Rifiuti radioattivi, Italia condannata per mancata programmazione
Rifiuti (Giurisprudenza)


L'omessa notifica del programma nazionale per l'attuazione della politica di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi è costata al nostro Paese una condanna da parte della Corte di Giustizia Ue.
In base a quanto stabilito dal combinato disposto degli articoli 13 e 15 della direttiva 2011/70/Euratom, il programma nazionale nella sua versione definitiva, tale da fissare elementi certi sulla base dei quali poter realizzare in sicurezza e nei tempi previsti tutti i passaggi della gestione – dalla generazione allo smaltimento — del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, avrebbe dovuto essere stato adottato entro il 23 agosto 2015.
Alla scadenza di tale data, invece, l'Italia aveva inviato alla Commissione Ue solo due versioni provvisorie del programma, le quali, prima della definitiva adozione mediante Dpcm, dovevano ancora essere sottoposte a una fase di consultazione pubblica.
La Corte di Giustizia Ue (sentenza 11 luglio 2019, causa C-434/18) non ha potuto quindi che condannare il nostro Paese per violazione della direttiva 2011/70/Euratom, considerato che le circostanze prospettate al fine di giustificare il ritardo, ovvero la complessità della procedura di adozione e l'intervenuta modifica della composizione governativa, in quanto di mera "natura interna", non possono che ritenersi inconferenti.
Gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi – Programma nazionale – Articoli 13 e 15, direttiva 2011/70/Euratom – Obbligo di trasmissione della versione definitiva alla Commissione europea - Mancato adempimento - Violazione della direttiva - Sussistenza
Gestione combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi
Quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi - Attuazione della direttiva 2011/70/Euratom
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