Autorizzazione emissioni, impianto pre 2006 obbligato a nuova disciplina

Aria (Giurisprudenza)

Parole chiave: Aria | Limiti / Soglie | Sanzioni | Autorizzazioni | Cave / Miniere / Torbiere | Impianti

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Se un impianto esistente prima della disciplina ex Dlgs 152/2006 non necessitava di autorizzazione alle emissioni in atmosfera e ora vi ricade, l'esercizio senza autorizzazione è reato fino a regolarizzazione.

Così la Cassazione nella sentenza 10 settembre 2018, n. 40243 relativa a una attività di coltivazione di una cava in Basilicata. L'attività di coltivazione di cava in oggetto non era soggetta alla disciplina sull'autorizzazione alle emissioni nella vigenza del Dpr 208/2003. In seguito, il Codice ambientale Dlgs 152/2006 come modificato dal Dlgs 128/2010 ha incluso tale attività tra quelle soggette ad autorizzazione alle emissioni in atmosfera, concedendo un periodo di tempo ai gestori per presentare domanda di autorizzazione, proseguendo nel frattempo l'attività (a patto di avere presentato la domanda).

L'impresa ha lamentato di avere fatto domanda di autorizzazione entro la ultima scadenza prevista dal periodo transitorio (1 settembre 2013) circostanza non valutata dal Giudice del merito. La Cassazione ha convenuto che va fatta tale valutazione ai fini della cessazione della condotta criminosa. Ai fini del reato ex articolo 279, Dlgs 152/2006 (esercizio di impianto senza autorizzazione alle emissioni) se la domanda è stata presentata entro il 1 settembre 2013 la condotta criminosa cessa al momento di presentazione della domanda. Se invece i tempi non sono rispettati la condotta criminosa cessa al momento di stop dell'attività o del rilascio dell'autorizzazione. Il tutto ai fini della valutazione della prescrizione del reato.