Corte dei Conti, più soldi alle aree marine protette
Acque (Documentazione Complementare)
La tendenza in atto di diminuire progressivamente la partecipazione del MinAmbiente alle spese di gestione delle aree marine protette non appare coerente con il programma di ampliamento del numero delle stesse.
È quanto afferma la Corte dei Conti nella relazione "Lo stato di attuazione degli interventi per la protezione dell'ambiente marino volti a conseguire un buono stato ambientale entro il 2020 (ex Dlgs 190/2010)", approvata con la deliberazione 20/2019/G ed avente ad oggetto gli adempimenti per l'attuazione, in Italia, della direttiva quadro sulla strategia marina 2008/56/Ce (destinatari di circa 76 milioni di euro nel periodo 2011-2019).
Da un lato l'Italia sta procedendo all'istituzione di una decina di nuove aree marine protette che andranno ad aggiungersi alle 29 già istituite (oltre che a 2 parchi sommersi, al santuario internazionale per la tutela dei mammiferi marini e ai 2 parchi nazionali — Arcipelago toscano e Arcipelago della Maddalena – competenti anche sul mare). Dall’altro, la partecipazione del MinAmbiente alle spese di gestione delle stesse è progressivamente diminuita nel corso degli anni, passando dagli oltre 12 milioni di euro del 2006 ai poco meno di 4 milioni di euro del 2019.
Tra le altre principali problematiche riscontrate dall'indagine, si segnala il mancato raggiungimento di risultati soddisfacenti nell'applicazione di un sistema per la contabilizzazione dei costi del degrado e del valore dell'ambiente marino salubre (con inevitabili conseguenze sulla omogeneità e la confrontabilità dei dati sia a livello regionale, sia a livello aggregato marino).
Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino
Lo stato di attuazine degli interventi per la protezione dell'ambiente marino
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