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Milano, 4 dicembre 2008 (Ultimo aggiornamento: 08/01/2009)

Decretazione d'urgenza: l'effetto "bomba a grappolo" anche sul risparmio energetico

(Anna Bruno - Redazione Nextville)

Il 29 novembre 2008, il Governo ha licenziato un decreto-legge dal notevole titolo "Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale".

 

Contiene, come d'abitudine ormai, le più disparate disposizioni nelle più disparate materie. E, come altrettanto d'abitudine, giornali e commentatori politici sembrano averne percepito solo le questioni di più facile impatto. Esplode la bomba della social card e dell'una-tantum ai redditi più bassi, si dibatte ferocemente sull'iva delle pay-tv.

 

Ma si tratta solo dell'ordigno principale, quello che attira l'attenzione e che, come è tipico delle bombe a grappolo, contiene nel suo corpo un certo numero di submunizioni che vengono scagliate a distanza e si sparpagliano sul terreno. Bisogna inciamparci per capire tutta la loro potenza.

Annidati nell'articolo 29 del Decreto, pochi commi insabbiano quasi completamente una delle più importanti politiche strategiche introdotte da qualche anno nel nostro paese: quella della somministrazione di incentivi diffusi ai cittadini e alle imprese per gli interventi effettuati sui loro edifici e sui loro impianti, a favore del risparmio energetico (il cosiddetto 55%).

 

È il caso di valutare con attenzione la modalità con la quale il testo di legge affronta la questione:

— al comma 1 si esaminano – insieme – i crediti di imposta previsti dalla Finanziaria 2007 per le spese di attività di ricerca (articolo 1, commi da 280 a 283) e per l'efficienza energetica degli edifici (articolo 1, commi da 344 a 347).

— al comma 2 si decreta che l'insieme dei due crediti d'imposta non possano superare lo "stanziamento nel bilancio dello Stato della somma complessiva di 375,2 milioni di euro per l'anno 2008, di 533,6 milioni di euro per l'anno 2009, di 654 milioni di euro per l'anno 2010 e di 65,4 milioni di euro per l'anno 2011".

— al comma 6 si specifica che le detrazioni per l'efficienza energetica "sono confermate, fermi restando i requisiti e le condizioni previste nelle norme sopra richiamate".

— al comma 7 si specifica che per gli interventi relativi al 2008 e i tre anni seguenti, il contribuente dovrà inviare alla Agenzia delle entrate, per via telematica, "apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi pari a 82,7 milioni di euro per l'anno 2009, a 185,9 milioni di euro per l'anno 2010, e 314,8 milioni di euro per l'anno 2011".

— nello stesso comma si ricorda che "l'Agenzia delle entrate esamina le istanze secondo l'ordine cronologico di invio delle stesse e comunica, esclusivamente in via telematica, entro 30 giorni dalla ricezione dell'istanza, l'esito della verifica stessa agli interessati. La fruizione della detrazione è subordinata alla ricezione dell'assenso da parte della medesima Agenzia. L'assenso si intende non fornito decorsi 30 giorni dalla presentazione dell'istanza senza esplicita comunicazione di accoglimento da parte dell'Agenzia delle entrate".

— al comma 8 si dà mandato al Direttore dell'Agenzia di emanare il modello telematico da utilizzare, "contenente tutti i dati necessari alla verifica dello stanziamento (...), ivi inclusa l'indicazione del numero di rate annuali in cui il contribuente sceglie di ripartire la detrazione spettante."

— al comma 9 si segnala che per gli interventi già avvenuti nel 2008 si potrà inviare il modulo all'Agenzia dal 15 gennaio al 28 febbraio 2009. Negli anni successivi da giugno a dicembre.

— al comma 10 si concede ai suddetti contribuenti (solo persone fisiche e non imprese) che non siano riusciti a inviare il modulo, o abbiano avuto risposta negativa, o non abbiano ricevuto risposta, di ricorrere alla detrazione 36% sulle ristrutturazioni, già esistente da una decina di anni (per un massimo di costi sostenuti pari a 48.000 euro).

 

Fermo restando che la breve parte del decreto dedicata alla materia risulta per molti versi oscura, nel complesso siamo di fronte all'ennesima testimonianza di una capacità di fare danni probabilmente molto al di là delle stesse valutazioni dei Decisori (come è per altro tipico delle bombe a grappolo) .

Il succo del provvedimento è che un incentivo allargato e senza limiti di stanziamento nazionale viene trasformato in una specie di bando a budget strettissimi e a tempi limitati, che non dà al contribuente alcuna garanzia di ricevere il beneficio (è del tutto incerto persino che gli interventi effettuati nel 2008, sotto la pregressa e diversa normativa, siano passibili di riconoscimento).

 

L'incomprensibilità della manovra si basa su un punto essenziale, ribadito anche da Ermete Realacci (ministro ombra dell'ambiente per il Pd e parlamentare), ma evidentemente non compreso dai tecnici del Ministero delle finanze: per lo Stato, le detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico – se valutate concretamente rispetto alla contabilità pubblica del sistema paese – sono tendenzialmente a costo zero. Infatti, i mancati introiti delle detrazioni corrispondono sempre a lavoro, materiali e manufatti ordinati "in più" rispetto al business as usual, e per i quali altri contribuenti pagano nuove tasse (la redazione di Nextville.it si riserva una più accurata indagine sul livello di questa compensazione).

Il circolo virtuoso del meccanismo incentivante del 55% è veramente notevole, perché tutti gli attori ne escono rafforzati: il contribuente fa un investimento sicuro, a fronte di risparmi energetici futuri, e viene premiato con una diminuzione del carico fiscale; il settore edile (ristrutturazioni, vetri e infissi) e il settore delle nuove tecnologie (solare termico, impianti di riscaldamento, geotermico ecc) godono di un buon incremento, tanto più utile in fase recessiva; il PIL aumenta; il fisco ricava la tassazione aggiunta relativa allo sviluppo di questi settori; le casse dello stato saldano gli sgravi fiscali ai contribuenti in modo differito, cioè in un periodo di tre/dieci anni, con effetto demoltiplicato dall'inflazione.

 

Naturalmente, il valore più grande di questo meccanismo di incentivazione è un altro ancora: aiuta a trasformare velocemente un sistema produttivo-abitativo decotto e altamente pericoloso per il clima e per la nostra vita in un sistema più efficiente dal punto di vista energetico, più dinamico, più innovativo. Una trasformazione che è fortemente voluta dall'Unione Europea e che è già stata dichiarata obiettivo prioritario dalla nuova amministrazione americana. E noi? Dobbiamo limitarci a constatare che siamo dotati di ragionieri inesperti o siamo costretti a ricorrere alla più bieca dietrologia, riconoscendo che si opera tenacemente per avviare il Paese verso il sottosviluppo?

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