Superamento soglie Pm10, Italia condannata
Aria
Con sentenza 19 dicembre 2012 (causa C-68/2011) la Corte di Giustizia Ue ha condannato l'Italia per non aver provveduto, negli anni 2006 e 2007, a far sì che le concentrazioni di Pm10 non superassero i valori limite fissati dalla direttiva 1999/30/Ce (qualità dell'aria ambiente).
La Commissione europea, che aveva proposto il ricorso davanti alla Corte contro l'Italia, si è vista tuttavia respingere la domanda di condanna anche per l'anno 2005 e per gli anni successivi al 2007, necessaria — a suo parere — stante l'esistenza di una situazione di costante superamento dei valori limite delle concentrazioni di particolato sottile, irrisolvibile a breve o medio termine, e dell'assenza (almeno fino al momento del ricorso) di un Piano nazionale per la qualità dell'aria.
La Corte ha in ogni caso, con riguardo ai soli anni 2006 e 2007, ha ritenuto inamissibile l'invocazione di cause di forza maggiore fatta dall'Italia per giustificare il mancato rispetto dei valori limite del Pm10, poichè gli argomenti adotti erano troppo generici e imprecisi; senza contare che uno Stato membro può appellarsi a cause di forza maggiore a giustificazione del mancato rispetto della legislazione Ue solo per il periodo necessario a porre rimedio a difficoltà momentaneamente insormontabili.
Inadempimento dell'Italia – Direttiva 1999/30/Ce – Controllo dell'inquinamento – Valori limite per le concentrazioni di Pm10 nell'aria ambiente
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