News - Editoriali

Milano, 19 settembre 2014

“Competitività” e “sblocca Italia”: i decreti dell’estate riaffermano il Sistri e provano l’economia circolare

Rifiuti

(Paola Ficco)

 

Presentiamo l'editoriale a firma di Paola Ficco pubblicato sul numero di Ottobre 2014 della Rivista Rifiuti

 

 

Sistri: durante la corsa del Dl 91/2014 (“Competitività”) non è stata approvata alcuna delle numerose semplificazioni proposte dal mondo delle imprese; tuttavia, il decreto legge lo ha riportato in primo piano. Così, entro il 30 giugno 2015 il Ministero dell’ambiente avvierà la gara pubblica europea per l’affidamento della concessione del servizio di tracciamento informatico dei rifiuti, nel rispetto dei criteri e delle modalità di selezione previsti dal Dlgs 162/2006 (Codice dei contratti pubblici) “nonché dei principi di economicità, semplificazione, interoperabilità tra sistemi informatici e costante aggiornamento tecnologico”. Inoltre, il contratto tra il Ministero dell’Ambiente e Selex Se.Ma. Spa perderà la sua efficacia al 31 dicembre 2015. Ma, niente paura, la società sarà indennizzata dei costi di produzione consuntivati a fine 2015, previa valutazione di congruità dell’Agenzia per l’Italia digitale, “nei limiti dei contributi versati” dalle imprese a quella data.  Slitta dal 3 settembre al 31 dicembre 2014 il termine entro il quale il Ministro dell’ambiente semplificherà e ottimizzerà il Sistri.  Il Dl 91/2014 al suo articolo 14, comma 2 annunciava la sostituzione  delle chiavette entro  60 giorni. Il termine è scaduto e nulla è accaduto.

Questo e altro, ma è tutto tristemente prescrittivo, senza nessuna presa di posizione vera per orientare, tracciare una strada, prefigurare, immaginare, lanciare quasi una sfida che faccia sua la tutela usando (finalmente e per davvero) un terreno nuovo. Un solo guizzo: il nuovo comma 8-septies aggiunto all’articolo 216 del “Codice ambientale” dal Dl 91/2014 dove, con forse troppa fantasia, per promuovere l’ “uso più efficiente delle risorse” e di “un'economia circolare che promuova ambiente e occupazione”, i (tanti) rifiuti della lista verde del Regolamento (Ce) n. 1013/2006 possono essere utilizzati negli impianti industriali autorizzati con Aia. A parte una previa comunicazione basterà che i rifiuti arrivino con un automezzo iscritto all’Albo e con formulario. Dunque, per gestire i rifiuti, nessuna modifica all’autorizzazione che diventa una specie di “Aia pigliatutto”. Un primo passo verso il riciclo di prossimità, una semplificazione vera e reale, che non ha bisogno di decreti attuativi né dell’azione delle amministrazioni locali. Forse un po’ ardita ma non rinviabile.

Per il resto, nel citato Dl 91/2014 e nel Dl “sblocca Italia” si fa e si disfa, trasferendo nel quotidiano il ciclo – ormai compromesso — di un’Italia che corre per rimanere sempre ferma, che cambia sempre ma è sempre uguale. Nel mito della semplificazione amministrativa l’arcano non si traveste neanche più ma si acquatta tra le pareti di eleganti interni parlamentari per attualizzarsi in una geometria contemporanea dove tutto (e il contrario di tutto) può essere fatto. Interventi “spot” e privi di armonico disegno che fanno di una coperta sempre troppo corta, la solita narrazione increspata dal compromesso. Il tutto, mentre la nuova Aia, con il Dlgs 46/2014, raggiunge il massimo livello di complessità possibile, accompagnata dall’Aua che incompleta e pasticciata turba il sonno di molti.

Un’altra cosa cosa, però, c’è: la riattribuita dignità agli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti che, con l’articolo 35 del Dl “sblocca Italia” sono, finalmente, definiti “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente”. È quello degli inceneritori di rifiuti un arcano che deve essere guardato con lenti diverse da quelle ormai logore e non più utili dell’ideologia.

E sono proprio queste lenti diverse quelle che vanno usate per uscire dal buio insidioso, dove gli esempi delle emergenze napoletana e romana si stagliano in una tragica sequenza, e dove il filo della storia si riavvolge con tutte le sue ambiguità e omissioni, in una persistenza ostinata di immobilità.

Ma tra fautori e detrattori degli impianti che realizzano (come dice la nuova legge) “Un sistema integrato e moderno di gestione dei rifiuti”, c’è la ruota dentata dello scontro sociale che assume nuove e diverse identità e che, amplificato dall’assenza della politica, crea disarmonia e stordimento. Il tutto in un’assenza di verità che nasce (insegnava Aristotele) dall’intreccio tra simbolo, cognizione, desiderio, azione e responsabilità.

 

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