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Roma, 13 luglio 2000 (Ultimo aggiornamento: 14/11/2008)

Dpef 2000-2004: i principali passaggi riguardanti lo sviluppo sostenibile, la tutela ambientale e l'energia

(Massimo Medugno - Direttore Generale Assocarta-Confindustria)

Lo scorso 5 luglio il Ministro dell'ambiente Bordon ha tenuto una conferenza stampa sul Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (Dpef) relativo al triennio 200-2004, approvato dal Consiglio dei Ministri di giovedì 29 giugno.

Come ha sottolineato il Ministro, il Dpef (in questi giorni all'esame del Parlamento) affronta i temi dello sviluppo del Paese facendo riferimento alla sostenibilità ambientale.

Di seguito si riportano i passaggi che più direttamente si riferiscono alla sostenibilità ambientale.

 

p. IX

"Ma soprattutto si è progressivamente accentuato anche in Italia il fatto che vengono dalle politiche di "sostenibilità" — servizi di cura alla persona, salvaguardia ambientale e valorizzazione dei beni storico-culturali, energia, riqualificazione urbana, ecc. — quei risultati significativi di rilancio dell'occupazione, più difficili nei settori produttivi più tradizionali, in cui — nonostante gli investimenti effettuati — bisogna fare i conti con l'enorme aumento di produttività indotto dall'accelerata innovazione tecnologica. Siamo dunque di fronte ad un dato significativo di cui bisogna tener conto non marginalmente nell'orientare le politiche dell'occupazione."

 

p. XII

"Per di più, l'indirizzo di sviluppo suggerito dai positivi risultati di dinamismo economico che provengono dalle politiche della sostenibilità richiede un'attenta individuazione dei protagonisti istituzionali e sociali ed un'impegnativa riallocazione delle risorse pubbliche, ma anche private."

 

p. XIII

"Più che limitarsi a fornire gli usuali strumenti di agevolazione creditizia o incentivazione fiscale, Stato e Regioni devono accompagnare questo sforzo di crescita mettendo a disposizione delle imprese sportelli di informazione sugli indirizzi di innovazione tecnologica e produttiva che provengono da iniziative congiunte, pubbliche e private, di ricerca applicata."

 

p. 8

"In tale ambito si individua quale obiettivo generale e prioritario uno sviluppo rapido ed effettivo della concorrenza nei settori liberalizzati, che si traduca anche nel facilitare l'accesso ai mercati ad un numero il più ampio possibile di operatori nel rispetto delle regole previste e a condizioni eque e non discriminatorie. L'auspicato abbassamento nel livello dei prezzi e delle tariffe per quanto riguarda i servizi di pubblica utilità è difatti connesso con la possibilità di innescare una concorrenza, oltre che in termini di qualità, anche di prezzo nel pieno rispetto dei principi di universalità del servizio e di sicurezza per gli utenti.

Al fine di aumentare il livello di competitività del nostro sistema produttivo, è inoltre necessaria una rapida convergenza nei livelli dei prezzi nel nostro Paese e quelli dei diversi Paesi europei, senza discriminazioni tra categorie di utenti."

A commento di tale passaggio si riportano le dichiarazioni riportate del Ministro Letta ("Il Sole 24 Ore" di sabato 1° luglio, p. 13, "Elettricità nuovi rincari") secondo cui "nel Dpef, a pagina 8, c'è per la prima volta un passaggio in cui si cita il diritto-dovere del Governo di dare indirizzi alle politiche di settore, in questo caso sulle politiche energetiche. Nel Dpef si dà una indicazione che va nel tentativo di creare un quadro che possa essere una risposta indicativa gli energivori".

 

p. 21

"Ma la politica fiscale non potrà non essere anche uno degli strumenti nella realizzazione degli indirizzi di politica economica della sostenibilità, soprattutto per incentivare il decollo delle attività: dalla promozione delle tecnologie di risparmio energetico alla ristrutturazione del sistema dei trasporti dalla gomma alla ferrovia e al cabotaggio, dallo sviluppo di una gestione ambientale delle attività industriali, agricole, turistiche alla realizzazione di un sistema dei rifiuti sempre più centrato sulla raccolta differenziata e sul riciclo dei materiali."

Questo passaggio, estremamente equilibrato, potrebbe essere meglio esplicitato. Infatti, al fine di promuovere concretamente uno sviluppo sostenibile, l'approccio dovrebbe essere globale ed includere agevolazioni (incentivi, detrazioni fiscali o tassazione più favorevole) per chi introduce sistemi di gestione ambientale all'interno dell'azienda e per incentivare il recupero dei rifiuti (anche sotto il profilo della termovalorizzazione). Un approccio di tipo globale dovrebbe coinvolgere anche strumenti nel campo dell'efficienza energetica e degli investimenti ambientali, al fine di una migliore attuazione della Direttiva 96/61/Cee (Ippc).

Sembra, invece, fortemente criticabile l'ipotesi (in qualche modo evidenziata dal Ministro dell'Ambiente durante la fase di predisposizione del Dpef) di chi proporrebbe riduzioni Iva per chi utilizzi materiali riciclati per la fabbricazione e ciò per i seguenti motivi:

— la riduzione dell'Iva è, di fatto, un sicuro incentivo all'utilizzatore e/al consumatore;

— presuppone la risoluzione di una problematica assai complessa e cioè quella dell'adozione di una normatIva tecnica che consenta di affermare (e di verificare…), con certezza, se sono state utilizzati materiali vergini o riciclati: la questione è di particolare importanza quando c'è di mezzo il Fisco;

— si applicherebbe a tutti i prodotti, anche quelli provenienti da altri Stati e, quindi, potrebbe non incidere effettIvamente sul creare ulteriori sbocchi di mercato alle sempre maggiori quantità di materiali provenienti dalle raccolte differenziate in attuazione del Dlgs 22/1997.

Quali sono le azioni alternative che si potrebbero, invece, intraprendere per incentIvare il riciclo dei materiali?

1) IncentIvazione delle nuove iniziative imprenditoriali per il riciclo dei materiali ed eventuale "sblocco" di quelle in fase di autorizzazione in questo momento;

2) definizione di un quadro normativo sufficientemente certo per le attività in essere e per quelle nuove (ad esempio, facilitando il recupero e lo smaltimento dei rifiuti derIvanti dal riciclo);

3) riduzione al minimo degli oneri amministrativi per la gestione dei materiali raccolti, al fine di comprimere i costi di gestione degli stessi, che dovranno, poi, essere riciclati.

 

p. 31

"E tra questi processi va considerato anche l'emergere, sempre più definito, delle politiche della "sostenibilità" — e cioè della salvaguardia della salute e dell'ambiente, dell'energia, della riqualificazione delle città, del rilancio dell'agricoltura — come terreno straordinariamente efficace per coniugare al miglioramento della qualità della vita lo sviluppo dell'occupazione, reale opportunità di crescita per il Paese. Di tutto ciò si deve tenere conto nel disegnare le linee prioritarie di intervento per i prossimi anni."

 

p. 32

"Di questa azione, una componente significatIva è data, come si è detto, dalla politica della sostenibilità. In questa sede ci si limita a sintetizzarne, in continuità con il Documento 2000-2003, i tre ambiti principali per i quali sarebbe opportuno rafforzare la dotazione finanziaria e definire sempre meglio gli indirizzi: ambiente, città, energia, agricoltura e sviluppo rurale. Si tratta di capitoli per i quali i Governi di questa legislatura hanno già operato un salto di qualità in fatto di investimenti e di interventi di pianificazione e a ciò bisogna dare continuità. Il Governo intende rafforzare il suo impegno in direzione della sostenibilità ambientale dello sviluppo presentando in tempi brevi il nuovo Piano nazionale per lo sviluppo sostenibile. 'La promozione di uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche e l'elevato livello di protezione dell'ambiente e il miglioramento di quest'ultimo' figurano nel Trattato di Amsterdam tra gli obbiettivi dell'Unione europea e i compiti della Comunità. In tal modo la tematica ambientale ha assunto valore primario, con carattere di assoluta trasversalità nei diversi settori di investimento e la sostenibilità dello sviluppo si è imposta come l'autentica sfida delle moderne economie di mercato. E proprio alle priorità, indicate dal Consiglio dell'Unione lo scorso 30 marzo, si ispireranno le specifiche linee dell'azione governatIva: dalla lotta per la riduzione degli inquinanti in atmosfera, in particolare nelle città, al controllo del ciclo delle acque (dalla captazione alla distribuzione, alla distribuzione, al riciclo), alla gestione dei rifiuti, alla difesa della diversità. Si tratta, per di più, di azioni per le quali sono già stati predisposti progetti immediatamente cantierabili. Per il nostro Paese, poi, particolare impegno richiede la questione della difesa del suolo (per la struttura geologica corrugata e per gli insediamenti a rischio dovuti allo scempio urbanistico).

Ma il tema del governo del territorio apre il capitolo della lotta all'abusivismo edilizio e del risanamento urbano che, in particolare, può coniugare il restauro dei centri storici con la domanda di abitazioni da parte dei ceti sociali più deboli, degli extracomunitari, ma immaginando anche un ambiente più vivibile e solidale anche con le altre specie viventi.

Quanto alla politica del risparmio energetico e del decollo delle fonti energetiche pulite e rinnovabili, si tratta di intervenire in uno dei punti caldi che generano inflazione, mentre sono mature le tecnologie per azioni che, con minimi incentivi e razionalizzazioni, possono incidere in modo significativo sulla bolletta petrolifera. In ogni caso, si tratta di adempiere, mediante questi interventi, agli impegni di riduzione degli inquinanti in atmosfera, solennemente sottoscritti dal nostro Paese con il Protocollo di Kyoto."

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