News - Editoriali

Milano, 1 febbraio 2017

Società liquida, allarme mediatico e "6 politico": la corsa verso il nulla, dove si diventa furbi per disperazione

Rifiuti

(Paola Ficco)

Presentiamo l'editoriale di Paola Ficco pubblicato sul numero 247 di febbraio 2017 della Rivista Rifiuti — Bollettino di informazione normativa"

 

Mentre il terremoto tragicamente continua a colpire l’appenninica fragile schiena d’Italia, la gestione dei rifiuti si infittisce di provvedimenti e sentenze che provano a tracciare la strada.

Si aggiungono le linee guida del Consiglio federale Ispra sulla procedura estintiva di molti reati contravvenzionali previsti dal Dlgs 152/2006 di cui alla sua nuova parte Sesta bis, aggiunta dalla legge 68/2015 sugli ecoreati. Si tratta della delibera Doc 82-16/CF del 29 novembre 2016, pubblicata sul sito istituzionale di Ispra, sezione Sistema nazionale protezione ambiente (Snpa), alla pagina dedicata al Consiglio federale, voce “Atti” http://www.isprambiente.gov.it/it/sistema-nazionale-protezione-ambiente/consiglio-federale-2/atti.

Però, ora le singole Arpa dovranno recepirne il contenuto per l’armonizzazione delle attività operative a mente dell’articolo 7 del Regolamento del Consiglio federale. Quindi, non è detto che in tutta l’Italia si abbiano condotte uniformi.Nonostante si tratti di un punto nevralgico della disciplina, è lecito aspettarsi le consuete luci e ombre applicative sul territorio nazionale. Come sempre, la parola ultimativa spetterà al giudice di legittimità.

Tra tutti i settori affrontati dal “Codice ambientale”, quello dei rifiuti resta sempre quello più a rischio poiché diventa il punto terminale di problemi generati a livello globale. I gestori dei rifiuti, infatti, si trovano a cercare soluzioni locali a contraddizioni mondiali. Analoga ricerca avviene anche sotto il profilo della disciplina normativa che, dopo aver snocciolato come un mantra i paradigmi politicamente corretti di rito, si lancia in iperboli previsionali e profluvi disciplinari, talmente complicati da scoraggiare ogni realistica iniziativa economica. I sistemi annegano così nella mortificazione della certezza del diritto, con inevitabili negative ricadute sulla effettività della giustizia. In una materia così controversa sotto il profilo sociale (e quindi di facilissima strumentalizzazione), quale è quella della gestione dei rifiuti, i cittadini/spettatori, senza alcuna oggettività, in preda a potenti deficit di elaborazione dell’informazione, si auto convincono di una qualche supposta verità, credendoci (direbbe Totò) a prescindere.

Su ambiente e salute l’allarme mediatico va gestito con freddezza, ponderazione e conoscenza. Qualcuno ricorderà la convinta battaglia condotta nel 2001 in Nuova Zelanda e nel 2011 nella campagna elettorale finlandese contro il monossido di diidrogeno (DHMO). La sostanza altro non era che acqua; tuttavia, il nome faceva paura e se ne proponeva la messa al bando. Era la famosa “beffa dell’acqua”; un esperimento che ha dimostrato come un’oculata scelta dei termini e l’omissione di alcuni dettagli rivelatori possano far immaginare una situazione di grande pericolo, tramite una lettura superficiale del testo. Il tutto facendo leva sull’emotività e l’ignoranza di chi legge; dove la prima è spesso fuorviata da una (a volte patologica) paura delle sostanze chimiche (quali che siano) e la seconda, altrettanto spesso, è alimentata dagli organi di informazione affetti, non di rado, dai medesimi guasti dei singoli.

L’effetto manipolativo che ne deriva è chiarissimo e i suoi approdi sono devastanti. Non solo, ma ora che la riforma della (sedicente) buona scuola, con il dichiarato disprezzo verso il merito di pochi e il rispetto della inclusione di tutti (anche in questo caso “a prescindere”), ci regala nuovamente il “6 politico” alla maturità, la futura gestione del paese in genere e dei rifiuti in particolare non può che apparire burrascosa. Tutti sapranno usare facebook ma quasi nessuno saprà comprendere il senso di un testo.

Zygmunt Bauman, il teorico della società liquida conseguente alla globalizzazione diffusa, è scomparso da poco ma ha lasciato le sue riflessioni sulla società contemporanea dove la provvisorietà si sostituisce alla durata, l’oblio alla memoria e la rete alla struttura statuale. In tutto questo, la padronanza e il senso del sé sono sostituiti da una maniacale preoccupazione per la propria personale incolumità dinanzi a fenomeni difficilmente controllabili mentre gli indeboliti (o addirittura impotenti) apparati statuali non sono più in grado di garantire l’orizzonte del singolo e della collettività. In questo magma di ignoranza e di caos l’oggi guarda al domani con un’infinita serie di contraddizioni, aritmie divergenti e fughe proiettive. Dove, in una spinta sempre più pesante verso il basso, si allentano i legami tra persone e istituzioni e una pozzanghera diventa un cielo capovolto. E lì vincono i furbi. Quelli per vocazione li stiamo perdendo, ci restano però quelli per avvilimento e sconforto. Il meridionalista Corrado Alvaro scrisse che “la disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”. Il titolo del libro è "Ultimo diario".

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