Opera in area vincolata, Scia non assorbe autorizzazione paesaggistica

Territorio (Giurisprudenza)

Parole chiave: Territorio | Edilizia | Autorizzazioni | Sanzioni | Beni culturali e paesaggistici

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• Sentenza Tar Veneto 24 aprile 2013, n. 624 (29/05/2013)
• Legge 29 luglio 2014, n. 106 (31/07/2014)
• Sentenza Consiglio di Stato 18 gennaio 2012, n. 173 (03/02/2012)
• Sentenza Tar Veneto 21 agosto 2013, n. 1072 (31/08/2013)
• Legge 7 ottobre 2013, n. 112 (09/10/2013)

Anche se si realizza un intervento edilizio con semplice segnalazione certificata di inizio attività (Scia) se l'opera è in area vincolata occorre l'espressa autorizzazione paesaggistica, è escluso il silenzio-assenso.

Sono questi i principi affermati calla Cassazione (sentenza 9 aprile 2019, n. 15523) in un procedimento per il sequestro di un immobile ubicato in Sicilia in zona sottoposta a vincolo e oggetto di lavori di ristrutturazione per i quali era sufficiente ai sensi dell'articolo 23 del Dpr 380/2001 la segnalazione certificata di inizio attività (Scia): una volta presentata e corredata da tutta la documentazione, i lavori possono partire. C'è una eccezione, il caso in cui la zona sia paesaggisticamente vincolata. In questo caso, ha spiegato la Cassazione occorre acquisire l'autorizzazione paesaggistica ai sensi del Dlgs 42/2004, altrimenti si incorre nel reato di cui all'articolo 181 del medesimo decreto (opere eseguite in assenza di autorizzazione).

È escluso che in questo caso operi il silenzio-assenso come previsto dall'articolo 20 della legge 241/1990 perché la norma non si applica agli atti e procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico. Pertanto anche se l'opera edilizia può essere realizzata con semplice Scia, occorre sempre acquisire il provvedimento espresso di autorizzazione paesaggistica, in assenza del quale l'opera è da ritenersi eseguita senza autorizzazione integrando il fumus commissi delicti (probabilità di commissione del reato) che legittima il sequestro preventivo dell'opera.