Inquinamento acquatico e atmosferico, Italia davanti a Corte Ue
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La Commissione Ue ha deciso di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia per la violazione della direttiva 91/271/Cee sul trattamento delle acque reflue e della direttiva 2008/50/Ce sulla qualità dell'aria.
Secondo quanto reso noto dall'Esecutivo Ue con un comunicato stampa pubblicato il 7 marzo 2019, l'Italia non ha ancora garantito che tutti gli agglomerati con una popolazione di oltre 2mila abitanti dispongano di reti fognarie per le acque reflue urbane e che le acque reflue urbane che confluiscono nelle reti fognarie siano trattate in modo adeguato prima dello scarico. L'adempimento in questione, secondo quanto prescritto dalla direttiva 91/271/Cee, avrebbe dovuto essere eseguito entro la fine del 2005.
La Commissione europea ha poi deciso di deferire il nostro Paese davanti alla Cge anche per la violazione della direttiva 2008/50/Ce e la mancata protezione dei cittadini dagli effetti del biossido di azoto (NO2), invitando l'Italia a rispettare i valori limite convenuti sulla qualità dell'aria – che ai sensi della direttiva 2008/50/Ce avrebbero dovuto essere rispettati già nel 2010 — e ad adottare misure adeguate per ridurre i livelli di inquinamento in dieci agglomerati in cui risiedono circa 7 milioni di persone.
Richieste di riesame interno degli atti amministrativi - Regolamento 1367/2006/Ce
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