Cassazione: scarichi alberghi e ospedali non sono automaticamente “urbani”
Acque
Per qualificare come “domestico” uno scarico proveniente da una grande “comunità di persone”, non si può prescindere dalla considerazione delle effettive caratteristiche chimiche e fisiche delle acque.
Tali caratteristiche devono corrispondere qualitativamente, più che quantitativamente, a quelli derivanti dai comuni nuclei abitativi; in caso contrario, secondo la Corte di Cassazione (sentenza 16446/2011), è corretto qualificare le acque reflue come “industriali” in quanto non derivanti in maniera prevalente da attività relative al metabolismo umano o da attività domestiche.
Per quanto riguarda l’ulteriore ipotesi di assimilabilità dei reflui in questione alle acque reflue domestiche, la Cassazione ricorda inoltre che è lo stesso Dlgs 152/1999 (poi confermato dal Dlgs 152/2006, articolo 101) a subordinare tale possibilità a due condizioni: la presenza di caratteristiche qualitative equivalenti– esclusa nel caso in questione – e l’esplicita previsione regionale.
Scarichi da "grandi comunità" - Dlgs 152/2006 - Distinzione tra acque reflue "domestiche" e "industriali" - Provenienza da metabolismo umano - Necessaria considerazione delle effettive caratteristiche - Assimilabilità
Norme in materia ambientale - Stralcio - Parte III - Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche
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