News - Editoriali

Milano, 1 luglio 2016

Il curioso caso di un Sistri che nasce vecchio per diventare giovane

Rifiuti

(Paola Ficco)

Presentiamo l'editoriale di Paola Ficco pubblicato sul numero 241 di luglio 2016 della Rivista Rifiuti — Bollettino di informazione normativa

 

Nel 2008, il Cinema di Hollywood ci regalava “Il curioso caso di Benjamin Button”, un bel film, basato su un racconto di F. Scott Fitzgerald, dove il bambino Benjamin nasce vecchio e con la salute di un novantenne. Più il tempo passa più il bambino si fortifica e, dopo anni, muore con le sembianze di un paffuto neonato.

 

Uno spunto cinematografico che potrebbe prestarsi al nuovo Dm 78/2016, grazie al quale il Sistri nasce vecchio, ma con la speranza di ripresentarsi utile e vitale al cospetto delle imprese.

In questo “Curioso caso del Sistri”, infatti, tutto è come prima ma una imminente giovinezza bussa alle porte. Infatti, da un lato si ha un articolo 2 che declina l’imminenza della prossima decretazione ministeriale per disciplinare di nuovo:

— adesione al Sistri e dotazione dei dispositivi elettronici necessari;

— comunicazione delle caratteristiche quali-quantitative dei rifiuti;

— gestione delle procedure di emergenza e definizione delle procedure e delle tempistiche specifiche per la microraccolta e la gestione dei Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche);

— definizione delle procedure da applicare nel caso in cui i gestori si interfaccino con produttori non obbligati ad aderire al Sistri;

— individuazione delle procedure per le comunicazioni da effettuare al Sistri.

 

Dall’altro si ridefinisce il perimetro all’interno del quale dovrà essere disegnata la futura infrastruttura telematica, affinché il futuro gestore del Sistri lo disegni in modo tale da prevedere:

— abbandono per le imprese di trasporto delle back boxes e delle chiavette Usb;

— tenuta in formato elettronico dei registri e dei formulari con compilazione in modalità off-line e trasmissione asincrona dei dati;

— generazione automatica del Mud;

— obblighi informativi alle imprese attraverso l’interazione e il coordinamento con banche dati in uso alla P.a.;

— interoperabilità con i sistemi gestionali utilizzati dalle imprese, dalle associazioni di categoria e loro società di servizi;

-  sostenibilità dei costi e messa a disposizione delle imprese di adeguati strumenti di assistenza e formazione.

 

Nel frattempo il Tar del Lazio, con sentenza 11 maggio 2016, n. 5569 ha dichiarato inammissibile, per carenza di interesse, il ricorso presentato da Selex Se.Ma. (attuale gestore Sistri) contro il bando di gara con cui Consip ha indetto la gara per il nuovo affidamento del Sistri.

 

A differenza di Benjamin Button, però, il futuro Sistri — benché si candidi ad andare a ritroso verso una improbabile giovinezza — sembra non dover morire mai.

Vedremo, nel frattempo è necessario (per spirito di sopravvivenza) mantenere un pezzetto di fiducia nei confronti di quella che si presenta come una rinascita. Questa sarebbe ancora più credibile se fossero restituiti (o almeno compensati) alle imprese i molti soldi che hanno speso nei primi tre anni di stato vegetativo nel quale il Sistri versava, spacciato invece come vitale da un sistema che non voleva vedere il proprio fallimento.

 

In questa allucinazione collettiva, però, il Sistri ha posto in luce la vitalità e la professionalità del tessuto connettivo rappresentato dalle imprese italiane che gestiscono i rifiuti. Infatti, queste imprese, hanno fatto domande. Domande arrivate da quelle stesse imprese che l’ordinamento vede sempre come portatrici della endemica “colpa” di gestire i nostri rifiuti e con una costante ombra di sospetto (che mai si riserva a chi si occupa di finanza). Domande sensate che, come tali, hanno posto in crisi un sistema insensato.

 

Il fare domande è un’arte più da Maestri che da Discepoli. Infatti, come diceva Rousseau, “bisogna aver imparato molte cose per saper domandare ciò che non si sa”. Con queste domande, fondate tutte sulla legittimità delle condotte e la profonda conoscenza delle cose, il tessuto produttivo di settore ha dimostrato la propria indiscutibile capacità di gestire problemi complessi contrapponendosi ad un furore impotente perché fatto di parole nuove ma dense solo di una metrica ansiosa e scontenta.

 

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