Profitto da "reato 231": legittimo sequestro impianto fotovoltaico, ma non incentivo

Responsabilità 231

Parole chiave: Responsabilità 231 | Sanzioni | Energia | Fotovoltaico

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Il "profitto da reato" sequestrabile alla persona giuridica ex articolo 19, Dlgs 231/2001 è solo l'impianto fotovoltaico realizzato illecitamente ma non l'incentivo erogato dal Gestore servizi energetici per l'energia prodotta dall'impianto.

La Corte di Cassazione nella sentenza 28 luglio 2015, n. 33226 conferma l'orientamento in materia per cui il profitto del reato oggetto della confisca ex articolo 19, Dlgs 231/2001 si identifica col vantaggio economico di diretta e immediata derivazione causale dal reato-presupposto. Se il reato è consumato nell'ambito di un rapporto sinallagmatico (a prestazioni corrispettive) non può essere considerato "profitto sequestrabile" anche l'utilità eventualmente conseguita dal danneggiato in ragione dell'esecuzione da parte dell'ente delle prestazioni che il contratto gli impone (vedi Cassazione Sezioni Unite 26654/2008).

Nel caso di specie la società aveva corrotto un funzionario pubblico per ottenere l'autorizzazione unica alla realizzazione di un impianto fotovoltaico. A differenza di quanto ritenuto dai Giudici del merito, per la Cassazione "profitto" sequestrabile è l'impianto autorizzato illecitamente, mentre sono escluse le somme liquidate alla società a titolo di tariffa incentivante dal Gestore dei servizi energetici (Gse) per l'erogazione dell'energia elettrica derivante dall'impianto fotovoltaico in funzione del contratto stipulato con lo stesso Gestore.