Servizio idrico integrato, l'affidamento illegittimo non può essere disapplicato
Acque
Quando vi sono "preminenti ragioni di interesse pubblico", la P.a deve utilizzare il proprio potere di autotela revocando la convenzione di affidamento; il Consiglio di Stato boccia la semplice disapplicazione.
A ricordarlo è il Consiglio di Stato (sentenza 4263/2008) che ha accolto il ricorso di una Spa affidataria del servizio, nei confronti di un bando pubblico contrastante con la convenzione di affidamento, disapplicata dalla P.a. in virtù della incompatibilità della stessa con la normativa Ue relativa all'affidamento diretto di servizi pubblici a società miste, la quale richiede il cd. "controllo analogo" della P.a. sul gestore del servizio.
In tali casi, secondo il Cds, l'affidamento non può essere semplicemente disapplicato dalla P.a. ma, nel caso di preminenti ragioni di interesse pubblico, deve essere annullato o revocato con il ricorso ai poteri di autotutela a disposizione della stessa, nel rispetto delle garanzie — in primis partecipative — previste per i soggetti incisi dall'autotutela.
Servizi pubblici locali - Affidamento del servizio idrico integrato in contrasto con la disciplina Ue - Disapplicazione - Poteri di autotutela