • Sentenza Corte di Cassazione 16 gennaio 2012, n. 1188

    Veicoli fuori uso - Articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Abbandono - Discarica abusiva - Nozione di smaltimento - Inammissibilità del ricorso

  • Sentenza Corte di Cassazione 22 giugno 2011, n. 25047

    Abbandono di rifiuti - Dlgs 152/2006 - Nozione di "discarica" - Dlgs 36/2003 - Necessità di apparato organizzativo di uomini e mezzi - Non sussiste

  • Sentenza Corte di Cassazione 22 novembre 2010, n. 41020

    Deposito incontrollato di rifiuti - Dlgs 152/2006 - Sequestro preventivo - Sindacato del Tribunale del riesame - Concorso del proprietario del terreno - Consapevolezza dell'abbandono - Insufficienza

  • Sentenza Corte di Cassazione 19 ottobre 2010, n. 37199

    Rifiuti - Ex articolo 256, comma 3, Dlgs 152/2006 - Discariche abusive in aree appartenenti all’autore del reato - Confisca delle sole quote dei soggetti condannati -

  • Sentenza Corte di Cassazione 2 luglio 2009, n. 26949

    Rifiuti speciali - Dlgs 22/1997 e Dlgs 152/2006 - Realizzazione e gestione di discarica - Mancanza di autorizzazione - Prescrizione

  • Sentenza Corte di Cassazione 4 marzo 2009, n. 9849

    Rifiuti - Dlgs 22/1997 e Dlgs 152/2006 - Discarica abusiva – Definizione – Abbandono reiterato di rifiuti

  • Sentenza Corte di Cassazione 16 febbraio 2009, n. 6564

    Rifiuti - Dlgs 152/2006 - Discarica abusiva - Sequestro preventivo - Requisiti

  • Sentenza Corte di Cassazione 15 dicembre 2008, n. 46072

    Rifiuti - Discarica abusiva – Natura del reato – Reato permanente

  • Sentenza Corte di Cassazione 13 maggio 2008, n. 19221

    Rifiuti - Dlgs 36/2003 e Dlgs 152/2006 - Discariche - Nozione

  • Sentenza Corte di Cassazione 17 gennaio 2008, n. 2477

    Rifiuti - Dlgs 152/2006 e Dlgs 22/1997 - Discarica non autorizzata - Responsabilità per omissione possessore fondo - Limiti

  • Sentenza Corte di Cassazione 14 dicembre 2007, n. 46643

    Rifiuti - Dlgs 152/2006 - Pneumatici usati - Riutilizzo - Recupero - Disciplina applicabile

  • Sentenza Corte di Cassazione 2 aprile 2007, n. 13456

    Discarica - Realizzazione e gestione illecita - Natura dei reati

  • Sentenza Corte di Cassazione penale 10 gennaio 2007, n. 261

    Articolo 256, comma 3 Dlgs 152/2006 - Reato di realizzazione o gestione discarica non autorizzata - Condizioni per la configurabilità


Corte di Cassazione

Sentenza 12 marzo 2019, n. 10873

 

Repubblica italiana

In nome del popolo italiano

 

La Suprema Corte di Cassazione

Sezione quarta penale

(omissis)

 

ha pronunciato la seguente

 

Sentenza

 

sul ricorso proposto da:

M.M.P.M. nato a (omissis) il (omissis)

avverso la sentenza del 5 ottobre 2017 della Corte di Cassazione di Roma udita la relazione svolta dal Consigliere (omissis);

sentite le conclusioni del PG (omissis) che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso.

udito il difensore avvocato (omissis) in difesa di M.M.P.M., che insiste per l'accoglimento del ricorso.

 

Ritenuto in fatto

1. M.M.P.M. ha proposto ricorso avverso la sentenza emessa dalla Terza Sezione della Corte di Cassazione, con la quale è stato dichiarato inammissibile il ricorso avente ad oggetto la pronuncia emessa dalla Corte di Appello di Milano il 28 marzo 2017, che riformando parzialmente quella del Tribunale di Milano, lo aveva assolto dal reato di gestione non autorizzata di rifiuti, consistita nell'aver svolto un'attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi in assenza dì autorizzazione (capo a della rubrica), limitatamente alla condotta di aver gestito "cumuli di calcestruzzo derivante dal lavaggio delle autobetoniere in prossimità delle aree di transito" e di conseguenza rideterminato la pena, avendo confermato nel resto l'appellata sentenza che lo aveva riconosciuto colpevole, oltre che delle residue contestazioni del reato di cui al capo a [articolo 256, comma 1, lettera a), Dlgs n. 152 del 2006], contestate come commesse tra il 25 ottobre 2011 ed il 3 luglio 2012, anche del reato di cui al capo b [articolo 356, comma 2, in relazione al comma 1, lettera a) Dlgs n. 152 del 2006, contestato come commesso in data 3 luglio 2012], per aver effettuato all'interno del sito aziendale un'attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi con plurime inosservanze delle condizioni di cui al Dm 5 febbraio 1998 e di quelle contenute nella comunicazione di rinnovo attività dì recupero del 14 febbraio 2008 ai sensi degli articoli 214 e 216 T.u.a., di cui al capo c [articolo 256, comma 4, Dlgs n. 152 del 2006, contestato come accertato il 25 ottobre 2011, il 4 gennaio 2012 ed il 3 luglio 2012], per aver realizzato abusivamente un terrapieno in assenza di p.d.c. realizzando una modificazione permanente del suolo in edificato, di quello di cui al capo d [articolo 44, comma 1, lettera b), Dpr n. 380 del 2001, contestato come accertato in data 25 ottobre 2011] e di quello di cui al capo e [articolo 256, comma 3, Dlgs n. 152 del 2006, contestato come accertato il 25 ottobre 2011], consistito nella gestione di una discarica non autorizzata di rifiuti speciali non pericolosi con modifica sostanziale dello stato dei luoghi e progressivo degrado ambientale.

Il ricorrente assume che la Corte di Cassazione, dinanzi alla quale era stato censurato che la Corte di Appello non avesse dichiarato estinto per prescrizione il reato sub e), è incorsa in errore di fatto laddove ha affermato che, in presenza di un sequestro della res, l'imputato aveva proseguito nell'attività e pertanto la data di consumazione del reato in parola non poteva farsi coincidere con quella del sequestro (25 ottobre 2011), ma con quella della cessazione della permanenza, individuata nel 3 luglio 2012. Tale errore non ha permesso al Giudice di legittimità di cogliere che il reato risultava prescritto con il decorso del 25 ottobre 2016 o al più tardi alla data del 4 gennaio 2017, ove si fosse individuata la data del sopralluogo del 4 gennaio 2012 come quella in cui vennero meglio accertate le violazioni descritte poi al capo e).

2. In data 20 novembre 2016 è pervenuto a questo ufficio atto recante “Motivi nuovi ex articolo 585 comma 4 C.p.p.".

Con esso si argomenta ulteriormente in ordine al dedotto errore di fatto nel quale sarebbe incorsa la Terza sezione penale di questa Corte, rilevando come tanto dal verbale di sequestro del 25 ottobre 2011 che dalle dichiarazioni rese dall'ing. E.A. all'udienza del 17 dicembre 2015, tra il 4 gennaio 2012 (data del secondo sopralluogo) e il 3 luglio 2012 non vi era stata alcuna attività concernente i cumuli oggetto della imputazione elevata al capo e) della rubrica, essendo stata rilevata la formazione di un ulteriore cumulo di 9.000 mc di frantumato e di 70 cumuli di rifiuti provenienti dall'attività di scavo e demolizioni che sono stati presi in considerazione dal capo a) della rubrica.

Con un secondo motivo si deduce che, in ragione dell'evidenziato errore di fatto la Corte di cassazione non ha rilevato la estinzione per prescrizione anche del reato sub d) — che con riferimento ai cumuli descritti al capo e) imputa un illecito edilizio.

 

Considerato in diritto

3. Il ricorso è fondato nei termini di seguito precisati.

3.1. In primo luogo risulta opportuno ribadire, sulla scia del consolidato orientamento di questa Corte, che l'errore materiale e l'errore di fatto, indicati dall'articolo 625-bis Codice di procedura penale come motivi di possibile ricorso straordinario avverso provvedimenti del giudice di legittimità, consistono, rispettivamente, il primo nella mancata rispondenza tra la volontà, correttamente formatasi, e la sua estrinsecazione grafica; il secondo in una svista o in un equivoco incidenti sugli atti interni al giudizio di legittimità, il cui contenuto viene percepito in modo difforme da quello effettivo, sicché rimangono del tutto estranei all'area dell'errore di fatto — e sono, quindi, inoppugnabili — gli errori di valutazione e di giudizio dovuti ad una non corretta interpretazione degli atti del processo di cassazione, da assimilare agli errori di diritto conseguenti all'inesatta ricostruzione del significato delle norme sostanziali e processuali (Sezione 5, n. 29240 del 1 giugno 2018 — dep. 25 giugno 2018, Barbato, Rv. 273193).

3.2. Si tratta quindi di verificare se la Terza sezione abbia erroneamente assunto un dato probatorio dall'univoco significato o se abbia interpretato il medesimo, assumendone uno dei possibili significati. È di tutta evidenza che in tale seconda ipotesi non può parlarsi di errore di fatto ed il ricorso in esame risulterebbe quindi inammissibile.

La Terza sezione ha tratto "dagli elementi richiamati dalle sentenze di merito che l'imputato aveva proseguito nell'attività".

Orbene, posto che il capo e) ha ad oggetto un cumulo di 100.000 mc posto sul lato nord dell'impianto ed un ulteriore cumulo di circa 50.000 mc di materiale frantumato posto sul lato est dell'impianto, va osservato come nel verbale di sopralluogo del 3 luglio 2012 si menzioni un "cumulo-terrapieno area est rimasto invariato ..."; si affermi che in area attigua veniva censito un ammasso di circa 10.000 mq; e che erano censibili un cumulo area sud-ovest di rifiuti ed una settantina di cumuli prossimi all'area dove era posto il sistema di raccolta, trattamento e scarico.

Non risulta, quindi, alcuna indicazione relativa ad attività compiutesi tra il gennaio ed il luglio sugli oggetti materiali indicati al capo e). Anche la teste A. ha riferito delle nuove attività compiute dopo il sopralluogo del gennaio 2012 facendo riferimento ad altri cumuli.

Deve ravvisarsi pertanto un errore di fatto, riflessosi sulla individuazione del dies a quo del termine di prescrizione.

Tanto impone di adottare i provvedimenti necessari per correggere l'errore, pronunciando sul merito del ricorso originario (Sezione 6, n. 36192 del 1 luglio 2014 — dep. 27 agosto 2014, Mazzarella, Rv. 260028).

La doglianza concernente l'estinzione del reato sub e) della rubrica è fondato. Il termine di prescrizione va fatto decorre dal 4 gennaio 2012, data in cui venne eseguito il secondo sopralluogo degli operanti presso l'azienda del M.. Ciò conduce a identificare nel 4 gennaio 2017 il termine al decorso del quale il reato si è estinto.

3.3. A tanto consegue anche la necessità di provvedere nuovamente alla determinazione della pena relativa ai residui reati. Va quindi disposto il rinvio ad altra sezione della Corte di Appello di Milano per nuova determinazione del trattamento sanzionatorio.

3.3. La dichiarazione di estinzione del reato fa venir meno la confisca dei cumuli in questione; vige il principio secondo il quale non può essere disposta la confisca dell'area adibita a discarica abusiva, in caso di estinzione del reato (nella specie, per prescrizione), né a norma dell'articolo 256, comma terzo, Dlgs n. 152 del 2006, né a norma dell'articolo 240, comma secondo, Codice penale (Sezione 3, n. 37548 del 27 giugno 2013 — dep. 13 settembre 2013, Rattenuti, Rv. 257687).

4. Il ricorso è per contro inammissibile nel motivo con il quale si deduce la prescrizione del reato sub d).

In primo luogo, venendo evocato il decorso del termine di prescrizione già prima della sentenza di appello, va rilevato che si tratta di deduzione che interviene dopo che si è già formato il giudicato a riguardo del reato sub d).

Volendo valorizzare il riferimento che il ricorrente opera ad un asserito errore della Terza sezione consistente nel non aver colto che il reato sub d) ha ad oggetto il medesimo fatto storico di cui all'imputazione sub e), con l'effetto di replicare l'errore commesso nella individuazione del dies a quo del termine di prescrizione, va rilevato che si tratta di deduzione del tutto nuova, non contenuta nel ricorso. A mente dell'articolo 611 Codice di procedura penale, la presentazione di motivi nuovi è consentita entro i limiti in cui essi investano capi o punti della decisione già enunciati nell'atto originario di gravame, poiché la "novità" è riferita ai "motivi", e quindi alle ragioni che illustrano ed argomentano il gravame su singoli capi o punti della sentenza impugnata, già censurati con il ricorso (Sezione 1, n. 40932 del 26 maggio 2011 — dep. 10 novembre 2011, Califano e altri, Rv. 251482); sicché al ricorrente in cassazione non è consentito, con i motivi nuovi, dedurre una violazione di legge se era stato originariamente censurato solo il vizio di motivazione (Sezione 5, n. 14991 del 12 gennaio 2012 — dep. 18 aprile 2012, P.G. in proc. Strisciuglio e altri, Rv. 252320).

 

PQM

 

revoca la sentenza n. 2401/2018 pronunciata nei confronti di M.M.P.M. dalla sezione Terza penale della Corte di cassazione in data 5 ottobre 2017 limitatamente al capo e) della rubrica perché il reato è estinto per prescrizione. Elimina la confisca. Rinvia ad altra sezione della Corte di Appello di Milano per la determinazione della pena relativa ai residui reati.

Inammissibile nel resto.

Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del 4 dicembre 2018.

 

Depositata in cancelleria il 12 marzo 2019.

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