Energia

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Parere Comitato economico e sociale europeo 9 dicembre 2010

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema "Una strategia energetica per il periodo 2011-2020"

Comitato economico e sociale europeo

Parere 9 dicembre 2010

(Guue 19 febbraio 2011 n. C 54)

Parere sul tema "Una strategia energetica per il periodo 2011-2020" (parere esplorativo)

La Commissione europea, in data 12 maggio 2010, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo sul tema:

 

Una strategia energetica per il periodo 2011-2020

(parere esplorativo).

 

La Sezione specializzata trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 16 novembre 2010.

Alla sua 467a sessione plenaria, dei giorni 8 e 9 dicembre 2010, (seduta del 9 dicembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 138 voti favorevoli, 40 voti contrari e 21 astensioni.

 

1. Introduzione e sintesi

1.1 La Commissione europea intende adottare una strategia energetica per il periodo 2011-2020 e una tabella di marcia per un sistema energetico a basso tenore di carbonio entro il 2050. A titolo di contributo al suo lavoro ha chiesto al Comitato due pareri esplorativi su tali argomenti.

1.2 Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) si compiace del fatto che i due suddetti argomenti vengano sviluppati parallelamente. Gli investimenti nel settore energetico sono a lungo termine, ed è molto importante che la strategia per i prossimi dieci anni contribuisca alla realizzazione degli obiettivi stabiliti per il 2050.

1.3 La Commissione ha pubblicato, come base di consultazione, il documento di sintesi Verso una nuova strategia energetica per l'Europa per il periodo 2011-2020. Nella sezione 1 del presente parere il Cese espone brevemente le proprie considerazioni e raccomandazioni, nella sezione 2 presenta alcuni temi generali che la strategia dovrebbe affrontare, e nella sezione 3 formula le proprie osservazioni sui singoli temi di discussione del documento della Commissione.

1.4 Negli ultimi due secoli si è fatto ricorso principalmente ai combustibili fossili per i trasporti e gli altri usi energetici. In tale arco di tempo l'ampia disponibilità di risorse fossili estraibili a prezzi comparativamente bassi ha consentito un enorme incremento della produttività e del tenore di vita nei paesi avanzati.

1.5 Tuttavia la maggior parte degli esperti è concorde nel ritenere che nei prossimi 40 anni l'approvvigionamento di petrolio e di gas diverrà meno abbondante, la concorrenza per le risorse che rimangono si inasprirà e i prezzi di tali risorse aumenteranno. È probabile che il carbone rimanga relativamente più abbondante e che per tale risorsa vi sia un rischio minore di gravi difficoltà di approvvigionamento nel secolo in corso. Ma è urgente anche ridurre le emissioni di anidride carbonica derivanti dall'uso di combustibili fossili per evitare mutamenti climatici catastrofici, e questo vale per il carbone come per il petrolio e per il gas.

1.6 Occorre quindi cambiare entro il 2050 la base energetica e i modelli di consumo energetico. Bisogna promuovere al più presto tutte le possibili fonti energetiche alternative. Dove si continuano ad impiegare combustibili fossili sarà necessario catturare alla fonte e stoccare o riutilizzare la maggior parte delle loro emissioni di carbonio, evitando che finiscano nell'atmosfera. In ogni settore si dovrà utilizzare l'energia in maniera molto più efficiente di adesso.

1.7 La gestione efficace di questo cambiamento è una delle sfide più ardue per la società e i governi nel XXI secolo. Servirà un nuovo approccio in materia di determinazione dei prezzi dell'energia e dei servizi energetici, per garantire in particolare che sul consumo di combustibili fossili ricadano interamente i costi derivanti dal carico di anidride carbonica che tale consumo impone al mondo. Occorreranno inoltre cospicui investimenti nelle nuove tecnologie, nuovi e forti partenariati tra l'industria e i governi per creare l'infrastruttura necessaria, e una trasformazione dell'atteggiamento collettivo nei confronti del consumo energetico e dei relativi costi.

1.8 I paesi dovranno collaborare strettamente fra loro per realizzare i cambiamenti necessari. Al tempo stesso il processo di trasformazione sarà caratterizzato da un'aspra concorrenza per l'accesso alle riserve residue di petrolio e di gas, mentre si creeranno nuove aree di concorrenza nello sviluppo di fonti energetiche alternative e di prodotti e servizi energetici efficienti. I paesi e le regioni che miglioreranno tempestivamente la propria efficienza energetica e applicheranno in modo efficace le energie alternative rafforzeranno la propria concorrenzialità. Quelli che avanzeranno in modo disordinato, rinviando i cambiamenti, finiranno per subire un'erosione della loro competitività.

1.9 L'Europa e l'Unione europea si trovano adesso in una fase critica di questa evoluzione, e hanno importanti ragioni per portare avanti questa trasformazione, perché dipendono fortemente dalle importazioni di petrolio e di gas e sono vulnerabili nei confronti di qualsiasi possibile perturbazione di tali forniture. Inoltre l'Europa è stata all'avanguardia sia nella graduale sensibilizzazione pubblica e politica in merito alla minaccia dei cambiamenti climatici, che nello sviluppo di alcune delle fonti energetiche alternative che saranno necessarie e nelle misure rivolte ad accrescere l'efficienza energetica in alcuni settori essenziali.

1.10 Ma l'Europa non può permettersi di essere compiacente. Il processo di trasformazione non ha ancora acquisito la forza necessaria per proseguire in modo autonomo e potrebbe facilmente subire una battuta d'arresto a causa delle attuali difficoltà economiche e della visione a breve termine che ne deriva. Nel frattempo altri paesi e regioni, come la Cina e gli Stati Uniti, si stanno preparando ad agire in modo rapido. In particolare la Cina diverrà probabilmente un concorrente molto forte nello sviluppo di fonti energetiche alternative.

1.11 Per l'Europa è vitale sviluppare un nuovo dinamismo per la trasformazione in campo energetico. La nuova strategia energetica dell'Ue potrebbe e dovrebbe fornire il quadro adatto. Essa dovrebbe fare una mappa degli obiettivi e delle finalità, e presentare le misure e le strutture che saranno necessarie. L'adozione della strategia da parte del Consiglio e delle altre istituzioni dev'essere l'occasione per mobilitare una volontà comune, politica, imprenditoriale e sociale, di realizzare i cambiamenti necessari. Si tratta di un'opportunità che non si può perdere o sprecare.

 

2. Elementi fondamentali della strategia

2.1 La nuova strategia energetica per l'Europa per il periodo 2011-2020 deve basarsi su almeno tre elementi fondamentali: sicurezza di approvvigionamento, economia a basso tenore di carbonio e competitività energetica. Il Comitato accoglie con favore gli sforzi rivolti ad avviare la transizione verso un'economia a basso tenore di carbonio e ad accrescere la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, ma si rammarica del fatto che la Commissione, nel documento di valutazione del maggio 2010 Verso una nuova strategia energetica per il periodo 2011-2020, dedichi troppo poca attenzione alla competitività energetica. A medio termine, il raggiungimento di un'economia a basso tenore di carbonio dovrebbe rendere l'Europa maggiormente competitiva a livello mondiale. Ma se a breve termine non si adotteranno tempestivamente le misure appropriate vi è un rischio reale che il costo cumulativo di tutte le politiche energetiche provochi una rilocalizzazione delle emissioni e dei posti di lavoro.

2.2 A giudizio del Cese gli elementi basilari della strategia potrebbero essere riassunti come segue:

— dare i giusti segnali economici,

— mettere a punto le tecnologie appropriate,

— mobilitare la finanza,

— predisporre le istituzioni e le strutture adeguate (pubbliche e private),

— assicurarsi il coinvolgimento dei consumatori e della società in generale,

— costruire un'alleanza europea e un partenariato per la transizione,

nonché raggiungere un consenso generale sulle finalità, sulla velocità di avanzamento e sugli specifici obiettivi da realizzare entro precise scadenze.

2.3 Segnali economici. Dal punto di vista di un economista lo strumento più importante per realizzare la necessaria trasformazione del settore energetico consiste nello stabilire prezzi adeguati dell'energia, comprensivi di tutti i costi esterni legati alla produzione e al consumo. In particolare la produzione e il consumo di energia dovrebbero farsi carico di tutti gli inconvenienti derivanti dall'anidride carbonica immessa nell'ambiente.

2.4 Ciò è ben lungi dall'accadere in questo momento a livello globale. La produzione e il consumo di energia sono quanto mai distanti dal compensare pienamente il loro costo in termini di carbonio, e in molti luoghi ricevono addirittura sovvenzioni perverse rivolte a ridurne il costo e a incoraggiarne la domanda e, di conseguenza, la produzione di carbonio che ne deriva. Le future politiche dovrebbero mirare a garantire che le emissioni di anidride carbonica derivanti dall'uso di combustibili fossili siano assoggettate al pagamento integrale del loro prezzo in termini di carbonio.

Gli eventuali sussidi ancora concessi dovrebbero essere mirati, in maniera molto più attenta, a:

— promuovere la ricerca e lo sviluppo nelle nuove tecnologie,

— sostenere per brevi periodi l'introduzione di tecnologie emergenti a basso tenore di carbonio, fino a quando esse sono in grado di far fronte da sole al mercato,

— incoraggiare l'introduzione di misure e di tecniche di efficienza energetica,

— aiutare gli utenti più poveri o vulnerabili a procurarsi i servizi energetici di cui hanno bisogno.

2.5 L'Europa ha fatto qualche progresso nell'introduzione di strutture dei prezzi migliori. Ma fattori come la presenza di numerosi tipi differenti di tassazione sui combustibili nei vari paesi, la persistenza di alcuni sussidi alla produzione, un sistema imperfetto e volatile di scambio dei diritti di emissione ecc., sono ben lontani dal fornire i segnali di prezzo costanti e coerenti che servirebbero per consentire ai fornitori e ai consumatori di energia di procedere con fiducia alla pianificazione dei necessari investimenti grandi e piccoli. La nuova strategia energetica dovrebbe definire obiettivi e finalità chiari per quanto riguarda:

— l'eliminazione nel settore energetico e in quelli collegati, dei sussidi perversi concessi tanto alla produzione quanto al consumo,

— una maggiore armonizzazione della tassazione di tutti i combustibili, i processi e i prodotti che liberano gas a effetto serra,

— la definizione di un prezzo adeguato del carbonio in tutti i settori, mediante l'estensione del sistema di scambio delle emissioni e l'eliminazione delle sue lacune, o con altri mezzi fiscali,

— la concentrazione degli eventuali sussidi rimasti sugli specifici obiettivi menzionati più in alto.

2.6 I prezzi energetici si manterranno probabilmente su un livello più alto che in passato, e si potrebbero verificare occasionali difficoltà di approvvigionamento per alcune delle fonti energetiche utilizzate in Europa. Occorre utilizzare l'energia nel modo più efficiente possibile per mantenere entro livelli tollerabili il consumo complessivo e il livello dei nuovi investimenti richiesti. Bisogna fare il massimo sforzo per promuovere l'efficienza energetica in tutti i settori.

2.7 Il Comitato riconosce che fissare adeguatamente i prezzi è importante, ma ritiene che non sia assolutamente sufficiente ad avviare in maniera irreversibile un'economia a basso tenore di carbonio. Saranno necessarie molte altre misure ed iniziative, in particolare nelle fasi iniziali, prima che il mercato divenga il principale fattore propulsivo.

2.8 Le giuste tecnologie. Occorre fare ancora importanti sforzi per promuovere lo sviluppo e l'utilizzazione di fonti alternative, compresa l'intera gamma delle rinnovabili. Quando tali alternative si saranno pienamente sviluppate, esse diventeranno totalmente competitive sul mercato e non avranno più bisogno di altri sussidi a parte il differenziale in loro favore creato da un prezzo adeguato del carbonio. Ma fino al 2020 molte di queste tecnologie saranno ancora nella fase di sviluppo e richiederanno probabilmente un incoraggiamento finanziario attraverso programmi di ricerca e sviluppo, tariffe di immissione e altri incentivi agli investimenti, come pure un sostegno per un adeguato sviluppo delle infrastrutture.

2.9 È probabile che l'impiego più efficace di molte delle fonti energetiche alternative sia la produzione di elettricità. Per ottimizzare il loro contributo e utilizzare nel modo migliore l'attuale capacità di generazione bisognerà rafforzare ed ampliare in modo considerevole, a livello locale, nazionale ed europeo, la rete elettrica, rendendola «intelligente» affinché possa da un lato ricevere energia proveniente da numerose fonti differenti e di scala differente e, dall'altro, far fronte a modelli variabili di domanda.

2.10 La capacità di riserva o lo stoccaggio (insieme con una rete integrata) diventerà ancora più importante in futuro perché dovrà permettere di far fronte sia all'andamento fluttuante che caratterizza l'approvvigionamento da fonti rinnovabili quali il vento e l'energia solare, che alle oscillazioni della domanda. In quest'ottica potrebbero acquisire un'importanza sempre maggiore le centrali idroelettriche e quelle a biomassa, gli impianti di stoccaggio di gas, nonché eventualmente lo stoccaggio in batterie su vasta scala, oltre ai rimanenti impianti a combustibili fossili (specialmente a gas) attrezzati con sistemi di cattura del carbonio.

2.11 Alcuni osservatori ritengono che nella nuova economia a basso tenore di carbonio un ruolo significativo spetterà a una nuova generazione di centrali nucleari. Vari paesi, in Europa e fuori, eseguono interventi rivolti a prolungare la vita degli impianti esistenti e ne progettano di nuovi. Una maggioranza del Comitato condivide il giudizio secondo cui al nucleare spetta un ruolo nella transizione dell'Europa verso un'economia a basso tenore di carbonio. Ma la tecnologia per la generazione di elettricità attraverso il nucleare convenzionale è ormai ben sviluppata, e il Comitato ritiene che ogni nuova centrale che viene sviluppata dovrebbe ormai sottostare all'obbligo di coprire interamente, senza sussidi palesi o occulti, i costi economici della gestione, della copertura assicurativa, dell'eventuale smantellamento e dello stoccaggio ed eliminazione dei residui.

2.12 Il carbone rimarrà certamente per alcuni decenni una fonte energetica importante, specie per la generazione di elettricità. Per ridurre al minimo il suo impatto in termini di anidride carbonica occorre spingere avanti con vigore gli sforzi rivolti a sviluppare ed installare i meccanismi di cattura e stoccaggio del carbonio, e indicare delle scadenze per l'installazione di tali meccanismi in tutte le centrali elettriche a carbone.

2.13 Bisogna promuovere più energicamente l'efficienza energetica e la decarbonizzazione in tutti i settori, e in particolare nei trasporti, negli alloggi e nell'edilizia, nel settore elettrico e nelle industrie ad alta intensità energetica.

2.14 Mobilitare la finanza. Per realizzare la trasformazione del settore energetico occorreranno, nei prossimi 20 anni, investimenti ingenti (probabilmente tre o quattro volte maggiori di quelli attuali). Ai fini di tale incremento è richiesta un'ambiziosa strategia europea, che indichi obiettivi chiari e predisponga un quadro normativo affidabile e coerente, nonché incentivi e altre forme di sostegno per consentire alle industrie interessate di avanzare con sicurezza verso il raggiungimento di tali obiettivi.

2.15 Le giuste strutture ed istituzioni. Ai fini della trasformazione sarà anche necessario rafforzare sensibilmente gli strumenti istituzionali per pianificare e guidare gli sviluppi, continuando al tempo stesso a incoraggiare un mercato dinamico e competitivo in grado di provvedere agli investimenti necessari. Bisogna rivedere e integrare o coordinare a livello europeo la pianificazione dell'approvvigionamento energetico, la gestione della rete e la regolazione del mercato dell'energia e della struttura delle sue tariffe al fine di garantire che tutti questi aspetti siano in linea con gli obiettivi perseguiti dalla strategia energetica per il periodo 2011-2020.

2.16 Per realizzare gli opportuni cambiamenti sarà necessario modificare in modo rapido e sostanziale i modelli di produzione e di consumo dell'economia europea. Sul versante della produzione, man mano che si sviluppano le energie rinnovabili e i prodotti e servizi caratterizzati da efficienza energetica si dovrebbe assistere alla nascita di un gran numero di imprese e di posti di lavoro, mentre nei comparti più vecchi del settore energetico altri posti di lavoro e imprese spariranno. Per gestire in modo armonioso questa transizione occorrerà un vasto programma di sensibilizzazione, formazione e riqualificazione.

2.17 Le nuove tecnologie e soluzioni richieste per convertire il settore energetico racchiudono un mercato internazionale in rapida crescita. Per primeggiare in questo mercato dinamico e competitivo, l'Europa deve espandere il proprio settore di ricerca e sviluppo e incoraggiare le proprie industrie e le proprie imprese.

2.18 Coinvolgere i consumatori, le PMI e la società. Sul versante della domanda occorre fare un ampio sforzo per educare ed incentivare i consumatori privati e le imprese in modo che possano contribuire al consumo intelligente che sarà necessario in futuro. I consumatori di ogni categoria (imprese ed utenze domestiche) dovranno essere adeguatamente informati delle loro possibilità di utilizzare in maniera più efficiente l'energia e di contribuire alla transizione verso forme rinnovabili di approvvigionamento.

In molti casi, avranno anche bisogno di incentivi che li incoraggino ad applicare misure di efficienza energetica o a passare alle fonti energetiche rinnovabili.

2.19 È probabile che i prezzi energetici rimangano più elevati che in passato. Occorrerà quindi valutare attentamente le ripercussioni sugli utenti meno abbienti e più vulnerabili, e definire le politiche di conseguenza. Detti utenti dovrebbero essere assistiti in via prioritaria nell'attuazione di misure di efficienza energetica, sia perché potrebbero non avere le risorse necessarie per provvedervi da soli, sia perché il rincaro energetico si ripercuoterà più gravemente su essi che sugli utenti più abbienti.

2.20 Un'alleanza europea per il cambiamento. Per realizzare la vasta e rapida trasformazione richiesta, l'Unione europea i suoi Stati membri devono mettere in comune le loro competenze e collaborare in modo ravvicinato alla necessaria integrazione tecnica ed economica del mercato unico dell'energia, coinvolgendo i pertinenti settori industriali nella preparazione della transizione. La strategia dell'Ue dev'essere una proprietà comune ed essere applicata congiuntamente.

2.21 Obiettivi. Il Comitato ritiene che, per stare al passo con il cambiamento, la strategia dell'Unione europea dovrebbe definire una serie di scadenze interdipendenti e coerenti per la realizzazione di specifici aspetti della transizione. Ogni obiettivo dovrebbe avere le proprie misure di attuazione e i propri piani di investimento definiti in cooperazione con l'industria e con le altre parti in causa. Qui di seguito una serie di esempi:

— gli obiettivi già stabiliti per le energie rinnovabili all'orizzonte del 2020 e gli ulteriori obiettivi per il 2030, 2040 e 2050,

— una volta che le tecnologie di cattura e di eliminazione del carbonio dalle centrali elettriche a combustibili fossili saranno state adeguatamente sperimentate, introduzione dell'obbligo di applicarle sin dall'avvio in tutte le nuove centrali elettriche alimentate a combustibili fossili, e definizione di scadenze per la loro applicazione a tutte le centrali già esistenti,

— scadenze per applicare l'obbligo di neutralità in termini di carbonio a tutte le nuove costruzioni per uso abitativo e non abitativo, e per adeguare progressivamente gli edifici esistenti,

— scadenze per un aumento progressivo della quota di veicoli elettrici,

— obiettivi indicativi per la sostituzione dei combustibili fossili per il riscaldamento e gli usi di cucina nelle abitazioni.

2.22 Tutti questi obiettivi e misure devono trovare posto nella strategia generale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra ed essere conformi all'obiettivo globale di riduzione di tali emissioni del 20 o del 30% entro il 2020.

 

3. Settori prioritari per la nuova strategia energetica individuati nel documento di consultazione della Commissione

3.1 Reti integrate moderne. Il Comitato condivide il punto di vista della Commissione, secondo cui è estremamente importante sviluppare per l'Europa un'infrastruttura integrata di rete più robusta, resistente e intelligente. Per ottenere i massimi risultati dalle energie rinnovabili occorrerebbe sfruttare le varie fonti nei siti che meglio si prestano (eolico nelle zone più ventose, solare nelle zone più soleggiate ecc.) e poi affidarsi a una rete efficiente per il trasferimento dell'energia nei luoghi dove essa è richiesta. Realizzare tale ottimizzazione su scala europea significherà in ultima analisi considerare l'intero sistema europeo di produzione energetica come un unico sistema integrato. È necessario creare una «rete unica europea» e predisporre i progetti e gli strumenti atti a pianificare e gestire tale sistema. La rete dovrà essere compatibile con una gestione e un'attività intelligenti a tutti i livelli, in modo da conciliare in maniera ottimale offerta e domanda. Tra gli altri obiettivi, la rete integrata dovrà essere in grado di funzionare con apporti di energia da fonti distanti, come per esempio centrali eoliche in mare o impianti solari nel deserto. L'utilizzazione della corrente alternata e della corrente continua in differenti sezioni della rete dovrà essere ottimizzata al fine di ridurre al minimo le perdite sull'intera rete.

3.2 La Commissione e gli Stati membri dovranno collaborare più strettamente tra di loro e con tutti i membri della Rete europea dei gestori di sistemi di trasmissione per predisporre una struttura coordinata intesa a pianificare lo sviluppo e l'esercizio della rete integrata, compresi i parametri tecnici e finanziari per la sua costruzione e gestione.

3.3 Il Comitato concorda con la Commissione nel ritenere importante introdurre un sistema di contatori intelligenti a tutti i livelli di consumo, comprese le utenze domestiche. I consumatori avranno bisogno di un considerevole aiuto da parte dei fornitori di combustibile e degli organismi pubblici per capire le informazioni fornite loro dai contatori intelligenti e per scegliere come utilizzare tali informazioni al fine di ottimizzare i loro modelli di consumo energetico.

3.4 Progresso verso un sistema energetico a basso tenore di carbonio. L'Ue si è già impegnata a ridurre del 20 % entro il 2020 le proprie emissioni di carbonio, e a portare tale riduzione al 30 % nel caso in cui altri paesi adottino impegni analoghi. Questi obiettivi costituiscono un importante incoraggiamento per numerose altre politiche e per gli investimenti destinati ai nuovi sistemi energetici che risulteranno necessari. A giudizio del Comitato sarebbe auspicabile che l'Ue si impegnasse, conformemente alla proposta dei Ministri dell'ambiente di Germania, Francia e Regno Unito, a innalzare precocemente il proprio obiettivo di riduzione per il 2020, portandolo al 30% invece dell'attuale 20%, purché le condizioni economiche e sociali lo consentano senza perdite di competitività e a condizione che tale innalzamento dell'obiettivo sia effettivamente accompagnato dalle misure e dagli investimenti necessari per realizzarlo.

3.4.1 L'Unione europea è già sulla buona strada per quanto concerne il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione del 20% entro il 2020 (già nel 2009, la riduzione era pari al 17%) e potrebbe beneficiare del maggiore stimolo rappresentato da un obiettivo di riduzione ancor più rigoroso al fine di accelerare la trasformazione energetica, rendere più efficace il mercato di scambio dei diritti di emissione e migliorare la competitività a lungo termine dell«Europa. Ma considerando il problema sul piano politico e al fine di proteggere la competitività a breve termine dell'industria europea (in particolare i settori ad alta intensità energetica), sarebbe chiaramente molto più facile passare subito ad un obiettivo di riduzione del 30% a condizione che altri paesi industrializzati si impegnino ad operare riduzioni analoghe e che i paesi in via di sviluppo più avanzati decidano di fornire un contributo adeguato a questo sforzo globale. Ciò significa, da un lato, dividere più equamente tra tutti i principali paesi gli oneri rappresentati dai costi di investimento e dal prezzo dell»energia, necessari per gestire la transizione energetica e, dall'altro, ridurre al minimo il rischio di «rilocalizzazione delle emissioni di carbonio".

3.4.2 Finora, l'Ue ha tentato di trasformare la possibilità di passare ad un obiettivo del 30 % entro il 2020 in un "asso nella manica" al fine di convincere altri paesi ad assumersi impegni analoghi.

Questa tattica però si è rivelata inefficace sia a Copenaghen sia successivamente. Intanto, l'opportunità di perseguire un obiettivo più rigoroso per il 2020 al fine di accelerare la trasformazione energetica dell'Europa stessa perde sempre più di efficacia.

3.4.3 La prolungata assenza di un accordo complessivo a livello mondiale sul cambiamento climatico dovrebbe spingere l'Ue a considerare il passaggio ad un obiettivo più immediato di riduzione del 25% entro il 2020, mirando in tal modo al limite minimo di riduzione che l'Ipcc ha raccomandato ai paesi sviluppati per quella data. Questo consentirebbe inoltre di garantire alcuni dei benefici insiti nell'adottare subito un obiettivo più rigoroso e al tempo stesso di mantenere il vantaggio negoziale di disporre di un ulteriore 5% da offrire per incoraggiare altri paesi a fare di più nei prossimi due anni.

3.5 Una tempestiva svolta in questa direzione condurrebbe a una riduzione dei massimali nell'ambito del sistema europeo di scambio delle quote di emissione, e pertanto alla determinazione di un prezzo più elevato e più efficace di tali emissioni. Secondo il Comitato, se si vuole che il sistema di scambio produca risultati reali, occorre definire un prezzo di base pari ad almeno 30 euro, e predisporre misure atte a far sì che una proporzione maggiore della riduzione di emissioni sia ottenuta qui nell'Unione europea, attraverso appropriati investimenti, piuttosto che mediante l'esportazione verso altre parti del mondo nel quadro del Meccanismo di sviluppo pulito. Tuttavia, sia pure con questi miglioramenti, a giudizio del Comitato è importante non esagerare i risultati che possono essere ottenuti grazie al solo sistema di scambio. Inoltre potrebbe risultare inaccettabile sul piano politico e su quello della concorrenza procedere a un rafforzamento sostanziale del sistema nell'Ue se in altre parti del mondo si continua a procrastinare un'azione analoga. Se si vuole che la trasformazione energetica prosegua con la necessaria rapidità occorrerà introdurre, nel quadro di una strategia a vasto raggio, numerose altre politiche conformi alle linee esposte nel presente parere. Inoltre, se il sistema di scambio delle emissioni rimarrà debole nella pratica, potrebbe risultare necessario dare a tali altre politiche una posizione più importante nella futura strategia.

3.6 L'Ue ha già realizzato progressi considerevoli nella definizione di norme minime di efficienza energetica per gli edifici, i veicoli e per una serie di altri beni e servizi. Occorre tuttavia estendere e rendere più restrittivi tali limiti. Vi è inoltre molto da fare per garantire che tutte queste norme vengano applicate e rispettate.

La Commissione dovrà aumentare la pressione sugli Stati membri affinché sviluppino adeguati piani d'azione e politiche per l'efficienza energetica.

3.7 Primato nell'innovazione tecnologica. L'innovazione tecnologica sarà essenziale nel settore energetico, sia per sviluppare nuovi prodotti e servizi che per far scendere il loro prezzo a livelli più gestibili. In questo settore l'Europa rischia di restare indietro rispetto ad altri importanti concorrenti globali, e deve pertanto innalzare il proprio grado di ricerca e sviluppo (pubblico e privato) nelle principali nuove tecnologie. A livello europeo si dovrebbe applicare rapidamente il piano strategico per le tecnologie energetiche (piano Set).

3.8 Bisognerebbe dare all'energia una priorità maggiore in tutti i pertinenti programmi dell'Ue, in particolare nei fondi strutturali.

Anche gli Stati membri devono dare una priorità maggiore all'energia nei loro piani di investimento, specie per quanto riguarda l'efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

L'Ue e gli Stati membri devono inoltre fare in modo che le imprese del settore privato che operano nel campo dell'approvvigionamento e della distribuzione dell'energia e in quello dei prodotti e dei servizi per l'efficienza energetica beneficino di un quadro regolamentare adeguato e stabile e di incentivi che consentano loro di fare la loro parte nel contesto di un aumento degli sforzi.

3.9 Il Comitato condivide il giudizio secondo cui gli Enti locali e regionali possono svolgere un ruolo molto importante promuovendo l'efficienza energetica nei rispettivi territori e coordinando i piani per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Raccomanda che venga concesso un sostegno europeo alle eccellenti iniziative intraprese dal Patto dei sindaci nel settore energetico, e che vengano reperite le risorse necessarie per rafforzare ed estendere tale iniziativa.

3.10 Una politica energetica esterna forte e coordinata. Il Comitato condivide il giudizio secondo cui l'Ue trarrebbe vantaggio da una politica energetica meglio coordinata in relazione ai paesi terzi. Tuttavia per quanto coordinata sia la sua politica, l'Unione rimarrà vulnerabile sul piano internazionale se continua a dipendere in grande misura dai combustibili fossili importati da altre zone del mondo, specie quando tali risorse sono concentrate in una cerchia limitata di paesi. Quanto più rapidamente l'Ue riuscirà ad accrescere la propria efficienza, a ridurre i propri consumi e a limitare la propria dipendenza dai combustibili fossili d'importazione, tanto più sicura sarà la sua posizione.

3.11 Proteggere i cittadini dell'Ue. Il Comitato concorda con la Commissione nel ritenere che occorra riconoscere una priorità elevata alle misure rivolte a creare condizioni di concorrenza equa per gli operatori del settore energetico in tutta Europa e a promuovere la trasparenza a beneficio dei consumatori in relazione a tutti gli aspetti dei servizi energetici che ricevono. I consumatori di ogni categoria (imprese e utenze domestiche) dovranno imparare a dedicare un'attenzione molto maggiore al proprio modello di consumo energetico e alle opportunità disponibili per usare in maniera più efficiente quantità minori di energia.

3.12 È probabile che i prodotti e i servizi energetici divengano relativamente più cari, il che comporterà un incentivo economico per l'efficienza. Ma i consumatori di ogni categoria si aspetteranno a giusto titolo di essere incoraggiati a muoversi nella giusta direzione attraverso strumenti che vadano al di là del semplice aumento dei prezzi. Bisognerà dare una diffusione molto più ampia alle informazioni sulle caratteristiche energetiche dei beni e dei servizi e far conoscere in modo mirato le opzioni disponibili (per esempio per una maggiore efficienza energetica delle case e degli altri edifici, o per trasporti, acquisti e vacanze più verdi) oltre a fornire ai consumatori assistenza durante la transizione.

Bruxelles, 9 dicembre 2010.

Allegato

In seguito all'adozione di un emendamento da parte della sessione plenaria, il seguente punto è stato modificato, nonostante almeno un quarto dei consiglieri votanti si sia espresso contro la modifica stessa.

Punto 3.4

"Progresso verso un sistema energetico a basso tenore di carbonio. L'Ue si è già impegnata a ridurre del 20 % entro il 2020 leproprie emissioni di carbonio, e a portare tale riduzione al 30% nel caso in cui altri paesi adottino impegni analoghi. Questi obiettivicostituiscono un importante incoraggiamento per numerose altre politiche e per gli investimenti destinati ai nuovi sistemi energeticiche risulteranno necessari. A giudizio del Comitato sarebbe auspicabile che l'Ue si impegnasse, conformemente alla proposta dei ministridell'ambiente di Germania, Francia e Regno Unito, a innalzare precocemente il proprio obiettivo di riduzione per il 2020, portandolo al 30% invece dell'attuale 20%, purché le condizioni economiche e sociali lo consentano senza perdite di competitività e a condizione chetale innalzamento dell'obiettivo sia effettivamente accompagnato dalle misure e dagli investimenti necessari per realizzarlo."

Esito della votazione: Voti favorevoli: 88 Voti contrari: 82 Astensioni: 26.

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